Tira fuori lo scialle, rinfresca (se ce l’hai) la sottogonna, vai a caccia di un paio di deliziosi stivaletti con i bottoncini. Le Piccole Donne sono tornate, complici la serie tv Bbc dello scorso anno e l’attesissimo film che uscirà a Natale negli Usa e a gennaio in Italia. Diretto da Greta Gerwig, vede, tra gli altri, Saoirse Ronan nei panni di Jo, Emma Watson come Meg, Meryl Streep in versione zia March e Timothée Chalamet nel ruolo di Laurie.

Con questo 7° adattamento video, il celebre romanzo di Louisa May Alcott pubblicato nel 1868 continua ad affascinare generazioni di ragazze. Un ritorno che ha sapore di tendenza perché gli stilisti, anticipatori come al solito, hanno già fatto sfilare in passerella capi a foggia sorelle March. Come Alexander McQueen o Alexa Chung, che propongono abiti romantici in perfetto stile prateria con gonna lunga a campana, maniche a sbuffo, colletti pudicamente abbottonati e delicate ruches. O come Batsheva Hay che addirittura riedita il poke bonnet (il tipico cappello ottocentesco con visiera imponente e nastri sotto il mento) a mo’ di foulard.

Conquistate dalla nostalgia

«Non è la prima volta che la moda fa proprie suggestioni letterario-cinematografiche: non dimentichiamo l’esplosione delle bordature di pelliccia dopo il film Il dottor Živago o la gonna lunga più basco su ispirazione di Bonnie and Clyde» spiega Enrica Morini, docente di Storia della moda allo Iulm di Milano.

«Il fenomeno Piccole Donne si inserisce nel filone nostalgia anni ’70, quando ogni ragazza sognava i languidi vestiti a piccole fantasie fiorate e gonna lunga alla caviglia di Laura Ashley, la stilista gallese antesignana dello stile rurale, o shabby come si dice oggi». A proposito di Laura Ashley: su eBay le fan trovano in vendita più di 5.000 abiti vintage originali del celebre brand britannico.


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Marc Jacobs


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Paco Rabanne


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Alexander McQueen


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Alexa Chung

Fan di guanti e corsetti

Quali sono i capi su cui puntare? «Oltre all’imprescindibile prairie dress (letteralmente, vestito della prateria, ndr), scommetto sul corsetto che, nella sua evoluzione attuale, non è costrittivo e malsano come quello in cui si stringevano le ragazze dell’epoca, ma di tessuto morbido e con stringhe a contrasto» dice Anna Turcato, docente di Storia della moda allo Ied di Milano.

«Via libera alla sottogonna che, in accoppiata con il corsetto, regala quel look a corolla tanto aggraziato». Sì ai guantini abbottonati o di tulle ricamati (avvistati alla New York Fashion Week primavera/estate 2020), alle camicette di cotone spesso e alle mini bag da polso da portare come un tempo si faceva con il carnet de bal (il libriccino su cui si segnava l’ordine dei cavalieri con cui danzare). Menzione d’onore a scialle e mantella, ma occhio alle fantasie.

«I tempi della Alcott sono quelli della guerra di Secessione americana e quindi di povertà: memorabile, nel romanzo, l’episodio del vestito da sera bruciato per errore da Jo e la sua disperazione. I colori sono delicati, se non scuri. In rialzo le fantasie quadrettate o sobriamente tartan, quelle che ora spopolano nelle vetrine per cappottini e mantelle» consiglia Turcato.

Meno appariscenti e più determinate

Tinte sobrie, scollature assenti, lunghezze maxi: viene il dubbio che la tendenza Piccole Donne mascheri una deriva pudica. «Non lo escludo: le giovani sembrano sempre più indirizzate a una moda non appariscente ed educata» conferma Turcato. Che le ragazze, nella prossima stagione, si affezionino, oltre che allo stile senza eccessi, anche alla determinazione con cui la volitiva Jo March affermava se stessa e le sue passioni?