Si è conclusa la quattro giorni dedicata all’alta moda francese. Un’edizione particolare che ricorderemo soprattutto per l’ultima sfilata di Maria Grazia Chiuri per Valentino e, quindi, l’approdo ufficiale alla Maison Dior. Il vento di cambiamento è arrivato prepotente anche alle sfilate parigine, si rivela infatti una “crisi d’identità” di quello che gli stilisti decidono di portare in passerella e, soprattutto, definiscono come Haute Couture.
Haute Couture, un sogno ridimensionato?
Se una volta infatti, l’Alta Moda era il sogno creativo dello stilista, qualcosa che doveva lasciare a bocca aperta chi lo guardava e rendeva meno inibito – lo stilista stesso – di fronte al suo stesso estro e ai limiti imposti dai canoni della “vendita”, oggi non possiamo dire lo stesso. L’alta moda ha ancora senso di esistere? Perché in passerella arrivano sempre più spesso collezioni che sembrabo prese in prestito dal pret-a-porter, talvolta quasi duplicati. A quanto pare nuovi codici di comunicazione e nuove esigenze stanno venendo a galla, ridefinendo il significato stesso di questo appuntamento con la moda. Come tutte le rivoluzioni, durante la “battaglia” è difficile definire i confini del cambiamento, e di quello che resterà o andrà perso, non ci resta che cercare di scrutare e di comprenderne sfumature, desideri e motivazioni. La moda non si muove mai da sola, raccoglie in se tutti i colori delle epoche che viviamo, definendone spesso il “sentiment” , intendendo con questo anche l’opinione di spesa del consumatore finale.
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- Alberta Ferretti -
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- Atelier Versace -
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- Bella Hadid Atelier Versace -
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- Elie Saab -
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- Jean Paul Gaultier -
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- Maison Martin Margiela -
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- Schiapparelli -
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- Giambattista Valli finale -
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- Ralph and Russo trasparenze -
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- Ralph and Russo -
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- Accessori Francois Eymeric -
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- Dettagli Paris Haute Couture AI 16 17 -
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- Francois Eymeric trasparenze -
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- Francois Eymeric -
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- Haute Couture Paris Cover -
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- Georges Hobeika -
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- Georges Hobeika acconciature -
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- Valentino dettagli -
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- Valentino gorgiera -
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- Zuhair Murad -
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- Valentino finale -
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- VIKTOR-ROLF -
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- Gaultier con Anne Cleveland -
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- Zaino J. P. Gaultier -
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- Sfilata Vetements -
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- Finale Alberta Ferretti -
Il “minimal” et moralia di Vetements
La ricerca, la diversità, la cura nei materiali, le sperimentazioni l’Haute Couture è soprattutto questo, sebbene, forse per i tempi che corriamo quel sogno abbia dovuto ridimensionarsi e lasciare spazio a forze nuove che parlano alla gente “normale”. Tutta l’attenzione è stata infatti per Demna Vasalia e la sua Vetements (lo stilista è anche direttore creativo di Balenciaga) che ha portato in passerella capi sia maschili che femminili e decisamente anomali rispetto a quello che immaginiamo quando pensiamo all’Haute Couture.
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Gli italiani hanno fatto il resto
Quest’edizione dell’Haute Couture parigina sarà ricordata anche per il grande smalto apportato dagli stilisti italiani.Francesco Scognamiglio è andato in passerella per la prima volta con la sua collezione di Alta Moda. La sua è stata una scelta ragionata e giusta, come oggi tocca fare aldilà dell’estro stesso dello stilista, aldilà del fatto che “tocca fare” anche la collezione di alta moda, anche quando non si ha ispirazione o non vende nulla. A certi stilisti è il mercato stesso a chiederlo, come nel caso di Scognamiglio appunto, che da quando nel 2000 ha iniziato a lavorare da solo, proprio per le sue capacità di creare vestiti molto ricercati ha ricevuto richieste da Cina e Russia, che sono appunto i suoi clienti principali. Anche in quest’occasione ha confermato la sua attitudine alla stravaganza, non fine a se stessa, portando in passerella abiti in Pvc ricamati con cristalli e decori 3d, e coprendo il volto con veli tempestati di swarovski.
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L’Haute Couture avvicinabile di Alberta Ferretti
Anche l’italiana Ferretti ha sfilato, rispetto alla presentazione che era solita fare un passo avanti, nonostante i suoi abiti non siano realizzati totalmente a mano, fatto che li rende acquistabili anche da un pubblico meno ricco, che vuole però regalarsi il sogno di un vestito di alta moda. Una scelta questa decisamente fuori dal coro, rispetto agli altri stilisti che sfilano a Parigi.
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