Un visionario in jeans. Con i piedi per terra, la testa tra le stelle, un patrimonio stimato in 21 miliardi di dollari e le 24 ore giornaliere scandite con precisione chirurgica: 12 dedicate al lavoro, 6 al sonno e le rimanenti 6 a tutto il resto. Eccolo qua Elon Musk, il nerd dal sorriso calamitante fondatore dell’azienda aerospaziale SpaceX e di Tesla, società produttrice di veicoli elettrici, che lo scorso 6 febbraio ha lanciato un razzo con a bordo la sua auto. Destinazione: Marte. L’uomo che tra energia solare, auto elettriche e razzi spaziali si è posto 2 obiettivi: salvare il Pianeta e trovare il modo per colonizzarne altri. E che, con la spettacolare foto della sua personale Tesla Roadster rossa sparata in orbita e guidata da un manichino ribattezzato “Starman”, ci ha fatto sembrare lo spazio più vicino, qualcosa di raggiungibile anche a noi che mai abbiamo sognato di fare gli astronauti.
«Secondo te, sono pazzo?»
In questa domanda a bruciapelo al giornalista Ashlee Vance, autore della sua biografia, c’è tutta la complessa natura di Musk: egocentrismo e sicurezza, lucida follia e desiderio di affermazione, provocazione e consapevolezza di avere un cervello con qualche marcia in più. Nato a Pretoria, in Sudafrica, il 28 giugno 1971, fin da bambino Elon spicca per talento ed eccentricità. Era capace di stare sui libri fino a 10 ore consecutive, con una memoria di ferro che gli permetteva di immagazzinare infinite informazioni. A questo alternava momenti di isolamento dalla realtà, una sorta di trance durante la quale si perdeva nel vuoto e non rispondeva a chi gli rivolgeva la parola, tanto che i genitori pensavano avesse problemi di udito. E invece era solo in balia del suo cervello, che macinava idee e nozioni, sogni e progetti. Sfogliava enciclopedie e costruiva piccoli razzi da far esplodere in cortile, non esitava a rivolgersi con fare saccente ai compagni di classe e allo sport preferiva la biblioteca. Un piccolo genio, ben presto deriso dai coetanei e vittima di bullismo.
È intorno ai 10 anni che Elon ha il suo assaggio di futuro
Per la prima volta vede un computer e convince il padre ad acquistare quel “Commodore Vic-20”. Due anni dopo, nel 1984, sulle riviste di settore esce il primo articolo su un tale Elon Musk, sconosciuto 12enne che aveva bruciato le tappe progettando un videogioco e guadagnando i suoi primi 500 dollari. Idee chiare, opinioni nette, una voglia matta di mettersi in gioco: a 17 anni lascia Pretoria destinazione Canada, la tappa più vicina per raggiungere la Silicon Valley. Sono gli anni dell’università, degli amici con cui tentare i primi business, degli approcci (anche maldestri) con le ragazze con le quali cerca di attaccar bottone sul divano con frasi del tipo: «Io penso un sacco alle auto elettriche. Tu ci pensi alle auto elettriche?». Anni che diventano un trampolino di lancio per un domani che presto, prestissimo, lo porterà a essere uno dei nomi più citati nella new economy.
Musk è uno smanettone, ha buone idee e sa come muoversi
Conquista presto Palo Alto e qui, insieme al fratello, sfruttando un prestito di 28.000 dollari fatto dal padre, fonda Zip2, una start up che aiuta le aziende a sfruttare al meglio le opportunità di Internet. Passano pochi anni e la società viene venduta per oltre 300 milioni di dollari. Soldi che in gran parte il giovane sudafricano reinveste in un’altra intuizione: un circuito complementare alle banche, PayPal. Ancora una volta nel giro di poco Musk vende le quote, incassando una vagonata di milioni. Sono i soldi che gli servono per concretizzare il proprio sogno: realizzare razzi a basso costo, totalmente autocostruiti, per portare in cielo satelliti, materiali e, in un futuro non troppo lontano, turisti spaziali e il necessario per creare colonie su Marte. In capannoni anonimi alle porte di Los Angeles nasce SpaceX: pareti bianche, pavimenti in resina, le scrivanie degli ingegneri affiancate ai tavoli dei tecnici e degli operai. E da lì prende il via anche Tesla, la marca di auto elettriche capaci di «liberare gli Stati Uniti dalla schiavitù del petrolio».
Musk attorno a sé vuole gente competente e motivata
«Nessun pappamolle», ed è lui a dare l’esempio con orari di lavoro disumani, da 100 ore a settimana ridotti da poco a 90 ore per proteggere il fisico. A volte accusato di troppa durezza sul lavoro, la critica più frequente è quella di esagerare nelle promesse per “ingannare” i potenziali investitori. Tra le voci più rumorose quella del cofondatore di Apple Steve Wozniack che, deluso dalle prestazioni della sua Tesla, ha dichiarato: «Non credo più a niente di quello che dice Elon Musk, è solo un bravo venditore». E quando ha annunciato la messa in vendita di 20.000 lanciafiamme a 500 dollari l’uno, si è levato un coro di proteste per la pericolosità dell’oggetto.
Elon gestisce anche una vita sentimentale complessa
Cinque figli, 2 ex mogli (una nuovamente risposata e da cui si è poi separato per la seconda volta) e fidanzate ingombranti come l’attrice Amber Heard, ex moglie di Jonny Deep. E mentre, dai suoi conti da ingegnere, per soddisfare i bisogni di coppia sono sufficienti 10 ore a settimana, supportato da un esercito di tate cerca di ottimizzare il tempo con i figli (per i quali ha fatto costruire un’apposita scuola), organizzando weekend avventurosi in campeggio o portandoli al lavoro con sé. E anche loro hanno esultato, sulle note di Life on Mars di David Bowie, allo straordinario lancio del potentissimo razzo Falcon Heavy. Consapevoli, forse troppo, che quando il loro papà ha un’idea non ce n’è proprio per nessuno.
Il libro da leggere per conoscerlo meglio
Elon Musk. Tesla, SpaceX e la sfida per un futuro fantastico (Hoepli) è la biografia dell’inventore e imprenditore di cui sta parlando il mondo intero. L’autore Ashlee Vance ha intervistato Musk per 50 ore, e 300 persone, per ricostruire la vita del fondatore di PayPal, SpaceX, Tesla: dall’infanzia in Sudafrica al 53° posto nella lista dei più ricchi al mondo della rivista Forbes.