La valigia in una mano, nell’altra la carta d’imbarco e in tasca passaporto e melatonina: Elisabetta Canalis, che per lavoro e per amore saltabecca tra Usa e Italia, è la perfetta globetrotter. Infatti, se in Italia ci sono mamma e fratello, a Los Angeles questa ragazza nata a Sassari nel 1978 tiene famiglia. Composta da Brian, chirurgo ortopedico e suo marito dal 2014, e Skyler Eva, 6 anni, deliziosa biondina ben nota a chi segue @littlecrumb, l’account Instagram di Eli con quasi 3 milioni di follower.
Come si vive un po’ di qua un po’ di là? «Con il cuore diviso in due, non è semplice. Per fortuna il lavoro mi richiama spesso in Italia (Elisabetta Canalis conduce Vite da copertina, in onda su Tv8, ndr). Così io vedo la mamma, Skyler sta con la nonna e si fa un’immersione d’Italia, Paese che sente profondamente suo».
Elisabetta Canalis è la protagonista della cover di Donna Moderna in edicola l’11 novembre 2021 ed è anche la protagonista del servizio di moda:
Da 1 a 10 quanto sei vagabonda?
«11. Fin da ragazza ho avuto un animo randagio e gipsy. Il mio mito? Gli States. Non è un caso che poi abbia sposato proprio un americano».
Il tuo primo viaggio importante è stato da Sassari a Milano. Cosa ricordi?
«Quello è stato un viaggio determinante. Volevo andare a studiare Lingue “nel Continente” e alla fine ho scelto Milano. I miei genitori non erano molto convinti e hanno cercato di trattenermi in Sardegna con la promessa che avrei avuto il cavallo tutto per me».
Un cavallo?
«Facevo equitazione ed ero anche bravina, ma tra cavallo e Milano ha vinto Milano. Dopo un anno mi sono trovata quasi per caso al cast da velina. E ora eccomi qua».
Come sono stati i primi anni milanesi?
«Fantastici. Sono diventata indipendente economicamente (ma ho mollato l’Università). Lavorare a Striscia la notizia era un po’ come stare in collegio: a letto presto e uscite rarissime per non rischiare di finire sui giornali. Su questo Antonio Ricci era rigoroso: la velina doveva essere la ragazza della porta accanto, pulita e senza troppi grilli per la testa».
Partire ti mette ansia?
«Zero, viaggio leggera, soprattutto ora che ho imparato a far le valigie e sono riuscita a rendere il mio bagaglio sempre più completo e compatto. Però ci sono cose che continuano a sfuggire al mio controllo. Per esempio, sbaglio i caricatori dei vari device e mi tocca regolarmente ricomprarli. Anzi, ho una richiesta per i produttori di telefonia: potreste inventare una ricarica universale che vada bene con tutti gli strumenti?».
Viaggiare con una figlia piccola è complicato?
«Ormai la situazione è sotto controllo. E tenete conto che non mi muovo solo con Skyler, spesso vengono con noi almeno un paio dei miei quattro cani. È una migrazione, non un viaggio».
Strategie per intrattenere una bambina durante il volo?
«L’unica cosa che davvero conta in un viaggio molto lungo è dormire. E il segreto per me e mia figlia si chiama melatonina: la prendiamo, dormiamo come sassi e arriviamo riposate».
«Sì, sono sempre in movimento, viaggio in leggerezza. Ma è solo quando sono sulla mia isola, la Sardegna, che mi sento a casa»
Bagagli non pervenuti all’arrivo: quante volte ti è capitato?
«Talmente tante che ormai ho una strategia: nello zainetto che porto in cabina infilo un paio di slip, nécessaire per il bagno e una t-shirt in modo da sopravvivere per almeno 24 ore senza troppi traumi. Altro consiglio: se le valigie non arrivano, mantenete il sangue freddo e vedrete che nulla si perde, tutto torna».
Hai un viaggio del cuore?
«New York quando avevo 27 anni. La città era fantastica, rendo l’idea se dico che mi sembrava di essere sempre in una puntata di Sex & The City? Rooftop party, concerti al Village, mostre degli artisti più assurdi. In quel periodo ho conosciuto molti dei miei migliori amici».
Moda: differenze tra Usa e Italia.
«Moltissime. Gli americani non hanno il nostro stile e non lo dico in senso critico. E poi c’è America e America. In California, dove vivo, ci si veste seguendo una regola molto local: mettiti quello che ti pare. In Italia le regole sono tante: nessuno andrebbe alla Scala in shorts oppure in lungo a una festa dell’asilo. Dove mi trovo meglio? In entrambi i posti: mi piace il “take it easy” californiano, adoro la nostra classe».
E come la mettiamo con la tua terra, la Sardegna?
«Confesso. Sono sempre in movimento. Ma è solo quando sono sulla mia isola che mi sento a casa».
Servizio di Nicolò Milella — foto di Davide Nova — testi moda di Antonella Marmieri — intervista di Camilla Ghirardato
Make up Patrizia del Curatolo. Hairstyle Niki Epi – Aldo Coppola