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Il senso di gratitudine è un dono innato: c’è chi riesce ad apprezzare la bellezza delle piccole cose ed è felice anche con poco, perché riconosce di essere parte di un disegno immenso e meraviglioso. E chi ha moltissimo ma non è capace di gioire e ringraziare, ed è quindi costretto all’infelicità.
È palese il rapporto tra l’essere grati e l’essere felici: più si sente il grazie come connessione profonda tra il mistero che siamo e il mistero dell’altro, della persona, del momento, e più si diventa felici. Del resto, come ha scritto il grande mistico e poeta persiano Rumi, «la gratitudine è il paradiso».
La gratitudine crea un legame profondo tra due soggetti, che è ben rappresentato nel termine portoghese che si usa per dire grazie: obrigado. Donatore e ricevitore diventano entrambi obbligati, ossia profondamente legati l’uno all’altro. Ringraziare significa, quindi, innescare un processo infinito di doni reciproci, di riconoscimenti, ringraziamenti e contraccambi interminabili. È il ciclo della vita che si fonde sull’inesauribile energia del dono.
Una delle poesie italiane più belle degli ultimi anni su questo tema è stata scritta da Mariangela Gualtieri, poetessa che ha saputo raccontare magistralmente, negli anni, l’inadeguatezza della parola attraverso l’uso sapiente e paradossale delle parole stesse.
Molti conoscono la poesia come Ringraziare Desidero. In realtà si tratta dei versi finali di Bello mondo, composizione contenuta nel libro Le giovani parole (Einaudi). Ti consigliamo di leggerla in questi giorni particolari che ci accompagnano verso la chiusura dell’anno. È un vero e proprio compendio di tutte quelle cose che riempiono la vita e l’universo e per le quali vale la pena rendere grazie al divino.
I versi di Mariangela Gualtieri sono la prosecuzione della lunga poesia del grazie che ha attraversato i millenni nella storia dell’umanità: se ne trovano tracce già nel Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi, in Miracoli di Walt Whitman e in Possibilità di Wislawa Szymborska. E, soprattutto, affondano in Altra poesia dei doni, componimento di Jorge Luis Borges nel quale il grande poeta argentino ringrazia per lo splendore del fuoco, per l’arte dell’amicizia, per le strisce della tigre, per i minuti che precedono il sonno, per la rosa e per molti altri dettagli del mondo che rendono l’esistenza ricca di senso.
Ringraziare desidero per il fatto che questa poesia è inesauribile / e si confonde con la somma delle creature / e non arriverà mai all’ultimo verso.
L’invito di Borges, ripreso da Mariangela Gualtieri, è chiaro: la poesia del grazie non può finire, e tu, e tutti noi, possiamo contribuirvi con un verso.
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Puoi ringraziare una persona per quello che vi lega, un pet che ha saputo farti compagnia, un momento della tua vita che quest’anno ti ha aiutato a fiorire.
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Ringraziare desidero per il profumo dei neonati.
Ringraziare desidero per il latte che fuoriesce dalla mozzarella di bufala appena addentata.
Ringraziare desidero per l’amaca.
Ringraziare desidero per l’accordo Fa#minore7.
Ringraziare desidero…
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Gli autori, Maura Gancitano e Andrea Colamedici, sono filosofi e fondatori di tlon.it. Il loro ultimo libro è L’alba dei nuovi dèi (Mondadori editore).