Siamo in tanti a moltiplicare i vasi su balconi e terrazzini per portare la natura in città. Gli inglesi, che di verde se ne intendono, hanno ribattezzato questa attività “container gardening”, giardinaggio in vaso, e ne sono diventati maestri. «Sulle riviste di solito si vedono enormi e curatissimi giardini, ma la maggior parte di noi ha spazi molto piccoli, spesso un balcone, quando non addirittura un semplice davanzale» spiega Isabelle Palmer (thebalconygardener.com), garden designer che dei piccoli spazi ha fatto la sua specializzazione.
Per lei tutto è cominciato con un vaso. Dal semplice desiderio di sfruttare al meglio il suo balcone, in poco tempo ha creato un’oasi lussureggiante ed è diventata un punto di riferimento del verde urbano. «Il container gardening ti offre maggiore libertà e immediatezza. Hai un risultato estetico istantaneo, senza aspettare anni come in un giardino. Puoi coltivare anche specie tropicali perché d’inverno le porti in casa. Mettere fianco a fianco piante grasse e felci, perché stanno in vasi diversi. Cambiare la disposizione quando vuoi. E se traslochi, il tuo giardino viene con te».
Container garden: le regole base per iniziare
Il container garden ideale ha una base di piante sempreverdi, che lo rendono decorativo tutto l’anno, a cui aggiungere dei fiori annuali in base alle stagioni. «Amo accostare più piante in uno stesso vaso. Mi permette di creare un effetto molto naturale. Prediligo quindi contenitori piuttosto grandi, che resistono meglio agli agenti atmosferici e a chi ogni tanto si dimentica di innaffiare. All’interno interro varie piante piuttosto fitte: in un vaso da 30 cm di diametro riesco a farcene stare fino a 5» dice Isabelle Palmer.
Quando deve realizzare un progetto analizza prima le caratteristiche del posto, poi decide che effetto vuole ottenere e il tipo di piante da inserire. «Le mie parole d’ordine sono: “Thriller, filler and spiller”, che riassumono i tre elementi di una composizione. Il brivido è dato dal punto focale, qualcosa di particolare che attiri subito lo sguardo. Spesso sono le piante più alte sullo sfondo come i lupini, che svettano con le loro spighe floreali. Al riempimento, filler, sono destinate specie più basse come aquilegie, margheritone, zinnie, gerani. Devono creare una texture articolata e giochi di colore. Lo spiller è dato dalle varietà che traboccano ai lati del vaso. Sono specie leggere e un po’ ricadenti come la verbena, la petunia, le campanule, le margheritine dell’erigeron».
Anche per quanto riguarda i contenitori esistono delle regole da seguire. La prima è che i vasi siano sempre in numero dispari, perché i nostri occhi preferiscono l’asimmetria. «I miei materiali preferiti sono zinco, corten e terracotta. In un progetto cerco sempre di avere un filo conduttore che può essere il materiale, il colore, la forma. Lo stile dipende anche dal tipo di edificio o arredamento. Urban, country, o industrial, l’importante per me è che siano abbastanza sobri da non rubare la scena a fiori e foglie. Piuttosto li devono esaltare» dice l’esperta.
Container gardening: le soluzioni per spazi small
Anche negli spazi più difficili, secondo Isabelle Palmer c’è sempre una soluzione per circondarsi di verde. «La più semplice è un vaso grande con una spalliera molto alta, su cui far salire un rampicante facile, come il falso gelsomino. Ai suoi piedi il vaso va completato con aromatiche, salvie ornamentali e margheritone tipo quelle dell’echinacea.
Un’alternativa interessante sono i vasi appesi al muro o i basket agganciati al soffitto. Se si vuole un risultato d’effetto l’ideale è scegliere un cesto a maglie larghe da ricoprire di sfagno, un muschio, e riempire di terriccio. Facendo spiccare pochi fiori annuali che sbocciano per tutta l’estate come le dalie e i cosmos e giocando su sfumature dello stesso colore» suggerisce la garden designer.
Il consiglio per chi ha uno spazio in ombra è invece quello di focalizzarsi sulla bellezza delle foglie e sulle tonalità di verde. Un abbinamento azzeccato è dato dal contrasto fra i fiorellini verde acido dell’euforbia, con le grandi foglie verde scuro della fatsia japonica e la leggerezza delle felci. «Anche chi ha soltanto un davanzale non deve disperare» dice Isabelle. «Con un po’ di buona volontà si può perfino ricreare la bordura di un cottage garden. Basta una fioriera che occupi l’intero spazio della finestra. Sul fondo si possono piantare gli steli fiorati della digitalis, circondati da lavanda, anemoni o papaveri e dagli ombrellini aerei dell’achillea».
Il libro per approfondire
Se stai cercando ispirazioni ed esempi da imitare spiegati passo per passo l’ultimo libro di Isabelle Palmer Modern container gardening è l’ideale: ne ha davvero tanti. Sono divisi per periodi dell’anno e sono facilmente riproducibili, con fiori abbastanza semplici da trovare e coltivare. «Ho scritto il libro che avrei voluto trovare quando ho iniziato e che dedico a chi sta cominciando adesso» conclude l’autrice (18 euro, Hardie Grant Book).