Kate Middleton e Meghan Markle hanno raccontato di aver fatto ricorso all’hypnobirthing per affrontare meglio il momento del parto. Si tratta di una tecnica di rilassamento profondo nata in Uk, e ancora semiconosciuta in Italia. Qui da noi infatti, non esistono corsi pre-parto sul tema attivati dagli ospedali. Ma chi voglia apprendere le tecniche da utilizzare in autonomia durante il travaglio può rivolgersi a una serie di formatrici esperte presenti sul territorio. Come rintracciarle? L’abbiamo chiesto a una di loro: la psicologa abruzzese Ilaria Giangiordano, insegnante di hypnobirthing formatasi alla scuola di Katharine Graves, la stessa che ha diplomato le ostetriche che hanno assistito la duchessa di Cambridge.
L’autoipnosi aiuta il corpo a produrre gli ormoni giusti
L’hypnobirthing o parto con ipnosi è una pratica nata nel Regno Unito con lo scopo di superare la paura dei dolori del travaglio. Tutto ha preso le mosse da “Childbirth without fear”, opera del 1933 del ginecologo inglese Grantly Dick-Read, che per la prima volta ha posto l’accento sul legame tra ansie e tensioni e aumento dei dolori in sala parto. Le sue intuizioni sono state poi sviluppate in Inghilterra da Katharine Graves con il metodo hypnobirthing e in seguito anche in America da Marie Mongan. Ma a cosa serve hypnobirthing? “L’obiettivo è aiutare il corpo a produrre gli ormoni giusti. L’organismo di una donna in ansia produce ormoni che ostacolano il parto e lo rendono più doloroso. Viceversa con la calma il corpo secerne altre sostanze, come l’ossitocina che aiuta l’utero a contrarsi meglio). Così si agevola la progressione del travaglio con meno sofferenza” chiarisce la psicologa.
Un percorso, varie tecniche
Si tratta dunque di un corso di accompagnamento al parto che serve alle future mamme ad apprendere un metodo di rilassamento per autoipnosi, da applicare poi in autonomia durante la nascita, senza mai perdere lo stato di coscienza, come assicura l’esperta. Ma il corso anche a essere più informate sul parto per prendere al momento opportuno le decisioni più giuste per se stesse e per il proprio bebè. “Le donne che lo frequentano imparano a entrare in uno stato di auto-rilassamento profondo con l’ausilio di tracce audio e tecniche di respirazione abbinate alla visualizzazione d’immagini. Ad esempio – prosegue Giangiordano – un esercizio consiste nell’immaginare una mongolfiera che si eleva. Un pallone aerostatico che spicca il volo compie infatti un movimento verso l’alto. La stessa direzione verso cui si protende l’utero nel momento in cui si mette alla luce un bambino”. Le tecniche di hypnobirthing si possono sperimentare con tutti i tipi di parto: naturale, in acqua (in Uk è il più abbinato all’ipnoparto), ma anche cesareo ed epidurale.
A chi rivolgersi in Italia
Il parto con ipnosi è un metodo giovane, perciò nel nostro paese le mamme che l’hanno sperimentato sono ancora poche. Chi voglia apprendere le sue tecniche può rivolgersi alle formatrici provenienti dalla scuola di Katharine Graves, riportate sul sito ufficiale: in Italia a oggi ci sono cinque esperte certificate dalla scuola inglese. I corsi comprendono di solito quattro lezioni (da un’ora ciascuna) con una frequenza a scelta. È possibile anche accedere a un corso online, da seguire a distanza ovunque ci troviamo, con invio delle tracce audio in formato Mp3. Può partecipare anche il partner, la cui presenza è consigliata ma non obbligatoria.
In Italia sono oparative anche oltre 50 esperte formate da Il Parto Positivo®, un laboratorio ideato da Cecilia Antolini, filosofa e insegnante di Hypnobirthing formata a Londra con il metodo Katharine Graves e con il metodo americano HypnoBirthing by Marie Mongan, e da Silvia Dalvit, psicologa e neuroscienziata. Il loro approccio integra e approfondisce le tecniche di Hypnobirthing con elementi di neuroscienze e si rivolge a genitori e ostetriche.
Quando cominciare?
«Prima si inizia meglio è. L’ideale sarebbe dalla ventesima settimana in poi» mette in chiaro Giangiordano. «La formatrice può essere una psicologa, come tale esperta di tecniche di rilassamento e ipnosi, ma anche un’ostetrica o una doula (un’educatrice che fornisce sostegno in gravidanza)».
Un aiuto per prevenire la depressione
Il corso non ha nessun effetto collaterale e può essere frequentato anche da donne con gravidanze a rischio. «È consigliabile perché è un percorso completo, comprende le tecniche del gestione del dolore di tipo farmacologico e non. Aiuta a valutare e prevenire tutto ciò che può accadere il giorno in cui si partorisce. Una buona preparazione serve a prevenire il trauma da parto, che può scatenare la depressione post-partum. Infine, aspetto non trascurabile, le tecniche possono tornare utili anche nella vita di tutti i giorni, per affrontare le fatiche della vita da genitore. Inoltre qualcuno riferisce – conclude la psicologa – (anche se mancano prove scientifiche in proposito) che i bambini figli di mamme hypnobirthing siano più calmi, e risentano in un certo senso della maggiore serenità della mamma». Come se fossero nati con un certo aplomb, come dire, regale.