Secondo una ricerca sull’uso dei dispositivi tecnologici e digitali, sono in aumento gli over 60 che usano App, social e videogiochi. Le attività svolte su computer e smartphone, inoltre, avrebbero un effetto positivo sul cervello in termini di «ginnastica mentale» contro il decadimento senile.
Gli italiani i più connessi al mondo
Se alcuni social come Tik Tok o Youtube sono soprattutto appannaggio dei ragazzini, anche ai loro nonni piace navigare in Rete. Lo dimostrano i risultati della ricerca Senior e nuove tecnologie: l’amore che non ti aspetti, condotta da LeoVegas, società svedese di giochi online, che ha voluto indagare quanto i 60enni usano Internet. Si è scoperto che il 75% lo fa ogni giorno, soprattutto tra le 8 e le 20, e gli italiani in questo risultano al primo posto al mondo con il 76%, seguiti da australiani e tedeschi (71%), francesi (68%) e americani (67%). Ma per cosa si usa lo smartphone?
Smartphone per rimanere in contatto
Il 42% del campione usa le nuove tecnologie per informarsi (anche se il 96% preferisce ancora la televisione), ma l’uso principale è legato alla voglia di rimanere in contatto, soprattutto tramite social, in particolare WhatsApp, seguito da Facebook e Skype. I “senior” non disdegnano neppure YouTube o le piattaforme internet di canali tv come RaiPlay (per vedere il Festival di Sanremo), MediasetPlay e Sky Go.
Quasi tutti hanno lo smartphone
Dalla ricerca emerge che il 93% degli italiani over 60 possiede uno smartphone, ossia la quasi totalità. Il 75% si connette alla rete tutti i giorni con costanza, mentre per quasi 8 “senior” su 10 la tecnologia semplifica la vita. Nell’83% dei casi i nuovi dispositivi e internet consentono attività che prima non si riuscivano a fare, mentre circa un terzo (35%) pensa che possano migliorare anche la salute.
I giochi online e le donne
Anche i giochi online hanno un loro appeal tra gli over 50, che nel 55% dei casi giocano ai videogames, in media 5 ore alla settimana. A sorpresa si scopre anche che a giocare sono soprattutto le donne (49% contro il 40% degli uomini). Si utilizzano soprattutto gli smartphone (73%) rispetto al computer (47%) e le attività passatempo preferite sono Candy Crush Saga, particolarmente amato dal pubblico femminile, e il Sudoku. Nella lista dei giochi preferiti online ci sono anche puzzle e rompicapo di logica (49%), giochi di carte (47%) e, a seguire, slot, roulette, monopoli e altri giochi di casinò. Ma questi giochi hanno sostituito la vecchia enigmistica? E soprattutto aiutano a mantenere “giovane” il cervello?
Internet “fa bene“ al cervello?
«Non esistono prove
documentali consistenti, ma considerando i meccanismi di attivazione cognitiva
che avvengono ad esempio con l’enigmistica o i giochi di società, di cui è
provata una certa efficacia, è verosimile che anche nella versione online
possano portare benefici al cervello: possono essere strumenti per mantenere
l’integrità delle funzioni cognitive» spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della società italiana di
Gerontologia e Geriatria e professore ordinario di Geriatria presso
l’Università Campus Biomedico di Roma.
Cosa aiuta a mantenere giovane la mente?
«Il declino cognitivo è dato da diversi fattori, genetici, ambientali, comportamentali e culturali, quindi non si deve pensare che una sola attività possa prevenirlo. Però gli stimoli psicologici sono sempre positivi, attivano la funzione neuronale e sinaptica (cioè il collegamento tra i neuroni) del cervello. In più, tutto ciò che mantiene attivo il cervello è provato che aiuta a prevenire la depressione – dice l’esperto – per questo anche i giochi online possono essere utili».
Ogni età ha i suoi esercizi e videogiochi
Esistono comunque differenze a seconda delle età: cosa può essere utile a 60, 70 o 80 anni? «Molto dipende dal livello culturale e dalle esperienze individuali dei soggetti: chi ha un background più basso e una scarsa pratica con i dispositivi, anche a 60 anni può avere la stessa difficoltà a confrontarsi con il mondo di Internet – se non maggiore – rispetto a un 80enne che parte da una condizione più favorevole» premette il geriatra. «Più si va in là con l’età, più è difficile familiarizzare con le nuove tecnologie e minore è il patrimonio cognitivo: il ragionamento è meno fluido, c’è meno propensione a mettere in pratica processi innovativi, si è più legati a stereotipi mentali. Un 80enne, quindi, ha più difficoltà ad avvicinarsi a giochi particolarmente innovativi, che sono più adatti a un 60enne. Però può trarre molti vantaggi da giochi (anche online) come le carte, l’enigmistica, i puzzle e i rebus» spiega il professor Antonelli Incalzi. «Tra l’altro richiedono
anche attività differenti a livello cerebrale: le carte rafforzano soprattutto
la memoria, mentre puzzle o rebus coinvolgono anche attenzione, memoria
visiva e ragionamento logico-deduttivo».
Meglio computer o smartphone?
«La differenza sta soprattutto nella visibilità, che deve essere buona, quindi il computer è preferibile. Il pc, inoltre, può essere accettato più facilmente da persone più anziane. È vero, però, che strumenti innovativi come alcune App potrebbero essere molto utili in soggetti con limiti nell’ideazione e creatività, con una certa rigidità dei processi cognitivi, perché rappresentano stimoli nuovi nei processi logico-deduttivi» spiega l’esperto.
Quanto tempo stare in rete?
Se per i ragazzi il problema è staccarli da smartphone e tablet, per gli over 60 e oltre la difficoltà è opposta, ossia riuscire a seguire un’attività su internet per un tempo sufficiente a trarne benefici. «Due ore al giorno sono sufficienti, ma piuttosto di un’unica sessione, sarebbe meglio suddividere questo tempo in due sessioni da un’ora ciascuna o quattro da mezz’ora, in modo da non affaticare troppo il cervello» spiega il geriatra. «Le attività sullo smartphone o su computer possono anche essere intervallate dalla lettura, seguita anche dal riassunto orale di quanto letto, per cristallizzare le informazioni; dal calcolo matematico a mente, dall’ascolto della musica che stimola la connettività tra i neuroni, o di programmi tv e radio che inducano a ragionamenti deduttivi e logici. Da non trascurare neppure l’attività fisica, che potenzia la capacità cognitiva: facendo esercizi e movimenti si producono sostanze che agiscono su sistema nervoso centrale e mantengono il cervello più giovane» conclude il presidente della SIGG.