Un’esperienza incredibile: sorvolare Milano sul mitico dirigibile Zeppelin della Goodyear. Un’icona senza tempo che mi ha sospeso nel tempo e nello spazio di una città caleidoscopica.
Il dirigibile viene usato per eventi sportivi
Tutto è accaduto il 9 luglio, quando il dirigibile Goodyear è tornato in italia dopo più di 10 anni per fare le riprese aeree di una gara automobilistica, la WEC FIA World Endurance Championship all’autodromo di Monza. Spesso i dirigibili vengono utilizzati proprio per questo: vi è mai capitato di vederne uno in cielo? Ogni anno, è proprio un dirigibile che riprende dall’alto, con immagini altamente suggestive, la Notte degli Oscar. Poi l’abbiamo visto al Giro D’Italia del 2011, durante le Olimpiadi Los Angeles del 1984 e, poco prima, a due matrimoni reali e ad altri grandi eventi sportivi, come il Roland Garros del 1986 e il Gran Premio di Germania dell’85.
Quant’è grande un dirigibile?
Insomma, non è così raro vedere anche in Europa questo gigante dei cieli, lungo come due balenottere azzurre, largo come otto container affiancati e alto come un palazzo di quattro piani, che però si muove agile e lento, silenzioso come una macchina in autostrada: l’ideale per riprendere immagini a tutto campo a una distanza più che ravvicinata. Sulle città infatti vola in genere a un’altezza tra i 300 e i 500 metri. È proprio quello che è successo a me e che non avrei mai pensato di poter vivere.
Oggi i dirigibili sono come Airbus
Quello su cui sono salita – uno Zeppelin – è il modello per l’Europa, l’unico, che ha base in Germania, a Friedrichshafen, ed è realizzato dalla Zeppelin per la Goodyear, marchio americano che collabora da un secolo con l’azienda tedesca. Gli altri tre al mondo si trovano negli Stati Uniti, il Paese che negli anni Trenta ha alimentato il mito e il sogno del volo intercontinentale. Il dirigibile rappresentava il futuro dell’aeronatica, che si arenò nel 1937 con l’esplosione dell’Hindenburg nel New Jersey e quei 36 morti che segnarono la carriera di questa balena dei cieli. Una storia ormai lontana su cui si è messo un punto perché oggi i dirigibili sono delle aeronavi altamente tecnologiche, con i comandi come gli Airbus e tre motori ad elica.
Come si diventa pilota di un dirigibile
E che si tratti di una specie di aereo, te ne accorgi perché esiste una cabina di pilotaggio proprio come sugli aerei. L’unica pilota donna del mondo era quel giorno lì con noi e ci ha raccontato che per pilotare un dirigibile, oltre alla licenza di pilota commerciale con più di 1.000 ore, ci vogliono circa altre 50 ore di addestramento e 93 di teoria. Dopo si può fare un esame ma non è ancora finita: ci vogliono altre 50 ore sotto supervisione prima di poter volare da soli. Insomma, la voce sicurezza direi che si smarca facilmente.
Il dirigibile ha il motore di un Suv
Quando il dirigibile atterra, silenziosissimo come il motore di una macchina, ti accorgi che sarà come salire su un piccolo aereo, leggerissimo (al massimo arriva a nove tonnellate grazie alla sua struttura di alluminio e fibra di carbonio, quella delle macchine da corsa), silenziosissimo (come una macchina in autostrada), e un motore potente appena 600 cavalli, come un SUV. Quando arriva, infatti, sentiamo un rumore che, spalmato nel cielo, sembra il ronzio di un grosso calabrone. I piloti per atterrare incamerano aria nel pallone, che contiene elio (un volume pari a 25 milioni di bottigliette d’acqua). Ma noi ci rendiamo appena conto delle manovre perché siamo totalmente conquistati dall’eleganza di questo enorme palloncino. L’euforia però non mi impedisce di notare che una corda è stata lanciata, e il personale di terra l’ha afferrata e la trattiene, mentre i piloti cercano di tenere fermo l’apparecchio.
Come si sale sul dirigibile in movimento
La sensazione insomma è proprio quella di salire su un palloncino enorme, con tanto di filo! E le sorprese sono appena iniziate perché per imbarcarsi non c’è una scala fissa a terra, ma dei gradini sospesi, che devi rincorrere con piccoli passi mentre il dirigibile si sposta piano piano lungo la pista. Ed è esaltante anche salire, con gli equilibri di peso che vanno rispettati: mentre due persone scendono, altre due ne salgono, altrimenti il mezzo si sbilancia. E mentre sei attento a stare dal lato giusto, mentre gli altri scendono e alcuni salgono, in un attimo si salpa.
La cabina del dirigibile è una finestra gigante
E così ti ritrovi in una grande cabina oblunga per 14 passeggeri, una specie di finestra a 360 gradi sul cielo. In pochi secondi ci libriamo come un insetto felice e siamo sopra i tetti di Milano, che vista da qui è affascinante. Ma lo è ancora di più sorvolarla su questa gondola volante che fluttua come un palloncino, un acquario d’aria da cui mi affaccio attonita sulla città mentre i motori ronzano e mi sento come sulla ruota panoramica. La verità è che non sai dove guardare tanto hai fame di luce, azzurro e orizzonti. Si possono perfino tenere dei finestrini aperti e c’è chi si affaccia giù, tra le guglie del Duomo e le torri di CityLife.
La discesa con le montagne davanti
Il mio pensiero vola sui tetti, le piazze, le vie che da qui sembrano perfette e immacolate. E so già che in tanti ci faranno le foto dai loro smartphone: un dirigibile su Milano non capita tutti i giorni. Vorrei calare una scaletta e far salire chiunque per poter godere insieme di queste emozioni. Invece è già ora di fare rientro (mezz’ora passa così in fretta!), le montagne intorno a Milano ci abbracciano e ci accompagnano nella discesa dolcissima, avvolti dal blu e dal verde del Parco Nord.