Benetton e Stella Jean, la collezione
È un sodalizio perfetto quello nato tra Benetton e la stilista di origini italo-haitiane Stella Jean, che è stata scelta dal marchio per firmare la primissima capsule collection affidata ad un designer esterno. Un privilegio non da poco. Un incontro più che naturale. Sono tanti, infatti, i punti in comune tra la maison veneta e la stilista: su tutti l’amore per la maglieria di qualità e la vocazione multiculturale. Elementi che si fondono in questa capsule collection (in vendita dal 1 dicembre in selezionati store Benetton di tutto il mondo), in un connubio di intenti che più spontaneo davvero non si può. Altro punto chiave in comune è il desiderio di “usare la moda come uno strumento di comunicazione, più che con finalità estetiche”, come ci ha raccontato la stessa Stella Jean, che abbiamo incontrato all’esclusivo party di lancio della collezione, organizzato presso il negozio di Corso Vittorio Emanuele II a Milano. La collaborazione con Benetton rappresenta sicuramente un passo importante nella carriera della stilista, che, dalla vittoria del prestigioso concorso “Who Is On Next?” nel 2011, non si è più fermata. Tanto che, tra i vari riconoscimenti e successi, Stella Jean può vantare anche quello di aver visto i suoi look indossati da star come Rihanna e Beyoncé.
Benetton collezione Primavera Estate 2017
Una collezione ento folk per donne curiose e aperte
Colore, knitwear di qualità, e una fusione di intenti etici e di radici folk sono gli ingredienti della capsule di Stella Jean for Benetton. Una ricerca e un’espressione di bellezza creola reinterpreta qui la tradizione della nostra maglieria, con capi dedicati a “donne curiose, aperte e con una visione multiculturale della vita”, come ci ha detto Stella. Ecco allora cappotti decorati e preziosi, pullover con intagli, abiti lunghi e gonne plissettate e rigorosamente knitted con filati nobili, come cachemire e mohair e con decorazioni etno folk. Tra i capispalla ci sono anche maglioni “che ricordano quelli lunghi, morbidi e comodi fatti ai ferri dalle nonne”, come racconta la stilista che, al tema della memoria unisce quello del viaggio, attraverso i simboli Navajo che ci portano al di là dell’oceano. Lo stile delle decorazioni è, infatti, ispirato in particolare alla cultura degli Yeii, ovvero degli spiriti ultraterreni, raffigurati con figurine stilizzate, che per gli Indiani d’America simboleggiano benevolenza e sono chiamati a protezione di chi li indossa e memoria degli antenati. A completare i look non mancano anche gli accessori. Ci sono borse, pratiche shopper, deliziose tracolline tutte ricamate con perline, scarpe con tacco e cinturini multipli e charms. I colori sono vivaci: dal blu acceso, al military green, dall’orange al rosso mattone e le linee sono morbide, avvolgenti e giocano anche sulle asimmetrie, rimanendo al tempo stesso femminili. Il métissage socio-culturale che da sempre contraddistingue Benetton e che ha trovato terreno fertile anche nella filosofia di Stella Jean è dimostrato anche dalla scelta di collaborare con una comunità di artigiani haitiani ed etiopi, per la realizzazione di una parte di accessori. Un intento culturale nel segno del recupero delle tradizioni manifatturiere.
Stella Jean e Benetton: un legame molto speciale
Come detto, la collaborazione tra il brand e Stella Jean è nata in modo molto spontaneo. “Benetton è un marchio che fa parte della mia memoria da sempre”, ci ha spiegato la stilista, “Appena mi hanno chiamata, infatti, mi è tornata alla mente una foto in cui sono sulle spalle di mio padre allo zoo di Roma. Indossavo una salopette con una maglia multicolore a righe orizzontali 012.” Un legame, questo, che va ben al di là della moda e della scelta del suo guardaroba di bambina: “Io sono nata in una famiglia mista, da padre italiano e madre haitiana. Perciò quando vedevo le loro campagne pubblicitarie con bambini bianchi e bambini neri, la mia situazione mi sembrava più normale.” Una ricerca continua di appartenenza e d’incontro tra due culture, quella pprtata avanti da Stella con il suo lavoro, che ora ritroviamo anche in questa splendida collezione, cui la designer ha voluto dare una definizione particolare: “L’ho chiamata Nativo natale. Natale per me è l’Italia, che qui è presente nella maglieria e nelle forme, mentre nativo si riferisce ai popoli d’America, qui rappresentati dai simboli riportati sui capi”. Una scelta precisa, che rientra nell’intento da sempre caro alla stilista di creare collezioni capaci di comunicare: “La presenza della simbologia dei nativi americani è un modo per non dimenticare che loro sono prigionieri in casa loro. Sembra anacronistico, ma tuttora queste popolazioni viviono nelle riserve e io credo sia giusto che di questa cosa si parli ancora”.