Ho letto che negli ultimi 2 anni il consumo di condom è crollato del 40%. Lo ha detto nientemeno che l’amministratore delegato della Karex, l’azienda malese che produce un profilattico su 5 nel mondo e che adesso, per far fronte alla crisi diversificando il business, si metterà a produrre guanti in lattice. Il dato, indice della recessione sessuale, è allarmante ma pure coerente con il periodo.
Per i single, che già prima della pandemia erano sfiancati dalla ricerca del partner-che-non-c’è, questo non è il momento più indicato per imbastire casting di anime gemelle, o per godersi la gioiosa promiscuità sessuale che l’assenza di legami monogami potrebbe offrire. Esiste uno sconosciuto col quale negoziare un aperitivo, che forse diventerà una cena, che forse diventerà sesso di incerta qualità? Qualcuno che meriti il rischio e lo sbattimento? A meno che non si tratti di Michael Fassbender con tampone molecolare negativo, forse no. Nella maggior parte dei casi, all’incontro con un estraneo di cui si ignorano valori e abitudini, si preferisce il binge watching di Emily in Paris.
Per le coppie che non vivono sotto lo stesso tetto (e magari sono in città, regioni o nazioni diverse), lo scenario non è migliore. Devono innanzitutto verificare che non ci sia un decreto che ne limiti la libertà di movimento; poi ci sono le quarantene, gli esiti dei tamponi, gli starnuti sospetti, quei problemini intestinali che magari dipendono dal sushi a domicilio, ma magari no, chi lo sa, meglio evitare; e quando finalmente si vedono non è che non risentano di tutte le paure e le incertezze del mondo esterno. Chi c’ha voglia di fornicare appassionatamente in questa apocalisse?
Poi ci sono le coppie che si sono ritrovate chiuse in casa, costrette in una convivenza complessa, spoetizzante, di quelle che a una certa non sopporti neppure più il respiro dell’altro. Due identità spogliate degli spazi personali, dei momenti di socialità, della progettualità che è la colla per tenere insieme i frammenti e i frantumi. La seduzione, il mistero, il non-detto che alimenta la tensione erotica: tutto è scomparso, e sono arrivate le tutone, le focacce nel forno, le case troppo piccole che sono diventate anche uffici e scuole.
Per carità, restano gli amanti, che forse sono tra i pochi esemplari della specie ancora animati dal fuoco sacro della passione, ma le loro liason clandestine sono più complesse che mai e gli espedienti per tenere vivo il desiderio non possono che transitare verso la virtualità.
Non sappiamo quando o come usciremo (se mai usciremo) da questo tempo che ha ridotto all’osso l’intimità tra le persone, la condivisione dei corpi e delle anime. Ma mi piace pensare che, come direbbero i Baustelle, «torneremo a fare l’amore, vedrai, a guardarci dritto negli occhi».