La vasocottura per chi, come me, si occupa di cucina non è una novità. Avevo già sentito parlare delle sue qualità e, dopo avere letto il libro Vasocottura di Cristian Mometti (Club Magnar Ben Editore), mi sono entusiasmata. Risultato: l’acquisto in blocco di vasetti di vetro di ogni dimensione.
Poi, come succede con la maggior parte dei miei improvvisi innamoramenti, il gran fuoco si è spento (complice la totale mancanza di tempo). E i barattoli, rimasti a lungo sulle mensole della cucina, sono stati riciclati per marmellate e verdure. Peccato però.
Così quando la settimana scorsa mi hanno invitato a una sessione di cucina sugli inVasati, mi sono precipitata. E mi sono ri-entusiamata.
Perché cucinare nel barattolo di vetro è facilissimo. Ed è solo la (mia) pigrizia mentale a bloccarmi.
Perché, in pochi minuti, si infilano nel barattolo gli ingredienti e si mette tutto a cuocere nell’acqua che bolle. Risultato? Il sapore del cibo viene esaltato e se ne apprezzano tutte le sfumature.
Perché è una cucina sanissima.
Lo conferma il dottor Giorgio Calabrese, nutrizionista, che ha commentato ogni passaggio dello chef Fabio Campoli mentre preparava le sue delizie invasate.
«Il vetro è un grande alleato della dieta mediterranea» ha spiegato «perché preserva a lungo e inalterati gli aromi e le vitamine degli ingredienti. Nei barattoli (di vetro) si conserva la freschezza, l’effervescenza e il sapore dei cibi, mettendoli al riparo anche dai batteri e dagli sbalzi termici che possono comprometterne l’integrità».
E perché si può fare tutto. Dal riso al pesce, dalla carne ai dolci. C’è un’unica regola: gli ingredienti devono essere freschissimi.
Volete mettere la soddisfazione di vedere i vostri amici a bocca aperta dopo aver piazzato sul loro piatto un barattolino con alici, gamberi rossi e giardiniera di verdurine croccanti? Magari personalizzato dal cartellino con il loro nome? Provate e vi godrete la mascella caduta.
Una gran scena e ben poca fatica, perché, leggendo la ricetta, capirete che la preparazione è semplicissima e la cottura più rapida di quella di un piatto di pasta.
Già il nome mette di buonumore, Trasparenza d’Amare. Per un barattolino servono 3 alici fresche, 1 gambero, 1 piccolo calamaro, 40 g di zucchine, carote e finocchi tagliati a striscioline, una spruzzata di succo di limone (16 g), 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva.
Il primo step è tagliare il calamaro a fettine sottili (julienne) e salarlo. Poi si condiscono le alici con un po’ di olio, un pizzico di sale (poco) e un filo di succo di limone. A questo punto si prepara il barattolo: si mettono le alici nel vasetto, lungo i bordi. Si aggiungono dei pezzettini di calamaro e il gambero e, al centro, si sistemano le verdurine. Si condisce con olio e limone, si chiude il barattolo e lo si cuoce immerso in una pentola di acqua che sobbolle per 8 minuti. Si fa riposare e ci si tuffa nella degustazione.
Se ve la sentite, potete lanciarvi anche con il FutuRiso, creazione ispirata al futurismo per coinvolgere tutti i sensi durante l’assaggio.
Per fare 1 barattolo servono 20 g di riso tostato (in padella con un filo di olio, spruzzato da un goccio di vino bianco), 30 g di acqua, 50 g di passata di pomodoro, 25 g di pomodoro fresco a cubetti, 1 foglia di basilico, 1 cucchiaino di olio, 1/4 di cucchiaio di origano e un pizzico di sale fino.
Nel barattolo si mettono 2 cucchiai di riso più 4 di composta di pomodoro (preparata mescolando gli ingredienti). Il tocco dello chef è stato aggiungere un cucchiaino di pesto di basilico.
Si chiude e si cuoce immerso per 36 minuti. Ricordatevi che, prima di assaggiarlo, il futuRiso va fatto riposare un quarto d’ora.
Lo chef raccomanda di gustarlo con un filo di olio extravergine d’oliva, origano fresco e nepitella (un’erba aromatica) da sfregare prima sulle dita.
Se queste ricette vi hanno incuriosito, ne troverete altre su Donna Moderna 47 nel servizio dedicato alla Vasocottura.
Le provate e mi raccontate se vi sono piaciute?
Stefania Carlevaro