«Invece che fare la #BoilerSummerCup, ragazzi, non potreste fare la #FlowerSummerCup? Cioè chi regala più fiori a una ragazza vince. È una cosa molto più carina».
Con un video di pochi secondi su TikTok una giovanissima creator, Maria @marylinzemmy, ha compiuto un’impresa che di rado riesce, cioè ribaltare in positivo una di quelle challenge che partono come una bravata e diventano occasione per raccontare come le piattaforme scatenino il peggio nei ragazzi. In questo caso, invece, la storia ha un lieto fine.
La Boiler Summer Cup tra bullismo e misoginia
All’inizio dell’estate si è diffusa sui media la notizia di una challenge su TikTok chiamata “Boiler summer cup”, un concentrato di bullismo, misoginia, body shaming che consisteva nel corteggiare per finta le ragazze sovrappeso nei club, filmarle senza il loro consenso mentre ballavano e pubblicare il video sulla piattaforma. Non solo il numero delle ragazze ingannate faceva punteggio ma anche il loro peso.
La sfida è stata subito notata e raccontata, amplificando lo sdegno più che la partecipazione. Ma proprio sulla piattaforma di intrattenimento è partita la contro-sfida che invitava a rispondere a colpi di bouquet floreali. La proposta è stata subito abbracciata della community.
Tik Tok e la Flower Summer Cup
A questo punto TikTok ha deciso di supportare la rapida diffusione del video di Maria che ha superato gli 8 milioni di visualizzazioni e, alla stesso tempo, di mediare i contenuti della Boiler. «Nonostante non abbiamo evidenza che la “Boiler Summer Cup” sia un trend diffuso sulla piattaforma, il nostro team dedicato alla sicurezza continua a monitorare attentamente e rimuoverà qualunque contenuto dovesse risultare in violazione. Nel frattempo, stiamo vedendo la nostra community rispondere con video che condannano questo comportamento, contribuendo a creare uno spazio di condivisione sicuro» ha dichiarato un portavoce di TikTok.
In questo modo la challenge bullizzante è stata superata dalla viralità esplosiva della gentilezza grazie a una sinergia tra creator, community e piattaforma. «Quando ho pubblicato il video, il mio intento era quello di condividere gentilezza e generosità in un mondo in cui spesso ci si dimentica degli altri. Non servono grandi gesti, anche la semplicità di un fiore donato può migliorare la giornata a qualcuno» ha commentato Maria.
Una buona notizia per l’estate
La storia della Flower Summer Cup si somma a un’altra buona notizia di questa estate: la scelta in massa da parte dei maturandi della traccia che li invitava ad argomentare le loro conoscenze sui rischi della rete, i diritti e i doveri della cittadinanza digitale. Un tema che in tanti hanno scelto di svolgere forse perché l’esperienza personale su questi argomenti è ormai così vasta e pervasiva che qualunque ragazzo ne ha a sufficienza da scrivere un saggio intero. Ma il segnale va comunque letto con ottimismo: la privacy, la web reputation, il cyberbullismo, il cambio di paradigma nei linguaggi e nelle relazioni online per i ragazzi sono importanti e concreti. Forse più che per gli adulti.
Siamo interessati alle esperienze digitali dei ragazzi?
«Nelle nostre iniziative contro il cyberbullismo i giovani si lasciano sempre coinvolgere volentieri» spiega Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina, la Onlus che forma educatori, famiglie e ragazzi alla cittadinanza digitale e tra i suoi sostenitori annovera proprio TikTok. «Agli adulti invece quest’anno stiamo dedicando una serie di incontri in presenza che si chiama “Genitori in Blue Jeans” e ha già toccato 5 città italiane, ma è inutile negare che per 50 mila ragazzi che raggiungiamo facilmente in un anno, di genitori ne prendiamo 10 mila».
Dal tour “Genitori in Blue Jeans”, che nell’autunno 2022 toccherà altre 4 città tra cui Roma e Milano (la guida gratuita per chi non può partecipare si può scaricare scaricare qui) e dai numerosi incontri di formazione di Fondazione Carolina nelle scuole emerge che sono proprio i ragazzi a chiedere agli adulti più complicità nelle loro attività online.
Una parte importante della loro vita
«È cruciale che i genitori capiscano come funziona la nostra piattaforma e che tipo di esperienza possono fare i ragazzi su di essa» spiega Giacomo Lev Mannheimer, Head of Government Affairs and Public Policy Sud Europa di TikTok. «E non solo per ragioni di sicurezza. Si tratta di avere una possibilità di dialogo su argomenti che per un adolescente sono importanti. TikTok, nello specifico, fa intrattenimento e ci si va soprattutto per raccontare esperienze che avvengono off line. Quindi a non parlare con i figli della loro vita digitale si finisce per sembrare disinteressati a ciò che fanno in generale».
Questo non significa ovviamente che i ragazzi desiderino essere spiati né controllati, ascoltati però sì. E noi, quando i figli parlano di ciò che fanno in rete, dai videogame alle chat, siamo attenti, aperti al dialogo o liquidiamo la faccenda dando al massimo delle limitazioni orarie e lasciandoli da soli in un mondo che consideriamo più loro che nostro per diritto di nascita? A ogni educatore e genitore la risposta. Ma se questa condivisione iniziasse quando viene dato il via libera a tablet e smartphone, sarebbe grande il contributo alla tanto agognata consapevolezza digitale degli adolescenti che per adesso, vedi il caso della Flower Summer Cup, sembra più una bella sorpresa che la normalità.