Quest’idea del diventare invisibili passata una certa età me l’ha suggerita una lettrice nel primo pezzo che ho scritto. Era una vocetta che smantellava il mio ottimismo, e da subito mi son detta le devo rispondere.
Ma si sa, non sempre si ha la risposta pronta e alle volte è meglio contare non fino a 10 ma fino a 100 o anche 100.000.
Allora io farei diverse considerazioni.
La prima è che la sindrome dell’invisibilità colpisce a qualsiasi età. Ne soffrono gli adolescenti, che non sanno se vestirsi e acconciarsi come tutti per fare parte del gruppo e godere della visibilità dell’insieme, o rendersi il più diversi possibile sperando che quella diversità li renda interessanti invece che esclusi. E chi dice che non si ricorda quella sensazione a quell’età mente sapendo di mentire.
La seconda è che attribuire l’invisibilità al fatto che non si è più giovani è semplicistico e sommario. Cosa dovrebbero dire quelle che non sono mai state belle e neppure carine e gli uomini non si voltavano nemmeno quando erano nel fiore degli anni? O quelle che erano carine e anche molto ma non appariscenti e venivano notate solo al secondo o al terzo sguardo?
La terza considerazione è che in realtà, quando parliamo di invisibilità, non ci riferiamo solo allo sguardo degli uomini. Certo quello è il primo che viene in mente e sì, ormai è scientificamente provato che gli uomini guardano le donne giovani e belle. Salvo poi, per fortuna della riproduzione del genere umano, accompagnarsi anche a donne meno belle e mantenere delle relazioni durature, che comprendono quindi l’invecchiamento di entrambi.
Ma il senso di invisibilità parte da dentro di noi. Se così non fosse, non farebbe tanto male e non sarebbe così difficile da vincere. Sul sito di Oprah Winfrey, che è aperto ad un mondo di donne di tutte le età e di tutte le razze, ci sono i suggerimenti per capire perché e quando ci si sente invisibili, e come rimediare.
Infine, gira in questi giorni su FaceBook un post, che magari qualcuno di voi ha visto, con un bellissimo ritratto di quattro signore in età, vestite in modo eccentrico e bizzarro. Hanno una loro eleganza speciale, quella del tipo “a me piace così e allora?”, e la foto è accompagnata da una poesia, “quando sarò vecchia mi vestirò di viola”, di Jenny Joseph, che è anche una dichiarazione di intenti di come finalmente, a una certa età, ci se ne potrà infischiare delle convenzioni sociali e fare quello che ci pare.
Ohi ohi adesso direte, e le regole dello chic? Quelle con cui ci bacchetti ogni settimane?
Ma mie care, la regola base dello chic è essere se stesse!
Essere se stesse non vuol dire mettersi in mostra. Oddio, magari per qualcuna sì. Ma essere se stesse, ed essere chic, vuol dire che si sa che gli uomini non si gireranno a guardarci. Però quando parleranno con noi ci ascolteranno davvero, invece di fare finta di ascoltarci pensando a qualcosa d’altro…
E quando si è se stesse non si è invisibili. Non ci se lo chiede neppure: perché è molto più interessante osservare gli altri, che cercare di capire se gli altri ci guardano e come ci guardano!
Buona giornata, e aspetto i vostri commenti!