Il caricabatterie unico inizia dai computer
Anche l’ultimo via libera è arrivato ed è quello da parte del Parlamento europeo. Il momento di mandare in pensione i vecchi caricatori per cellulari e tablet, differenti a seconda delle marche (e spesso persino dei modelli!) è ormai prossimo: si utilizzeranno soltanto quelli con porta USB-C, entro il 2024. Ma fin dalla primavera prossima, cioè dal 2023, l’obbligo di utilizzare caricatori identici si applicherà ai computer portatili.
Arriva il cavo unico con attacco USB-C
Il testo che prevede la novità, in realtà in discussione da anni, ha ottenuto 602 voti favorevoli, 13 contrari e 8 astenuti. La novità entra in vigore entro due anni, il tempo per permettere ai produttori di adeguarsi ai nuovi standard comuni. Si tratta di caricare tutti i dispositivi con un unico cavetto e presa, con attacco USB-C, quelli già ampiamento diffusi negli Usa, dove le “vecchie” porta USB sono meno comuni per gli smartphone.
Il cambiamento, oltre a permettere un notevole risparmio ai consumatori, consentirà anche una riduzione in termini di rifiuti elettronici. Contestualmente, infatti, si va verso la vendita di nuovi smartphone senza cavetto caricabatteria, in modo da utilizzare quelli già in possesso da parte degli utenti.
Il caricabatterie sarà unico anche per cuffie e console
Questa riforma permetterà di avere un caricabatterie unico per smartphone, tablet e macchine fotografiche digitali, compresi gli accessori come cuffie, auricolari, altoparlanti e persino console per videogiochi. Insomma, non occorrerà più andare in giro con cavetti differenti a seconda dei dispostivi, dei modelli e delle case di produzione, col rischio di doverli cambiare o ricomprare quando si cambia l’apparecchio. Come spiegava pochi mesi fa il relatore del provvedimento, il maltese Alex Agius Saliba, sono stimati in 500mila i caricabatterie utilizzati in Europa ogni anno, che diventano «da 11mila a 13mila tonnellate di rifiuti elettronici».
Per quali dispositivi varrà il caricatore universale (e quali i prossimi)
Come previsto dalla normativa europea, il nuovo alimentatore universale utilizzerà una porta USB di tipo C al termine di un cavetto cablato. Le uniche eccezioni sono previste per quei device che, a causa delle dimensioni ridotte, non possono usare gli ingressi standard, ma quelli di misura inferiore, come smartwatch e alcuni dispositivi sportivi (i cardiofrequenzimetri per allenamenti o i tracciamenti di tipo sanitario). La normativa, però, contrariamente a quanto richiesto, non sarà estesa anche ai computer, in modo che anche i portatili possano essere alimentati con un unico caricatore compatibile con altri dispositivi.
Un cavetto unico con porta USB-C
La decisione europea è arrivata dopo il pressing della Commissione europea, che già in passato si era occupata della materia, limitandosi però solo a suggerire l’adozione di uno standard unico in ambito europeo. Era il 2009 e all’epoca era stato realizzato un protocollo d’intesa, su base volontaria, che aveva ridotto da 30 a 3 il numero di soluzioni di ricarica possibili. Poi è arrivata la proposta di una direttiva, che dunque deve essere recepita da tutti gli Stati membri. Per garantire l’interoperabilità dei vari device con gli alimentatori esterni sono state scelte, quindi, le porte Usb-C. I consumatori potranno ricaricare i vari dispositivi con un unico caricabatteria, che non si differenzierà più a seconda della casa produttrice dell’apparecchio. Ad essere armonizzate non saranno solo le “uscite esterne”, dunque la forma, ma anche le tecnologie e la velocità di ricarica rapida. «Era un’indicazione attesa da anni e che ora viene accolta con favore un po’ da tutti, specie perché ultimamente alla classica contrapposizione tra prodotti Apple e non Apple, si era aggiunta la differenza anche tra gli altri marchi, per cui anche grandi produttori avevano adottato standard propri e non compatibili con le altre aziende più importanti sul mercato» commenta Vincenzo Donvito, presidente dell’associazione dei consumatori Aduc.
L’acquisto del caricabatterie non sarà più obbligatorio
Un altro passaggio del testo riguarda la possibilità di scegliere se acquistare il caricabatteria oppure no quando si compra un nuovo dispositivo: una scelta che potrebbe fare la differenza, nel momento in cui si dispone già di un caricatore compatibile (va detto che già oggi Apple vende i propri iPhone senza caricabatteria). «Certamente in famiglia potremo evitare duplicazioni, almeno quando si è in casa» conferma Donvito.
Quando avverrà il cambiamento
Arrivato l’ultimo via libera da parte del Parlamento Ue, ora scatta la procedura: «Presumibilmente gli Stati membri avranno 24 mesi per recepirla con leggi nazionali. Ma in questo caso è molto probabile che le aziende produttrici si adeguino ancora prima, fin da subito, perché producono non per i singoli Paesi, ma per un mercato molto più ampio come quello europeo» prevede l’esperto.
Meno rifiuti elettronici e vita più facile per i consumatori
L’obiettivo di Bruxelles è quello di ridurre la produzione di rifiuti elettronici, sotto forma di cavetti, altamente inquinante e di vita breve. Secondo la Commissione Ue, infatti, si eviterà di buttare ogni anno circa 1.000 tonnellate di materiali, con una diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra di circa 180.000 tonnellate di CO2 all’anno. Solo lo scorso anno sono stati venduti nell’Unione europea circa 420 milioni di smartphone e altri dispositivi elettronici portatili. Il loro numero non è certo destinato a diminuire, anzi. Spesso un consumatore possiede anche tre caricabatterie per cellulari, usandone in media due regolarmente. Secondo un sondaggio europeo, il 38% lamenta problemi nella ricarica dei propri dispositivi proprio per l’incompatibilità dei caricabatterie.
Quanto si risparmia con un unico caricabatterie
Inoltre, la possibilità di riutilizzare i caricabatteria a disposizione con più device contribuirà anche a far risparmiare 250 milioni di euro all’anno ai consumatori europei. Nel mondo la spesa per i caricabatterie è stimata in circa 2,4 miliardi di euro. «I numeri sono molto alti in entrambi i casi, ma soprattutto per i rifiuti: il cavetto unico potrà essere più facilmente riciclabile e riutilizzabile per più device perché andrà bene anche per più marche, con una riduzione molto consistente di materiale inutilizzabile» conclude Donvito.