Quarto posto alle Olimpiadi di Rio 2016. Un oro e due argenti ai Campionati del Mondo. Un argento ai Campionati d’Europa. Sono i risultati di quelle che chiamiamo Farfalle, perché la loro disciplina, la ginnastica ritmica, le fa somigliare a fatine alate. Ma la definizione a loro sta stretta. «È vero che tra tutti gli sport il nostro si distingue per il suo aspetto estetico» spiega Alessia Maurelli, capitana della Nazionale e aviere capo della nostra Aeronautica. «Ma preferisco il termine guerriere».
Ed è con l’hashtag #guerriere che la sportiva posta le foto del formidabile gruppo di atlete. Sai che la ginnastica ritmica è l’unico sport che obbliga le sue campionesse a un ritiro permanente? Le ragazze, una volta chiamate in Nazionale, si trasferiscono armi e bagagli nel centro federale di Desio (Milano), dove vivono, dormono e si allenano tutta la settimana, escluso il riposo domenicale. Una vita non per tutte e che pretende sacrifici incredibili sul fronte privato. Ne parliamo con la capitana Alessia Maurelli, annata ’96, che dal 2014 ha lasciato la famiglia nel Polesine per Desio. E che nel numero di Donna Moderna in edicola posa per noi con le sue compagne di squadra.
Non avevi ancora 18 anni e la Nazionale ti ha chiamata: nodo alla gola?
«Mi prendi in giro, vero? (e ride, ndr). Era il mio sogno, non aspettavo altro che quella telefonata. La ginnastica ritmica è il mio amore, il mio fuoco. È stato uno dei giorni più felici della mia vita. E la mia famiglia ha fatto festa con me».
A proposito di amori, come fate voi ragazze con i vostri?
«Scegliamo compagni molto pazienti. Alessandro, il mio ragazzo, non a caso un ex sportivo, capisce le mie esigenze. Si esce solo il sabato con coprifuoco alle 11. Sì, lo so, è un sacrificio, ma l’esperienza delle ginnaste come noi non dura a lungo. Iniziamo giovanissime e abbiamo pochi anni per esprimerci. Questo spiega anche il perché della nostra vita a regime quasi militare».
Raccontaci una vostra giornata.
«Ci svegliamo alle 7 e poi allenamento dalle 8 alle 13. Dopo il pranzo, alle 14 circa si riprende con la palestra fino a sera. Poi chi deve studiare, studia, anche se spesso siamo impegnate a fare fisioterapia, indispensabile per noi».
Com’è questa attesa estenuante delle Olimpiadi di Tokyo?
«Lo slittamento al 2021 è stato già un colpo e ora si comincia a mettere in dubbio anche quest’ultima data. L’allenamento deve avere un fine e, per un atleta, vedere il traguardo che si allontana è uno sfinimento. Ma noi vogliamo essere positive e crederci. La ritmica poi è una disciplina di movimenti automatici, che la ripetizione ossessiva affina e perfeziona. Vediamola così: se ci sarà un altro posticipo avremo più tempo per cesellare il nostro lavoro».
Hai vinto 34 medaglie d’oro, un’infinità di argenti e bronzi: quanto pesano sulle tue spalle di capitano?
«A volte il peso della responsabilità lo sento. Ma mai quando siamo tutte insieme in pedana. Prima di gareggiare ci uniamo in cerchio e parlo alle ragazze e in quel momento ci carichiamo di un’energia pazzesca. L’ultima frase prima di salire in pedana? Forza, guerriere!».
10 ragazze che dormono, mangiano e si allenano insieme: tensioni?
«Credimi, mai. La nostra intesa ha qualcosa di magico e quest’armonia nasce proprio dalla pedana dove, per regolamento, non è possibile parlare. Abbiamo così imparato a comunicare con gli sguardi. Sapete quante cose si possono dire con gli occhi? Tantissime. Quindi litigi zero e tanto reciproco aiuto e sostegno».
Siete unite anche nel tempo libero?
«Certo, il team funziona alla perfezione persino quando facciamo shopping. Una prova un abito nel camerino, l’altra controlla come le sta, l’altra ancora va a cercare un abbinamento diverso».
Chi del gruppo è la più fashionista?
«Noi italiane abbiamo la fama di essere le ginnaste più eleganti, grazie anche alle tute che Freddy ci mette a disposizione. Se proprio volete il nome della più trendy direi Martina Santandrea: i suoi genitori lavorano nella moda».
Beauty e ginnastica ritmica: un rapporto complicato?
«Niente affatto! Abbiamo solo bisogno di prodotti che assicurino ottimo risultato e massimo rispetto della pelle, e i prodotti BioNike che usiamo sono una sicurezza. Per il corpo scegliamo un idratante spray: comodo e strategico, crea una “presa” tra pelle e attrezzi. Sul lato capelli siamo meno disinvolte. Abituate allo chignon d’ordinanza finiamo per pettinarci sempre così!».
di Bruno Dall’Arche – foto di Davide Nova
still life beauty di Federico Miletto
testi di Antonella Marmieri
intervista di Camilla Ghirardato