Non sapevo neanche io cosa fosse finché non l’ho fatta. La Diagonela è una leggendaria gara di sci di fondo in Engadina in stile classico. Si svolge ogni anno a metà gennaio e fa parte del circuito Visma Ski Classic, una specie di Coppa del mondo dello sci di fondo: una serie di competizioni (alcune molto antiche come la Vasaloppelt e la Birkebeinerennet) che dal 2011 si susseguono in sequenza tra Svezia, Norvegia, Austria, Repubblica Ceca, Svizzera e Italia. Si tratta del grandioso circuito che ospita anche la Marcialonga e la Dobbiaco-Cortina, sicuramente le gare di fondo più famose al mondo.
La Diagonela: perché è unica
Ma la Diagonela è leggendaria, oltre che nei record sportivi, nella bellezza dei suoi itinerari e nella lunga distanza, i 65 km che i campioni coprono in circa 3 ore e mezzo. Una distanza enorme, sulla carta e nella realtà, percorsa attraversando un bel pezzo dell’Alta Engadina, la valle svizzera tra il passo del Maloja e Zernez. Una valle incantevole a 1.800 metri, dolce, con laghi e leggeri pendii che ben si prestano a essere attraversati dagli sci stretti (250 sono in tutto i chilometri di piste battute per il fondo). Gli atleti la attraversano in diagonale – da qui il nome della gara – non solo in senso geografico, ma anche grazie al gesto dello stile classico che fa muovere il corpo come in una danza, disegnando appunto una diagonale tra la punta della mano e la punta del piede opposto. A guardare gli atleti e la perfezione geometrica della loro tecnica, viene da pensare all’uomo vitruviano, ma in volteggio sulla neve.
Tre le distanze da scegliere
Percorrendo il tratto più breve, La Cuorta (11 km) ho visto come gli atleti si arrampicano su questi pendii che disegnano con le loro morbide onde l’armonia della valle: una potenza di braccia e gambe che esplodono nello sforzo, per poi lanciarsi nelle discese sui loro sci stretti, leggerissimi, maneggiati con tanta destrezza che sembrano correre e pattinare sulla neve, più che scivolare.
Insomma, a guardare come campioni e campionesse ricoprono l’intero tracciato si può comprendere come siano tanti, tantissimi i livelli a cui praticare lo sci di fondo. Il loro, naturalmente, è il top. Parliamo delle eccellenze del fondo a livello mondiale, atleti che macinano centinaia di chilometri alla settimana. Ma la cosa meravigliosa e sorprendente è che a questa gara così prestigiosa possono partecipare anche i non atleti, come me, per esempio: persone appassionate e dotate di una certa tecnica, allenate questo basta per ricoprire con dignità gli 11 chilometri della versione Cuorta. Quella riservata alla categoria “elite” che, nella varietà anagrafica del suo assortimento, dimostra come lo sci di fondo si possa davvero praticare a tutte le età, dai bambini ai senior di 80 anni. Tra gli 11 km de la Cuorta e i 65 km de La Diagonela c’è poi La Pachifica: 27 km di pura bellezza (e una certa resistenza) da Pontresina a Zuoz.
L’itinerario de La Diagonela: per i campioni
La Diagonela parte da Zuoz, un villaggio con una manciata di case e belle piste da discesa esposte al sole, a dimensione famiglia, per attraversare Pontresina e Val Roseg, in mezzo al tifo degli spettatori. Perché sì, qui la Diagonela è un po’ come a New York la Maratona, dov’è la gente con il suo entusiasmo a spingerti a non mollare. La gara arriva a St Moritz e da qui punta fino a S-Chanf, per poi tornare indietro a Zuoz.
Il percorso de La Cuorta: per molti, con il giusto allenamento
La versione short (La Cuorta) compie un anello che parte e ritorna a Zuoz, con il traguardo nella suggestiva piazza del paese, un pugno di case che risalgono a poco dopo l’anno Mille, avamposti di indipendenza contro l’invasione degli Austriaci alla fine del 1400. Una storia antica di orgoglio e coraggio montanaro, che questa regione si porta dietro ancora oggi negli affreschi bellissimi che decorano gli edifici.
Il leggero dislivello all’inizio della gara, appena dopo il traguardo, seleziona da subito gli scattisti dai resistenti. Insomma, mette alla prova senza mezzi termini allenamento e muscoli. Poi finalmente le salite si assestano per inframmezzarsi alle discese in media ogni 300 metri. Non è sicuramente un percorso per tutti. Le salite e le discese, per quanto non ripide, sono parecchie e impegnative dal punto di vista tecnico, soprattutto quando la discesa si completa con una bella curva. Ecco, curvare sul ripido non è proprio semplicissimo. Bisogna concentrarsi sull’equilibrio e soprattutto tenere i talloni ben aderenti agli sci. Che non venga in mente di buttare il peso in avanti, come nello sci alpino: la rovina sarebbe totale! Per non cadere, il corpo deve restare indietro cercando di fare uno spazzaneve molto ampio, con gli sci ben inclinati a incidere di netto la neve. Le braccia sono come un pendolo che oscilla, in modo da bilanciare gli spostamenti del corpo e permettere così di restare in piedi.
L’allenamento è necessario
Insomma, con una tecnica non proprio elegante sono riuscita a non volare a terra nelle discese e ho tagliato il mio traguardo a Zuoz dopo circa un’ora e 40 minuti. Un tempo impietoso ma, pur essendo allenata nel Bungypump (la variante performante del Nordic Walking, quindi molto simile allo sci di fondo ma “a secco”) la fatica è stata tanta. Il movimento del fondo infatti chiama in causa tutti i muscoli del corpo, fino all’ultimo, reclutati a spingere in avanti scivolando. Occorrono fiato, resistenza e braccia forti. E grande impegno bisogna dedicare poi a mantenere l’equilibrio, fattore da non sottovalutare. Prima di cimentarsi anche solo nella “Cuorta”, quindi, conviene aver preso dimestichezza con i bastoni, almeno a secco, e aver lavorato al potenziamento di braccia e gambe.
Lo sci di fondo è democratico
Resta il fatto che lo sci di fondo è davvero democratico. È accessibile, a un primissimo livello, anche a chi non l’ha mai provato. E permette pure ai principianti di godersi una passeggiata nel bosco, immergendosi nel contatto con la natura e la neve. Anche solo mettendo gli sci stretti la prima volta, si riesce a percorrere un tratto sufficiente a sperimentare i primi movimenti, la base della tecnica. Oltre tutto con costi davvero ridotti: il noleggio per un giorno dell’attrezzatura (scarponcini, sci e bastoni) costa in media da 15 a 20 euro.
La località più nota dell’Engadina è la scintillante St Moritz, ma la valle è tutta da scoprire e conoscere. Per esempio Zuoz, partenza e arrivo de La Diagonela, è un villaggio a misura di famiglia, dove soggiornare a prezzi accessibili, come anche La Punt.
Dove dormire: Gasthaus Krone a La Punt, a Zuoz Hotel Allegra e Hotel Castell.