Il lockdown ha cambiato le abitudini degli italiani. Chi ha iniziato a cucinare (il 63,6% ha preparato pasti genuini, dati Istat), chi ha inaugurato le videochiamate per sentirsi più vicino ai parenti (62,9%), chi ha sostituito la palestra con lo sport casalingo (22,7%). Io ho deciso di provare le coppette mestruali. Chissà se faccio statistica!
I motivi che mi hanno portato a questa scelta sono tanti. Prima di tutto, stando a casa, potevo finalmente provare quel piccolo contenitore di silicone che un amico mi aveva regalato anni fa (il suo lavoro consiste nel promuovere le start up che migliorano il mondo e allora si occupava di un progetto pensato per portare le coppette in Kenya). Poi, stupita dalla quantità di rifiuti che riusciamo a produrre in famiglia, ho pensato fosse arrivato il momento di dare un piccolo aiuto all’ambiente.
Ultimo, ma non ultimo, avevo qualche dubbio sulla capacità del ragazzo del negozio sotto casa di trovare la marca e il modello di assorbenti che preferisco e recapitarmelo (persino mio marito interpreta male le dettagliate istruzioni che gli fornisco, figurarsi un estraneo). Così, ho colto l’occasione per sistemare il cassetto del bagno e ritrovare quel piccolo contenitore a forma di campana trasparente che avevo conservato. un uomo su due dichiara imbarazzo e fastidio nell’avere rapporti durante il ciclo della partner. ora, però, sul mercato esiste la coppetta ziggy cup che consente la raccolta del flusso mestruale senza limitazioni per il sesso
Un uomo su due dichiara imbarazzo e fastidio nell’avere rapporti durante il ciclo della partner. Ora, però, sul mercato esiste la coppetta Ziggy Cup che consente la raccolta del flusso mestruale senza limitazioni per il sesso
Non posso dire sia andato subito tutto liscio. Anzi. Al primo tentativo di estrazione fallito, già mi vedevo a pietire attenzione nel pronto soccorso vicino congestionato da pazienti ben più gravi. Dopo un primo momento di panico, ho telefonato alla moglie del mio amico (fa il medico e lavora proprio in ospedale) che mi ha subito tranquilllizzata. «Non preoccuparti, mia sorella ha provato a chiamarmi nel mezzo della notte per lo stesso motivo» ha detto ridendo. «Basta che ti siedi, porti il bacino in avanti, togli l’effetto vuoto schiacciando la coppetta tra le dita e la tiri fuori». Detto, fatto.
La coppetta mestruale aiuta l’ambiente ed è economica
Così è iniziata la mia relazione (intima) con la menstrual cup. Che, in effetti, ha avuto subito ripercussioni positive sulla quantità di rifiuti prodotti e sul portafoglio. «Sono 21 milioni le italiane che ogni mese comprano gli assorbenti» mi spiega Manuela Farris, specialista in ostetricia e ginecologia e consigliere della Società italiana di contraccezione. «Una donna con un ciclo normale ne consuma 12-16 al mese. Calcolando che si hanno 13 cicli in un anno, il numero totale oscilla tra i 150 e i 200, per un costo dai 17 agli 88 euro. Non parliamo poi delle persone che soffrono di allergie e che devono acquistare prodotti specifici spendendo cifre più alte». Un punto segnato per la coppetta, dunque, che costa tra i 20 e i 30 euro e può durare fino a 10 anni.
Non solo: è anche un buono strumento per combattere la cosiddetta period poverty, un fenomeno che denuncia le difficoltà di tante donne a potersi permettere un’igiene adeguata durante il ciclo mestruale. Oggi in Inghilterra, dopo varie campagne di sensibilizzazione, i college hanno a disposizione un budget governativo per donare le coppette alle studentesse. In Italia, invece, non sono considerate beni di prima necessità e vengono tassate al 22% (la stessa percentuale vale per assorbenti e pannolini per bambini, ma non per il tartufo su cui viene applicata un’Iva pari al 10%). Irlanda e Canada hanno abolito l’aliquota.
La coppetta è adatta anche a chi ha flussi irregolari o abbondanti
Risolto il problema economico, me ne resta un altro. Se è vero che una donna nella sua vita in media trascorre con il ciclo una quantità di tempo che raggiunge i 7 anni io sono sicura che arriverò a 8 perché da quando sono bambina l’ho sempre avuto lunghissimo e abbondante. Le amiche che “in tre giorni ho finito” mi hanno sempre fatto grande invidia. Così mi chiedo, la coppetta è funzionale anche per me?
«È utile per chi ha cicli irregolari (si può sempre tenere in borsa) e per chi ha flussi importanti: la capacità varia dai 10 ai 38 ml, il tempo di utilizzo arriva anche a 12 ore e si può indossare di notte» prosegue la ginecologa. «L’igiene è garantita, non sono stati rilevati aumenti delle infezioni vaginali (anzi è dimostrato che riduce la diffusione della candida), una volta svuotato il contenuto, si lava il contenitore con acqua e sapone. I dati dicono che ci si sporca di meno e questo è un sostegno psicologico in più per le giovani donne che possono sentirsi a disagio perché meno esperte». Per stare sicura io ho svuotato la mia ogni 5 ore ed è andato tutto bene (tra l’altro, una volta messa, è come non averla).
Perché le coppette mestruali non sono così diffuse in Italia
C’è da chiedersi allora perché le coppette non siano così diffuse in Italia. «È un’abitudine che sta crescendo tra le ragazze, ma sono trasversali e utilissime anche per le donne con disabilità che, per esempio, hanno difficoltà a frequentare i bagni pubblici» avverte Farris. «Nella mia esperienza ho notato che le preferisce chi ha una maggiore confidenza con il proprio corpo e magari usa un metodo contraccettivo come l’anello che va inserito in vagina».
Per condividere dubbi e consigli sul ciclo, il brand svedese Intimina che produce coppette ha lanciato l’hashtag #whilebleeding, attraverso cui donne note e no condividono le loro esperienze. Su Instagram e Youtube trovi le storie di sportive, mamme, studentesse che raccontano come hanno affrontato cicli dolorosi o endometriosi. Io ho deciso che continuerò a usare la coppetta e la metterò in valigia per le vacanze (salvando spazio per l’ennesimo bikini). Questa volta sono in buona compagnia: uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet dice che 7 donne su 10, dopo averla provata, non la lasciano più.
Coppetta mestruale, alleata senza macchia
Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica inglese The Lancet, che ha analizzato 43 studi svolti su 3.300 donne e ragazze, afferma che le coppette sono affidabili quanto gli assorbenti nel prevenire perdite indesiderate (thelancet.com). Ovviamente bisogna scegliere la taglia giusta che varia in base all’entità del flusso, all’età, alle dimensioni del collo dell’utero e al fatto di aver partorito o meno.