Il Diavolo veste Prada compie 10 anni

Per chi lavora nella moda, ma non solo, il film Il diavolo veste Prada è diventato un vero e proprio cult e quest’anno spegne già dieci candeline. Il film diretto da David Frankel, tratto dall’omonimo romanzo Chick lit di Lauren Weisberger è uscito negli Stati Uniti il 30 giugno 2006, mentre in Italia il 13 ottobre dello stesso anno. Inutile dire che se lo ritrasmettono anche per la trentesima volta alla tv, noi saremo lì a guardarlo. Ecco cosa ci ha insegnato in tante frasi belle.

Ogni capo ha le sue fragilità

Sono ancora poche le donne che ricoprono ruoli di potere, ma quando capita occorre quasi certamente lavorare il doppio per assicurarsi credibilità e rispetto, purtroppo i pregiudizi e luoghi comuni sono ancora troppi. La parte più difficile rimane sempre una, coniugare carriera e vita familiare: la stessa Miranda vede il suo matrimonio naufragare alla fine del film, mostrando nella suite dell’hotel parigino che la ospita per le sfilate, le sue lacrime e la sua parte più fragile all’assistente Andy. Altro aspetto importante, per chi è abituato a vivere al massimo il suo lavoro, spesso i colleghi diventano gli amici che non hanno nella vita vera, con cui lasciarsi andare anche a confessioni personali.

“Io assumo sempre lo stesso tipo di ragazza: alla moda, magra ovviamente… e che venera la rivista, ma capita poi che si rivelino spesso, non lo so, deludenti e… stupide. Perciò con te, con quel curriculum notevole e il grande discorso sulla tua cosiddetta etica del lavoro ho creduto che tu potessi essere diversa, mi sono detta, provaci, corri il rischio, assumi la ragazza sveglia e grassa. Avevo una speranza, mio Dio, io vivo di speranze. Comunque alla fine mi hai deluso più tu di… di tutte le altre ragazze galline.”

L’abito conta anche se non t’interessa

Una delle prime lezioni che apprende Andy è che il suo abbigliamento non va; nonostante le sue reticenze iniziali, Miranda le fa ben capire che il suo maglione ceruleo, non è finito a caso in un grande magazino, ma sia la copia di quello che lei ha scelto di rendere trendy, dopo averlo visto proporre a Oscar de la Renta. La lezione è che, anche se pensi che la moda non ti tocchi e con lei le sue questioni, in un modo o nell’altro ne fai parte. E che l’aspetto conta sul posto di lavoro, altro che. 

“Tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te, tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito, per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapisil, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar De La Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee, e poi è stato Yves Saint Laurent, se non sbaglio, a proporre delle giacche militari di color ceruleo, e poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti, dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual dove tu, evidentemente, l’hai pescato nel cesto delle occasioni. Tuttavia quell’azzurro rappresenta milioni di dollari ed innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori dalle proposte della moda: quindi, in effetti, indossi un golfino che è stato selezionato per te dalla persona qui presente in mezzo ad una pila di roba!” cit. Miranda Priestley 

Se stai facendo carriera, qualcuno avrà da ridire

Gli amici ti invitano all’aperitivo ma tu non puoi perché hai una cena con il cliente che stai corteggiando da mesi; le amiche ti invitano per una sessione di shopping, ma tu hai da pianificare la tua settimana, comprese le trasferte del weekend; il tuo fidanzato si sente trascurato soprattutto quando apre il frigo e lo trova vuoto. Insomma, le persone che dovrebbero sostenere il tuo sforzo per affermarti, spesso, sembrano le prime a remarti contro e a farti notare, neanche troppo velatamente, che le stai trascurando. E tu divisa tra i sensi di colpa e il desiderio di portare a termine con successo i sacrifici di un anno, ti senti più sola che mai.

” La mia vita privata è appesa a un filo… Benvenuta nel club, è quello che succede quando cominci a funzionare sul lavoro, tesoro… Fammi sapere quando la tua vita va completamente all’aria, vuol dire che è l’ora della promozione.”

Andare a letto con un collega è sbagliato

Ok, Andrea era in crisi con il fidanzato, l’avventente gallerista interpretato da Simon Baker era lì a corteggiarla senza mezzi termini e oplà: momento di debolezza, qualche bicchiere di troppo, lontane da casa e la mattina dopo ti ritrovi nel letto sbagliato, rendendoti conto che il suo ego ti aveva affascinata, ma non potresti mai starci insieme, e neanche lui ci pensa lontanamente. Insomma, meglio lasciar stare gli ormoni, onde evitare sgradevoli ripercussioni sul lavoro.

Non essere ridicola, Andrea; tutti vogliono questa vita, tutti vogliono essere noi! cit. Miranda Priestley

Chi vi odia sul lavoro spesso vi teme

Capita ad Andy che, appena arrivata si trova ad essere trattata come una perfetta incapace dall’assistente in fieri Emily, interpretata dall’egregia Emily Blunt. Senza motivo, nonostante i modi gentili di Andy, Emily ci tiene a farle sapere che lei si sta preparando per andare alle sfilate di Parigi, mentre a lei (stagista senza gusto) non sarà concesso, e le declina le mansioni più basse per sentirsi importante. Nel giro di pochi giorni Andy si troverà ad avere imparato il lavoro, non solo meglio di Emily, ma di essere invitata ad andare a Parigi al suo posto. Ricorderete poi la scena fantastica in cui Emily appunto si trova in ospedale e mangia il suo budino, divorandolo, dopo mesi di dieta per l’evento parigino, accusando senza mezzi termini Andy di averle rubato il posto. Andy incassa, senza proferir parola, anzi provando anche tenerezza mista a pena per la povera Emily. 

“- Andy, sei molto chic.

– Oh, grazie, Emily. Tu sei così magra!

– Davvero? – Sì. – È per Parigi. Sai, sto facendo una nuova dieta, è molto efficace. Non mangio niente… poi quando sento che sto per svenire, butto giù un cubetto di formaggio.

– Beh, sta funzionando alla grande.

– Lo so. Ora mi serve solo una colite e arrivo al peso ideale.”