«Indossare il pantalone della tuta è un segno di sconfitta», diceva Karl Lagerfeld, celebre stilista che ha disegnato Chanel e Fendi per più di quarant’anni e che ci ha lasciati nel febbraio del 2019. Eppure l’esperienza della pandemia, e quella dell’isolamento forzato che milioni di persone nel mondo si sono ritrovate a vivere negli ultimi mesi, ha profondamente cambiato l’attitudine di molti nei confronti dell’abbigliamento comodo, fino allo sdoganamento definitivo delle tute (se non proprio del pigiama) per lo smart working, a conferma di una tendenza già in atto nell’industria della moda da parecchi anni.

La scomparsa dell’abbigliamento formale, d’altra parte, non è di certo un fenomeno recente: sono almeno due decenni che assistiamo all’assottigliarsi delle situazioni in cui è richiesto un “dress code” specifico e sono oggi pochi, nel mondo occidentale, i luoghi in cui un abito formale è d’ordinanza. In mezzo ci sono state molte rivoluzioni di stile, dallo strapotere dello streetwear tra i più giovani, influenzati dal mondo dell’hip hop afroamericano, fino agli imprenditori del tech della Silicon Valley, che hanno dimostrato come si potesse essere uomini di successo anche senza la giacca e cravatta. E le donne? Anche per loro abiti e tacchi a spillo sono diventati sempre più una scelta che un obbligo, e la quarantena sembra aver ancora di più spostato l’asticella verso un guardaroba sempre più funzionale.

Il pantalone della tuta è cercatissimo online

Come riportano i dati pubblicati da Lyst , la più grande piattaforma mondiale di ricerche di moda, ha registrato un significativo incremento di ricerche del 104% per il pantalone della tuta grigio negli ultimi mesi. Ogni anno con l’arrivo dei mesi autunnali aumentano le ricerche per questo capi dovuto al ritorno alle attività fisiche dopo l’estate. Gli analisti di Lyst però sanno bene che nel 2020 non si può attenersi a ricerche di mercato degli anni precedenti in quanto la pandemia ha fortemente cambiato le abitudini dei consumatori online. La tendenza riunisce diverse altri “movimenti” che abbiamo visto affermarsi nella moda degli ultimi anni, dallo streetwear al boom dell’abbigliamento sportivo (leggings in particolare, i cosiddetti “yoga pants”) fino al cosiddetto “leisurewear”, ovvero quei capi e accessori pensati per essere comodi ma con un certo stile, con particolare attenzione ai tessuti e alle prestazioni. 

Ma la tuta è anche un fenomeno virale. Come racconta Max Berlinger su Gq Us, i pantaloni della tuta grigi, soprattutto quelli maschili, sono infatti diventati una sorta di meme (le immagini satiriche che girano su internet). Seguendo l’hashtag #GreySweatpants su Twitter e Instagram, infatti, si trovano molte immagini e battute che elogiano gli uomini che indossano i pantaloni della tuta di questo colore, cosa che li renderebbe irrimediabilmente sexy. «Benvenuti nella stagione dei pantaloni della tuta grigi. Per chi non lo sapesse, questo è il momento in cui il clima permette finalmente agli uomini di tirare fuori quei pantaloni dal retro del cassetto del pigiama. Una volta erano solo un’innocua opzione casual, ma negli ultimi anni è diventata una scorciatoia linguistica per chi preferisce sbirciare il corpo di un uomo piuttosto che ammirare le foglie», scrive ironicamente Berlinger.

I marchi più popolari

Dall’inizio di settembre, le ricerche di pantaloni della tuta grigi sono aumentate del 63%. Nike è tra i marchi più cercati: la ricerca per “felpa grigia” ha infatti segnato un +40% nelle ultime due settimane. Guardando agli ultimi due anni, l’intera categoria è cresciuta del 14% su base annua (tra il 2019 e il 2018) e del 38% su base annua (dall’inizio del 2020 a oggi). Come specificano da Lyst, in generale, la domanda inizia a salire in autunno (tra settembre e dicembre) di ogni anno, mentre e ricerche online vengono effettuate principalmente da ragazzi tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia, a causa della pandemia, il modello è leggermente cambiato poiché si è registrato stato un enorme picco nelle ricerche anche a partire da metà marzo ad aprile.

Come lavorare da casa (e i social) stanno cambiando il nostro modo di vestirci

Dopo una scansione dei dati più approfondita, il team di Lyst ha concluso che durante i mesi passati a lavorare da casa,  gli utenti online hanno cercato capi di abbigliamento più comodi per poter affrontare le giornate casalinghe. L’abbigliamento del lavoratore è mutato in questi mesi diventando più confortevole specialmente nella parte inferiore. La parte superiore, invece, è rimasta invariata in quanto viene solitamente ripresa dalle telecamere per le video call.

È poi curioso osservare come la seconda origine del trend parta dai social media, in particolare TikTok, dove migliaia di ragazzi in questi ultimi mesi si sono ripresi mentre indossavano questo capo d’abbigliamento. Un fenomeno, però, che non riguarda certo solo i giovanissimi. Basta pensare al successo dell’intimo modellante ma leggerissimo sulla pelle, come quello del marchio Skims di Kim Kardashian, e all’abitudine di molte donne, sviluppata proprio in quarantena, di fare a meno del reggiseno. “Comodità” è stata per lungo tempo una parola vietata nella moda e sulle passerelle, ma oggi più che mai le persone che hanno ancora voglia di fare shopping cercano capi che si adattino alla loro quotidianità. E una pandemia in corso è un dettaglio difficile da ignorare.