Tra cosmetici che evocano la freschezza di fiori, frutti, semi e piante, la green beauty assomiglia sempre di più a una foresta incantata che, a entrarci, ci sentiamo un po’ Alice nel Paese della meraviglie. E siamo in tante a scegliere questi prodotti: secondo l’ultima indagine di Cosmetica Italia, le parole chiave del 2021 sono sostenibilità (+18,9% nel 2020 rispetto al 13,2% del 2018) e naturale/biologico (+10,9%). Ma come in tutte le favole si deve procedere con attenzione, perché lungo il cammino ci si può imbattere nella “regina cattiva”: quella delle scritte a volte ambigue e delle parole non facili da decifrare. Sai che, per esempio, un cosmetico chimico al 60-70% può riportare in etichetta “con estratti naturali”? E quali sono le differenze fra green, biologico e vegan? Con la nostra guida ti orienterai meglio.

Naturale, bio e vegan: che differenza c’è

Un primo passo per orientarsi meglio è conoscere le differenze tra prodotti solo naturali di qualità e quelli certificati biologici e/o vegani. «Un buon cosmetico green deve essere composto per almeno il 99% di ingredienti di origine naturale e, per il restante, 1% da molecole di sintesi, come conservanti e stabilizzanti» spiega Marinella Trovato, esperta di regolamentazione cosmetica e prodotti di origine vegetale, presidente di Siste, la Società italiana di scienze applicate alla piante officinali e ai prodotti per la salute (sisteweb.it).

Per ottenere il titolo di certificato bio i requisiti richiesti sono più stringenti. «I cosmetici organici devono contenere almeno il 95% di materie prime vegetali. Di queste, almeno il 70% deve essere anche bio, cioè non devono provenire da coltivazioni OGM o che prevedano l’uso di pesticidi, neppure quelli ammessi in agricoltura» dice l’esperta.

E quelli vegan? «Sono del tutto privi di sostanze di origine animale. Ma, sebbene contengano di preferenza ingredienti naturali e bio, possono anche includere sostanze di sintesi in buone percentuali» precisa l’esperta.

Come leggere l’elenco degli ingredienti

Importante per riconoscere un prodotto green è saper leggere bene l’etichetta. Prima di tutto l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), che riporta in ordine decrescente l’elenco degli ingredienti: prima le sostanze naturali appaiono nella lista e più numerose sono, più il cosmetico è green. «Le sostanze di origine vegetale hanno il nome botanico secondo Linneo, seguito dalla parte di pianta usata e il tipo di derivato riportati in inglese. Così, Aloe barbadensis leaf juice sta per gel di aloe vera; Butyrospermum parkii butter è burro di karité» spiega il cosmetologo Umberto Borellini.

In latino, invece, trovi le sostanze specifiche come acqua (Aqua), latte (Lac), miele (Mel), ma anche la vaselina (Parafinum liquidum). Gli altri ingredienti di origine chimica, sintetica o semi-sintetica, hanno la denominazione ufficiale in inglese (Sodium idroxide è la soda, Glycerin la glicerina). «I coloranti, infine, si riconoscono dal codice CI (Colour index) seguito da un numero in fondo alla lista, per esempio CI 191140 è il giallo, CI 42090 è il blu» precisa l’esperto. Puoi troverai i coloranti anche nei prodotti bio o vegan, perché non ne alterano le caratteristiche.


Il prezzo elevato non è per forza garanzia che un prodotto sia green. Ci sono ottime creme, fluidi & co., sia naturali sia biologici, anche low cost


Le sostanze “no” da tenere d’occhio

Un cosmetico green non dovrebbe includere sostanze chimiche non biodegradabili o che, allo stato attuale delle ricerche scientifiche, sembrino creare problemi alla pelle e all’ambiente. Perciò, occhio alla presenza di certi ingredienti: alcuni cosmetici annunciano direttamente (sul davanti della confezione) di non contenerli. Parliamo di microplastiche come Polyethylene (PE), Polyethylene terephthalate (PET) e Nylon, attualmente vietati per legge solo nei detergenti e negli esfolianti a risciacquo. E dei parabeni (nell’INCI finiscono per “paraben” preceduti da un termine inglese, tipo Methyl-paraben), conservanti che potrebbero disturbare i nostri ormoni e l’ecosistema marino.

«Attenzione anche a petrolati e derivati del petrolio (Paraffinum Liquidum, PEG e PPG, Ozocherite, Petrolatum), che tendono a occludere la pelle» dice Borellini. «Sono osservati speciali, infine, i siliconi, sostanze sintetiche non biodegradabili, che rendono piacevole la consistenza del cosmetico. Ma se sono in fondo all’INCI, quindi in basse percentuali, non danno problemi».

Scritte e simboli di garanzia

Se per riconoscere un buon cosmetico naturale devi decifrare l’INCI, per quelli certificati bio e vegan puoi contare su un aiutino in più: simboli e diciture specifiche. «Su scatole e flaconi dei prodotti biologici trovi in evidenza i loghi delle certificazioni più riconosciute: Natrue, Cosmos, Ecocert, CCPB, Icea. «Questi enti, pur seguendo standard molto diversi tra loro riguardo alle percentuali di ingredienti naturali e organici contenuti, mettono il loro marchio a garanzia del rispetto delle regole di produzione da loro stabilite» precisa Marinella Trovato.

Lo stesso vale per il vegano, confermato da simboli ad hoc. Per esempio la “V” con il girasole (marchio internazionale rilasciato dall’autorevole Vegan Society inglese) e l’italiano VeganOK, solitamente affiancati a Icea e Lav. E, ancora, su un prodotto green puoi trovare la scritta “cosmetico sostenibile”: vuol dire che il produttore ha rispettato in modo equo e solidale le risorse della Terra in tutte le fasi, dall’approvvigionamento delle materie prime (a km zero o tramite cooperative che sostengono le popolazioni locali), alla ripiantumazione di alberi, al minor impatto ambientale del pack, ma anche i diritti dei lavoratori. Green e “virtuosi”.