Vecchie bistecche e fiorentine addio, ora è tempo di lasciare spazio alla carne “sintetica”. No, non c’è da storcere il naso, quanto piuttosto da incuriosirsi e magari provare le nuove tendenze alimentari del 2022. Secondo quanto riporta il New York Times, infatti, il 2022 vedrà una crescita esponenziale di nuovi alimenti sulle tavole, che comprendono carne prodotta in laboratorio, alghe, ma anche la riscoperta di funghi dei quali negli ultimi anni ci si era dimenticati, come i “funghi ostrica o geloni”. Ecco cosa potremmo assaggiare nei prossimi mesi e perché potrebbe farci anche bene.
I funghi sono ricchissimi di proteine
Ma quali sono i cibi più di tendenza nel 2022? Ad esempio proprio i funghi ostrica, meno conosciuti rispetto ad altri, come gli champignon o i porcini. Il nome, infatti, potrebbe non dire molto specie ai più giovani, ma si tratta di una varietà molto diffusa in Italia, nota con il nome di “funghi geloni” o “funghi orecchioni” per la classica forma e per il fatto che si trovano anche in pieno inverno. Tra le caratteristiche c’è la facilità a riconoscerli (ma è sempre meglio non raccoglierli se non si è esperti!), a coltivarli (sono molto diffusi nel nord Italia) e a cucinarli, insieme al fatto che hanno anche ottime proprietà organolettiche e terapeutiche.
I funghi sono un potente anti stress
«I funghi sono cibi con potenzialità molto interessanti da un punto di vista nutrizionale per la loro quota proteica e di carboidrati. Hanno anche funzioni adattogene, cioè la capacità di aumentare la resistenza dell’organismo a stress di varia natura: agiscono, infatti, sul sistema immunitario in chiave anti stress» chiarisce il dottor Francesco Balducci, medico anti-age e nutrizionista. «È chiaro, però, che non bisogna esagerare perché se li si mangia tutti i giorni possono sovraccaricare il fegato – spiega Balducci – Vanno piuttosto considerati una leccornia occasionale, da usare come fonte proteica accessoria perché forniscono proteine, anche se non in misura paragonabile a quelle animali».
Le alghe hanno Omega 3, proteine e carboidrati
Un’opinione positiva arriva per le alghe, considerare tra i “nuovi alimenti”: «Il vantaggio nutrizionale principale è che sono ricche di Omega 3, che sono i grassi che fanno bene e di cui sono note le proprietà anti-infiammatorie – spiega ancora il medico – Potrebbero sopperire a certi fabbisogni, anche per il loro apporto proteico e di carboidrati: insomma, contengono un po’ tutti e tre i macronutrienti, anche se non in maniera adeguata a una dieta equilibrata. Quindi, ben vengano, ma non pensiamo di cibarci solo o troppo di questi alimenti».
Il boom della carne sintetica e veg
Da tempo la parola “sostenibilità”, insieme a “green”, è entrata nel nostro vocabolario, ma è arrivata anche sulle nostre tavole, sotto forma di cibi sempre più attenti anche all’ambiente, alle ricadute che l’agricoltura e gli allevamenti intensivi possono avere sugli equilibri naturali. Le scelte al supermercato e nei negozi di alimentari sono sempre più orientate a questi aspetti e man mano, complice una maggiore apertura anche a sapori “esotici” o nuovi aumenta la gamma di piatti che entrano nelle nostre cucine. Un esempio è dato dalla diffusione della carne sintetica, che è diversa da quella “vegetale”. «Se funghi e alghe sono prodotti già presenti in natura, la carne vegetale è un po’ un ossimoro. Va bene mangiare vegetale, ben vengano hamburger di soia o legumi, anche se la quota di amminoacidi è inferiore a quella della carne, ma potremmo anche chiamarli in altro modo perché in realtà sono più surrogati vegetali» dice Baldini. «Lo stesso discorso vale per la carne sintetica, con qualche cautela in più: bisognerebbe leggere con attenzione le etichette nutrizionali, per verificare gli ingredienti specifici, la qualità e soprattutto la presenza di additivi. Non dimentichiamo, però, che si tratta di prodotti di laboratorio, quindi frutto di procedimenti industriali e manipolazioni elaborate» spiega il nutrizionista.
Come si produce la carne sintetica
Per ottenere carne sintetica, infatti, sono impiegate cellule staminali pluripotenti indotte (le cosiddette iPSC), cioè cellule del sangue o della pelle riprogrammate e tenute in un “mezzo di coltura” formulato con carboidrati, grassi, proteine e minerali necessari allo sviluppo. «Se davvero si vuole mangiare in modo sostenibile (e sano) si può sempre limitare l’apporto di carne, ma sceglierla con cura, magari da allevamenti non intensivi, oppure si può preferire pesce pescato (e non allevato massivamente) e di piccola taglia, o ancora uova biologiche da galline che razzolano a terra: questa è comunque una scelta sostenibile da un punto di vista ambientale e anche etico» dice il medico.