Che lo sport sia di grande aiuto per prevenire e affrontare meglio il tumore al seno si sa. Ma c’è una disciplina che è una vera e propria terapia riabilitativa per le donne operate. È il canottaggio sul dragon boat, una particolare barca (di origine cinese) da 20, 30 posti con la testa e la coda di drago.
L’utilità di questo sport per il tumore al seno è stata scoperta 20 anni fa da un medico canadese e ora è diventata anche uno strumento per sensibilizzare sulla malattia. Tanto che in luglio, a Firenze, si è tenuto il primo Dragon boat festival italiano, con donne operate provenienti da tutti i continenti.
I benefici del dragon boat
Ma quali sono i benefici del dragon boat per le donne operate al seno? Come hanno dimostrato gli studi del dottor McKenzie, così si chiama il medico canadese, non è vero che dopo l’intervento bisogna tenere a riposo gli arti superiori per evitare il linfedema (l’accumulo di liquidi linfatici nel braccio dovuto all’asportazione dei linfonodi ascellari). Anzi: il movimento praticato con la pagaia svolge una sorta di linfodrenaggio naturale che previene questo possibile effetto collaterale dell’operazione.
Il nuovo progetto per le donne operate al seno
La prevenzione del linfedema non è il solo beneficio del dragon boat. Il gioco di squadra e il contatto con la natura aiutano a ritrovare il sorriso e a riprendersi meglio dall’intervento. Per questo è nato il progetto La casa del drago rosa, una raccolta fondi per costruire una struttura per le donne operate di tumore al seno sulle sponde del lago Burida (Pordenone). Vuole essere un punto di riferimento, con una palestra dove allenarsi e praticare il dragon boat, imparare tecniche di rilassamento o risolvere i problemi del post intervento.