L’inizio dell’anno è solitamente accompagnato da una serie di buoni propositi che, spesso, rimangono disattesi. Se c’è una cosa che il 2020 ci ha insegnato, però, è che fare troppi progetti potrebbe rivelarsi inutile: meglio concentrarsi sui piccoli cambiamenti che possiamo gradualmente introdurre nella nostra quotidianità, senza stravolgimenti eccessivi che ci porterebbero ad abbandonare prima ancora di aver iniziato.
Rivoluzionare le proprie abitudini è infatti un processo lento e costante, come insegna la maestra dell’organizzazione Marie Kondo, autrice del bestseller Il magico potere del riordino (Vallardi 2014), protagonista della popolare serie Netflix Facciamo ordine con Marie Kondo, depositaria del cosiddetto metodo “Konmari” e anche proprietaria di un brand di accessori per la casa che porta il suo nome. Se sei curiosa sul suo metodo ma finora hai pensato fosse difficile iniziare, questo è il momento di provare la “Tidy Challenge”, un programma di otto settimane che funziona da introduzione alla sua filosofia della casa: ecco di cosa si tratta e perché, secondo noi, vale la pena provarla.
In cosa consiste la “Tidy Challenge”…
Come ha spiegato sul suo profilo, la “Tidy Challenge” consiste in un breve programma di otto settimane che funziona da introduzione al metodo Konmari. Ogni giorno si possono infatti fare dei piccoli passi che, con il tempo, si consolideranno in nuove abitudini. Prima di lanciarsi nelle pulizie frenetiche, per la prima settimana inizierai a familiarizzare con le basi del metodo dell’autrice giapponese. Kondo consiglia di provare a immaginare come vorremmo che fosse la nostra casa, quale vorremmo che fosse il tema principale dell’abitazione, quali i colori e i materiali dominanti, che tipo di profumo vorremmo sentire e di quanta luce abbiamo bisogno per le nostre attività.
La sua celebre frase «Quest’oggetto mi dà gioia?» nasce proprio da queste riflessioni, all’apparenza banali se non addirittura ridicole: trattare i luoghi che abitiamo come materia vivente ci aiuta invece a personalizzarli meglio, non ricoprendoli di oggetti ma piuttosto cercando di valorizzarli al meglio. Una lezione che abbiamo imparato una volta di più nell’anno appena passato, quando la pandemia ci ha costretti a casa per lungo tempo: in molti hanno trovato conforto, ad esempio, nella compagnia delle piante, che non solo ossigenano l’aria della casa ma aiutano anche a costruire un ambiente più favorevole allo smart working.
… e perché dovresti provarla
Nella seconda settimana, poi, è il momento di passare ai vestiti e alla riorganizzazione degli armadi, altro tasto dolente di molte case. Passando più tempo a casa negli ultimi mesi avrai sicuramente rivalutato il tuo rapporto con gli abiti: abbiamo visto infatti come per moltissime donne nel mondo il pantalone della tuta sia diventato tutt’altro che un segno di sconfitta, ma piuttosto una scelta pratica dettata dal telelavoro e dalle nuove routine, simile a quella di non indossare il reggiseno, mescolando vecchie istanze femministe e nuove esigenze nate dalla pandemia.
Dopo l’armadio è la volta dei libri, che spesso accumuliamo in maniera piuttosto casuale, quindi dei documenti, dei cassetti, dei prodotti beauty e così via: si tratta di fare piccoli passi che Kondo prova a trattare più come decisioni frutto di uno stato emotivo piuttosto che faccende da sbrigare. Alla fine della settima settimana avrai liberato il tuo spazio, organizzandolo secondo i tuoi desideri, e all’ottava potrai iniziare a reintrodurre quegli oggetti che sono “sopravvissuti” alla prima cernita: certamente sarà una bella soddisfazione!