Nick Cannon e Bre Tiesi sono diventati genitori del loro primo figlio, Legendary, lo scorso 28 giugno. Perché tanto clamore? vi chiederete. Perché la modella ha postato sui suoi profili social e su Youtube scatti e video del parto naturale avvenuto in casa e ampiamente documentato. Di star che condividono ampiamente i momenti più intimi della loro vita come la nascita di un figlio ne vediamo sempre più spesso. Ma a rumoreggiare in Rete non è tanto la scelta di rendere pubblico il momento della nascita, quando la decisione di partorire a casa. Come mai?
Il parto in casa di Bre Tiesi
«L’ho fatto», ha scritto la modella su Instagram, «Un parto in casa non medicalizzato tutto naturale. Questa è stata l’esperienza più umiliante/limitante, ma allo stesso tempo stimolante e potente della mia vita».
L’imprenditrice immobiliare ha anche voluto ringraziare tutte le professioniste ostetriche che le sono state accanto: «Non posso ringraziare abbastanza il mio team per aver fatto nascere mio figlio in sicurezza». Poi ha aggiunto: «Questa esperienza mi ha cambiata per sempre e non potevo chiedere un partner più straordinario. Papà ci ha mostrato quanto è cazzuto… Non ce l’avrei fatta senza di lui. Non posso credere che sia qui».
Nel suo Vlog la Tiesi ha documentato il momento passo dopo passo: dalla gravidanza, all’induzione naturale, fino al travaglio e al parto. “È Real RAW e spero che aiuti chiunque stia considerando un parto in casa non medicato”, ha spiegato.
Le polemiche sul parto in casa
«Facile optare per il parto a casa quando si ha un team di esperti tra ginecologo, ostetrica e medico al tuo fianco», scrive una follower. «I costi di un parto in casa non sono pensabili per una famiglia che deve fare i conti con le bollette». E ancora: «La sicurezza dove la mettiamo? Se ci fossero stati imprevisti per il neonato chi si sarebbe assunto le responsabilità?».
Tutte obiezioni e domande lecite. Ma non scordiamoci che, tra avanzate attrezzature, cure mediche e interventi urgenti, fino a non molto tempo fa, la maggior parte delle donne partoriva in casa. Chi poteva permetterselo aveva al proprio fianco un’ostetrica o una levatrice, chi no, sopportava il travaglio e i dolori del parto da sola. Ma oggi il parto in casa non è come negli anni Cinquanta.
Ma quindi, nella scelta di partorire a casa, c’è una sana e consapevole necessità di un ritorno alle origini, un bisogno di sentire un legame profondo con un luogo di appartenenza e avere accanto le persone più care capaci di accogliere il bambino con più calore? Oppure è semplicemente una moda lanciata dalle star d’Oltreoceano?
Le celebrity e il parto in casa
Di recente molte dive di Hollywood hanno optato per il parto in casa. Dalle modelle Cindy Crawford – «Partorire in casa? È stato bellissimo, una delle esperienze più belle della mia vita!» – e Gisele Bündchen che lo hanno scelto per entrambi i loro figli , alle attrici Jennifer Connelly, Thandie Newton, Julianne Moore e Lisa Bonet fino a Demi Moore che, già nel 1988, aveva fatto discutere con la sua scelta “azzardata”. Persino la chiacchierata Meghan Markle avrebbe preferito dare alla luce il suo Archie a Windsor (il cottage era stato ritinteggiato con colori ecofriendly atossici e genderless, niente azzurro per maschietti o rosa per femminucce) piuttosto che in ospedale.
Ma la duchessa avrebbe avuto, con ogni probabilità, come tutte le dive che partoriscono in casa, uno staff completo fatto di medico ginecologo che assiste al parto, pediatra, anestesista rianimatore, sia per l’analgesia alla madre, sia per intubare il bambino in caso di asfissia o sofferenza fetale, e infermiera, con tutto il supporto tecnologico e professionale del caso.
Regole e requisiti
Al di là dei costi, che in Italia si aggirano tra i 2500 i 3000 euro, esistono regole precise per poter partorire in casa. Innanzitutto la gravidanza deve essere fisiologica, a termine e non gemellare. Inoltre la “mamma” deve essere in perfetta salute e il bimbo normopeso e cefalico. Le ostetriche devono sempre operare in coppia, essere specializzate e ci dev’essere un ospedale nelle vicinanze a non meno di 30 minuti (la maggior parte dei trasferimenti infatti, avviene proprio perché il travaglio si ferma e serve un aiuto farmacologico per poterlo indurre).
Un desiderio rischioso?
Se in America le star riescono a trascinare l’opinione pubblica che sceglie sempre più spesso di imitarle e partorire a casa, nel nostro Paese invece è solamente il 2% dei genitori che sceglie questa opzione. La sicurezza del nascituro, infatti, viene prima di ogni necessità della donna: è vero che l’ostetrica è la protagonista della nascita fisiologica di un bambino, ma se all’improvviso ci si trova di fronte a una complicazione, il medico è l’unico che può risolverla. Quando va tutto bene, è evidente, l’opzione del parto in casa sembra essere la più gratificante. Soprattutto dal punto di vista emotivo. Ma se insorge un problema, le conseguenze possono essere tragiche e permanenti. Perché in campo ostetrico l’urgenza richiede un intervento competente in pochissimi minuti, altrimenti i danni neurologici per il bambino possono essere irreversibili.
Una scelta che sembra difficile da prendere: sarebbe bello poter avere, per tutte, l’accoglienza e il calore del parto in casa e la sicurezza della struttura ospedaliera.