Molte di noi in questi anni sono diventate delle vere appassionate di shopping vintage (LEGGI). Ci piace entrare in questi negozietti molto cool, frugare e scovare il nostro piccolo tesoro! Può trattarsi di un abito del nostro stilista preferito o dalla linea particolare (LEGGI), oppure di una borsetta ma in ogni caso sarà un articolo unico e originale.

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A minacciare questo idillio ci pensa però uno spauracchio temibile: le taglie. Chiunque fa dello shopping vintage si sarà reso conto che le taglie dei vestiti vintage non coincidono affatto con quelle degli abiti moderni. Il risultato è che spesso prendiamo delle fregature, torniamo a casa e scopriamo che il capo che abbiamo scelto ci sta grande 5 volte! Come è possibile?

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Non è una questione di marca, ma proprio di cambiamento totale nell’attribuzione delle taglie. A partire dagli anni ’90 le taglie si sono ridotte, ovvero quella che prima era una 44 è diventata una 40 e così via. Il motivo è semplice: è molto conveniente per le case di moda farci credere che siamo magre quanto desidereremmo! Per le taglie americane dovete aggiungere sempre 6 alla taglia indicata sull’etichetta.

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Quindi se la taglia dell’abito risulta una 4 dovete pensare che sia una 10 e se è una 6 allora in realtà corrisponde a una 12. Questo gioco delle taglie ha creato anche dei falsi miti, ad esempio si dice spesso che Marilyn Monroe era ben lontano dall’essere un’acciuga perchè portava una 12…già, ma ora che sappiamo che la 12 degli anni ’50 corrisponde a una taglia 6 dei giorni nostri come la mettiamo?