«Mamma, posso andare a casa di Vittoria per giocare con le galline?». Vittoria è un’amichetta di Agnese, la mia 6enne. La sua famiglia non è l’unica nella nostra cerchia di conoscenti ad avere un piccolo pollaio nell’orto con cinque galline al massimo.
Il papà di Vittoria me lo ha mostrato orgoglioso qualche settimana fa: lo ha realizzato riciclando una di quelle casette da giardino per bambini, dentro ha messo un trespolo dove le galline dormono appollaiate e fuori un recinto con mangiatoia e abbeveratoio. Sono ancora pollastrelle e al momento, oltre a intrattenere Vittoria, fanno un uovo al giorno in cinque. A regime ne promettono una trentina a settimana. Per me, grande fan dell’autoproduzione (l’orto mi appassiona, sono una panificatrice seriale e ho appena imparato a fare il sapone) quella del pollaio è diventata la prossima sfida e quello delle galline un nuovo mondo tutto da scoprire.
Non ho una casetta giocattolo da riciclare ma un marito in fissa con il fai-da-te sì,
quindi gli procuro Costruire un pollaio, 12 progetti da realizzare da soli, il manuale appena uscito in Italia di Hervé Husson, il guru francese dei pollai domestici (Il Castello). Nel frattempo, ho fatto un giro su Amazon e ho scoperto che esistono soluzioni alternative e glam, tutte di legno o di acciaio, persino con le ruote, che fanno bella figura anche sul prato verde (tra i produttori e rivenditori italiani ci sono ilverdemondo.it e ferrantinet.com). Dalla varietà di scelta e di recensioni deduco di non essere l’unica con questo progetto per le mani.
«In lockdown c’è stata un’impennata di interesse: oltre a fare l’orto, chi aveva un pezzo di terra o un terrazzino ha preso due galline per il piacere delle uova fresche» mi conferma Francesco Giubbilini che gestisce tuttosullegalline.it, un sito con informazioni utili ai piccoli avicoltori. Lo ha aperto 5 anni fa per raccontare la propria esperienza e oggi fa oltre due milioni di visite all’anno.
«L’aumentato interesse verso le galline è trainato anche dalla maggiore consapevolezza che oggi, come consumatori, abbiamo nei confronti della salubrità del cibo e del benessere animale»,
continua Francesco. Non a caso, l’Unione europea intende eliminare entro il 2027 l’allevamento nelle gabbie, che alcuni Paesi come Austria e Lussemburgo hanno già messo al bando. In Italia stanno nascendo i primi allevamenti “free-range”, cioè in libertà, non intensivi, e in Emilia Romagna arrivano i pollai sociali, luoghi dove le galline razzolano felici. I consumatori possono adottarle a distanza per ottenere una fornitura di uova fresche (per esempio, a Dozza, in provincia di Bologna, c’è latartaruga.coop). Lo fanno anche piccoli produttori privati, come Marco, Federica e Matilde, in provincia di Ancona (ilpollallegro.it). Mentre Maurizio, che alleva allo stato semi brado alle porte di Roma, con il progetto “Ho salvato una gallina” raccoglie fondi per ristrutturare vecchi pollai in un bosco e mettere al sicuro le ovaiole destinate al macello (gallinefelici.it). Insomma, direi che con il mio progetto di pollaio domestico sono perfettamente in trend.
Avviata la struttura devo pensare a procurarmi le galline. Il papà di Vittoria mi accompagnerà al consorzio agrario per prenotarle (costano da 7 a 14 euro). Già, ma quali devo prendere? Consulto Il gallinario, il libro che Francesco ha scritto insieme a Barbara Sandri con le illustrazioni di Camilla Pintonato: edito da Quinto Quarto, ha vinto il Premio Andersen come miglior libro di divulgazione e in casa lo stiamo divorando. Scopro che esistono 300 razze di ovaiole. Potrei propendere per le eleganti Moroseta, quelle con un pelo simile al gatto che l’attrice Tori Spelling porta in borsetta. O per l’Olandese ciuffata che popola il pollaio di Gisele Bündchen a Los Angeles e quello di Harry e Meghan nella nuova dimora californiana. Sì, anche i vip adorano le galline (Isabella Rossellini ci ha scritto il libro Le mie galline e io, Jaka Book).
È un fenomeno che piace soprattutto nei Paesi anglosassoni dove l’8% delle famiglie possiede un pollaio (l’ho scoperto leggendo i dati dell’American Pet Producers Association). Mi serve ancora il consiglio di Francesco. «Se hai piccoli spazi vai sul sicuro con le bianche padovane o con le ovaiole rosse, le Isa Brown: sono docili, fanno fino a 300 uova l’anno e sono un ottimo compromesso tra produzione di uova e animali da compagnia».
Compagnia? Le galline?
«Certo, i nostri social sono inondati da storie di persone che tengono la gallina in casa sulla scorta di Silvia Amodio, giornalista e fotografa che ha documentato la sua vita con la gallina Nina in appartamento a Milano» mi illumina Francesco. «C’è la signora che porta il suo gallo nano in auto e al mare, e quella che aveva una fobia per i volatili e l’ha superata grazie alle galline. In tanti Paesi europei sono usate per la pet therapy: è famoso il programma HenPower in Inghilterra dedicato agli anziani. In Italia lo ha sperimentato l’associazione Vidas a Milano. Le galline ci danno cibo ma anche affetto. È una combinazione rara che stimola una generosità reciproca».
Mi torna in mente mia madre che le accarezzava quando entrava nel pollaio: loro, vedendola, si accucciavano ai suoi piedi con le ali semiaperte, non aspettavano altro. «Sapevi che emettono un verso gutturale simile alle fusa del gatto quando le accarezzi?» continua Francesco. «E c’è di più, sono intelligenti, contrariamente a quanto si pensa: il neuroscienziato Giorgio Vallortigara dell’università di Trento ha fatto esperimenti sui pulcini e dimostrato che sanno fare conteggi e riconoscere le forme geometriche. Noi stessi, quando abbiamo installato il primo pollaio, ci siamo accorti che hanno caratteri diversi: una era timida e l’altra veniva a cercarci».
Ma non sarà tutto rose e fiori, vero?
«No, è anche cacca in effetti, e quella delle galline puzza davvero» conferma Francesco. «Ma è solo una questione di rapporto con lo spazio: due galline per una famiglia bastano, se hanno 20 metri quadrati a disposizione gli escrementi si disperdono senza odori e concimano l’orto. Nel pollaio bisogna mettere una cassetta con la paglia da cambiare ogni 3 giorni. Mentre chi decide di tenere una gallina in casa si attrezza con la lettiera: si prepara un angolo dedicato con cuccia e scaletta per appollaiarsi».
Ho tutte le informazioni che mi servono, non mi resta che mettere la famiglia all’opera: Filippo, il nostro 12enne, si è offerto di dare una mano a papà per costruire il pollaio, pregustando zabaioni e tiramisù. Agnese è al “toto nomi”. Dice che uno posso sceglierlo io. Sarà Isotta e so già che ci regaleremo a vicenda grandi soddisfazioni.