La rivoluzione digitale ha travolto il nostro modo di fare shopping: eppure alzi la mano chi, spento lo schermo del computer o del telefono, non ha ancora voglia di atmosfera, di toccare con mano un abito, di emozionarsi. Fiutata la nuova esigenza, i negozi si sono attrezzati per offrire un percorso “omnichannel” in grado di far dialogare il mondo reale e virtuale e di traghettare gli store fisici nel futuro. Lo conferma l’analisi di Confimprese: entro la fine del 2021 assisteremo in Italia a 828 aperture, di cui 190 saranno store di moda e accessori, 109 negozi per casa e arredamento.
Usa il webrooming: prima ti informi, poi compri
Che novità ci offriranno, dunque, i nostri retail del cuore? Troveremo addetti di vendita sempre più preparati ed empatici, perché il negozio deve restare un luogo di interazione, ma avremo a disposizione anche molte più opzioni tecnologiche. Si torna in “presenza” per vivere un’esperienza di shopping ibrida, perché fare clic dal divano di casa è divertente ma non basta: sempre più spesso adocchiamo un prodotto sugli e-shop o su Instagram, lo proviamo in negozio e lo acquistiamo online.
Oppure facciamo “webrooming”, abitudine tipica dei Millennials: si cercano info su web e si acquista in negozio. In ogni caso, lo store resta un punto di incontro tra cliente e azienda dove, assistiti da un personal shopper o guidati da monitor interattivi, comprare diventa un gioco appagante ma anche meno compulsivo, con poco margine di errore (e quindi pochi resi, ancora oggi il tallone d’Achille dell’e-commerce).
Lasciati consigliare dal chatbot
Se alcune soluzioni digitali, come i camerini virtuali, non sono ancora una realtà diffusa, altri servizi sono ormai consuetudine. Come la possibilità di accedere in negozio a contenuti online dedicati (scansionando i QR code sui cartellini) o il Click & Collect, che permette di comprare online e ritirare in un punto vendita senza pagare le spese di spedizione. E le innovazioni non mancano.
Nella catena Sephora, per esempio, l’impossibilità di testare i prodotti (causa Covid) ha spinto all’installazione di schermi che inquadrano il viso e permettono di truccare virtualmente la propria immagine digitale. Da Yamamay i personal shopper usano un mobile payment per pagare senza passare dalla cassa, mentre il mobile chatbot Anna (un software che simula una conversazione) dà suggerimenti sui capi e gli accessori più adatti, non prima di aver eseguito un’analisi del tuo stile. E Timberland ha installato in alcuni punti vendita delle digital fitting room, camerini virtuali che fanno indossare gli abiti scelti a un avatar, senza farti perdere tempo in fila.
Chiedi all’avatar di provare i vestiti
Anche all’estero gli esempi non mancano: negli store Nike di Parigi, New York e Shanghai tra i tanti servizi offerti c’è un’intera parete digitale per entrare in contatto con la community sportiva internazionale, puoi provare i reggiseni sportivi digitalmente grazie a un algoritmo che individua il fit perfetto e personalizzare i capi in negozio.
H&M Germania sta lanciando un body scanner di ultima generazione: i clienti avranno un avatar con le misure del proprio corpo, sul quale provare i capi della nuova collezione. Intanto il gigante dell’e-commerce di lusso Net-A-Porter, senza nessuna esperienza di vendita nel canale fisico, scommette sul retail inaugurando un pop-up a Londra. E a Varsavia il concept store del momento, Modivo, offre solo ampie sale popolate da divanetti e videowall. Nessun vestito, ma 21 terminali su cui visionare i prodotti, selezionarli e farseli consegnare in camerino da un magazzino con 70.000 capi di 250 brand. Un display consente di regolare la luce, scegliere il colore del capo e infine chiamare un addetto per concludere l’acquisto.
Sfrutta al meglio il tuo smartphone
Usare il cellulare solo per trovare il punto vendita più vicino oppure controllare gli orari di apertura è preistoria. Oggi con lo smartphone puoi fare di tutto: inquadrare il codice a barre o il QR code per scoprire materiali e istruzioni di lavaggio di un capo, sfogliare cataloghi, confrontare prezzi, utilizzare coupon e buoni sconto. Alcuni prodotti già in commercio sono dotati di un microchip integrato nel cartellino che ripercorre la genesi di ogni creazione, certificandone l’autenticità (il progetto è stato adottato per esempio da Pinko per la sua collezione Reimagine, realizzata con stoffe di rimanenza). Le app di molti brand permettono poi di sapere se un articolo c’è in altre taglie o colori, così puoi controllare se è disponibile in uno dei punti vendita o per l’acquisto online. E il cellulare è sempre più utilizzato anche per pagamenti contactless, più rapidi e sicuri (per esempio, con app come Google Pay o Apple Pay).