Sfidare la forza di gravità con il cuore in gola. Sfrecciare sospesi nel vuoto, tra giri della morte e discese in caduta libera, vincendo la paura a suon di isteriche grida liberatorie. E poi, un attimo dopo, ecco che ci si ritrova bagnati e felici in fondo a uno scivolo. O, come per magia, beatamente immersi in un mondo parallelo abitato da pirati, fate o dinosauri. Tematici o acquatici, marini o scientifici: cambia la tipologia dei luoghi, ma non la sostanza. Quello che conta è svagarsi. Facendolo nel modo più spericolato e spettacolare possibile, in una sfida che si rinnova di anno in anno a ritmo di creatività e tecnologia. Benvenuti nel meraviglioso mondo dei parchi di divertimento, un’industria che in Italia nel 2017 ha visto staccare oltre 17 milioni di biglietti.
Piacciono alle famiglie e ai ragazzi
«Il pubblico è assolutamente eterogeneo: il target privilegiato rimane quello delle famiglie, ma il parco è meta ambita anche da adolescenti, giovani e coppie che vogliono trascorrere una o più giornate in spensieratezza» spiega Roberto Canovi, direttore del sito www.parksmania. it, punto di riferimento per gli appassionati del genere. «L’estate poi è il periodo di maggior accesso e successo, con i parchi acquatici sempre più attrezzati per essere luogo di diletto e distrazione a 360 gradi». Suggestive scenografie, spiagge artificiali, show di qualità e tuffi tra onde reali e realtà virtuali: le principali novità di stagione arrivano proprio dall’acqua. All’Acqua Village di Cecina, per esempio, si inaugura Loko: uno scivolo “infuocato” in 3D grazie al quale si può provare l’ebbrezza di tuffarsi dentro un vulcano in eruzione. Mentre Mirabilandia, a Ravenna, lancia Mirabeach, un’area da 20.000 metri quadrati con la “Baia de Ondas” e scivoli dai nomi più che evocativi: “Rumba”, “El Cobra” e “Los Rapidos”.
«Adrenalina, sorpresa e scoperta: sono questi gli ingredienti che le persone cercano nei parchi» aggiunge Canovi. «Per i più giovani diventa una sorta di prova di coraggio, un misurarsi in un contesto totalmente sicuro ma che smuove emozioni forti». La sensazione di sfiorare il limite, l’ebbrezza del corpo in balia di forze e movimenti inusuali, il sentirsi parte di una tribù, di un rito collettivo: questo divertimento, di massa e codificato, assume quasi un elemento identitario.
Divertimento… e lunghe attese
I parchi sono un’esperienza sociale prima ancora che individuale. Lo spiega bene Emmanuela Carbé, che con il romanzo L’unico viaggio che ho fatto (Minimum Fax), ha elevato Gardaland a metafora della vita per parlare di sogni, desideri e quotidianità: «Penso che il significato simbolico più importante stia nella possibilità di un’esperienza completa: si tratta di un rituale che parte da una richiesta, ovvero convincere i genitori, passando poi alla preparazione, all’attesa, all’effettivo ingresso nel parco, e soprattutto alla rielaborazione, cioè alla narrazione successiva, che significa poter dire agli altri: “Io c’ero, io ci sono stato, io posso raccontarvelo”». E tutto il resto passa in secondo piano: la fifa, con genitori verdi in faccia che cercano di celarla davanti ai figli o teenager balbettanti che mai ammetterebbero di aver paura davanti agli amici. O le infinite attese, soprattutto nei giorni da bollino rosso, sotto il caldo asfissiante in attesa del proprio turno. «Credo che la noia occupi una grossa parte di una giornata tipo all’interno del parco» aggiunge Carbé. «Basta pensare alle ore di fila per salire su una giostra, cioè all’attesa del divertimento, il quale in genere è troppo breve per ricompensare la fatica. Ma se non ci fossero le file, se non ci fosse dunque la noia, non ci sarebbe alcuna soddisfazione».
I parchi più famosi d’Italia
Dall’Aqualandia di Jesolo al Rainbow MagicLand di Roma, da Odissea 2000 di Rossano a Etnaland di Belpasso (Ct), passando per i grandi classici come l’Aquafan di Riccione, l’intramontabile Italia in Miniatura di Viserba (Rm) o Leolandia, probabilmente il più amato dai piccolissimi, a Capriate San Gervasio (Bg): la mappa della fantasia e dell’intrattenimento è quanto mai variegata, con offerte per tutti i gusti. «Un trend in arrivo è quello dei pensionati» racconta Roberto Canovi. «Nel Nord Europa già succede: il parco, con le sue offerte, diventa un luogo da vivere. Con più panchine ed eleganti spazi riservati: dove riposarsi, rilassarsi e spassarsela in luoghi esteticamente belli e con un palinsesto di spettacoli ben realizzati.
I live show sono fondamentali e in questo noi italiani siamo molto bravi. Un esempio è Movieland, a Lazise (Verona): un parco a tema cinema con numeri unici al mondo proprio perché pensati e realizzati tutti dallo staff interno». Anche perché l’obiettivo dichiarato è che il cliente ritorni. A differenza della Carbé che a Gardaland non ci ha mai più messo piede. «Quando passeggio in città spesso mi dico: “Ah ecco, vedi, questo è proprio come nel parco”» conclude la scrittrice. «Con la differenza che, a Gardaland a un certo punto, quando sei esausto, puoi uscire».