Quand’è che ci siamo tutti convinti di abitare in una commedia romantica? Marcell Jacobs è l’uomo più veloce del Garda, quindi d’Italia, quindi del mondo – a ripensarci ancora non sembra vero – e dopo l’oro di Tokyo aveva promesso: adesso mi sposo. Pertanto con una scusa ha portato la fidanzata Nicole Daza sulla pista d’atletica privata in cui si è allenato durante il lockdown, e le ha chiesto di sposarlo. Nicole ha detto sì «più velocemente che lui a fare i 100 metri», e non c’è bisogno di essere esperti di romanticismo per intuire il valore simbolico di quel posto, dove lui andava a correre ogni giorno con in testa un obiettivo inaudito mentre lei restava a casa, confinata, con due figli piccolissimi (Anthony è nato a giugno del 2019; Megan a settembre del 2020). È la materia di cui sono fatti i lieti fine.
Lo sappiamo perché di quel preciso momento esiste una foto su Instagram: lui inginocchiato con in mano una scatola piccola e lo sguardo gongolante speranza; lei che invece con le mani si copre la faccia, a sottolineare incredulità lusingata. Sono Nicole e Marcell ma potrebbero essere Chiara e Gianmarco (Tamberi, oro olimpico nel salto in alto) oppure Sara e Fabio (Balaso, campione europeo di pallavolo): tutti fidanzati di fresco, tutti immortalati in posa paragonabile. Ma anche una qualunque coppia di amici con uso di social network, magari senza medaglia ma con la stessa determinazione a spendere una significativa quantità di tempo, soldi ed energie per organizzare una proposta di matrimonio da sdilinquirsi, come quelle che prima si vedevano giusto al cinema, appunto, o tra i divi più sbruffoni.
L’engagement dei fan sui social
Kanye West, per dire, quando ha chiesto la mano di Kim Kardashian nel 2013 ha noleggiato un’orchestra da 50 elementi e uno stadio da baseball illuminato a giorno – «Se avessi voluto una cosa romantica, l’avrei portata in un ristorante intimo» ha spiegato. Naturalmente, qualche mese dopo, alla serata è stato dedicato un intero episodio del reality di famiglia: se di mestiere devi mantenerti stabilmente avvincente per milioni di persone, ogni occasione è buona per aumentare il coinvolgimento del pubblico.
È quello che i social media manager chiamano engagement: serve a misurare l’impatto emotivo dei tuoi contenuti sulla vita dei follower (e quindi il tuo valore di mercato). Funzionano moltissimo le nascite, ma anche gli annunci di gravidanza; i matrimoni, ma anche gli annunci di fidanzamento.
L’industria dell’instagrammabilità
L’industria dell’instagrammabilità non lascia alcun caso della vita all’improvvisazione. Un paio d’anni fa c’è stato un principio di scandalo, perché il magazine The Atlantic ha rivelato che la “caccia al tesoro di fidanzamento” organizzata tra New York e Parigi dal compagno di una manager di Goop (l’azienda di Gwyneth Paltrow) e raccontata sui social minuto per minuto, era in realtà un progetto editoriale completamente sponsorizzato. Ma è stato un imbarazzo momentaneo: nessuno crede sul serio che Instagram sia la verità, e in un certo senso rassicura sapere che un rito vagamente antiquato come il fidanzamento possa essere invece un passo a due, coreografato dietro le quinte di comune accordo.
Pure nel caso di sorpresa autentica, peraltro, lo scopo è per definizione quello di «realizzare il sogno» altrui. Forse davvero Chiara Ferragni non sapeva di preciso cosa sarebbe successo, quando è salita sul palco del concerto in diretta tv all’Arena di Verona perché Fedez le chiedesse di sposarlo, ma senza dubbio non è tipa che si accontenti di un ristorante intimo. Per proporsi, insomma, prima bisogna aver prestato attenzione. In una società in cui le nozze sono innanzitutto la festa della sposa, il fidanzamento roboante è la rivincita del maschio vanitoso.