Il tennis piace sempre di più ma solo se è “in miniatura”. L’ultima tendenza si chiama pickleball, spopola già negli States e da noi un campetto è appena stato inaugurato sull’Isola d’Elba. Sì, la parola campetto non è usata a caso, perché il terreno di gioco ricorda quello regolamentare ma è ridotto a un terzo della grandezza. E le somiglianze con lo sport di Federer e Nadal finiscono qui.
«La racchetta è una pala corta, tutta in fibra di carbonio o grafite, la pallina è di plastica dura e forata» spiega Zelindo Di Giulio, presidente dell’Associazione italiana pickleball, che si prepara ad ospitare, dal 27 al 29 agosto in Abruzzo, i primi Italian Open di questa disciplina (www.pickleballitaly.org).
Il pickleball è adatto anche ai non sportivi
A vederlo così, sembra una specie di gioco con i racchettoni che ricorda il piacere e la spensieratezza delle sfide sulla battigia. «In effetti» continua Di Giulio «l’approccio è molto semplice, adatto non solo agli sportivi». In Europa, al momento, gli appassionati sono 13.000 ma negli Stati Uniti se ne contano già oltre 4 milioni e mezzo. Kim Kardashian si diverte a giocarlo anche nel suo reality di famiglia Keeping up the Kardashians, e su un campo da pickleball Bill Gates ha conquistato la (ormai ex) moglie Melinda. «Negli States i campetti sono diffusi quanto quelli da basket e tutti hanno sempre una racchetta nello zaino o in borsa, così quando si ritrovano in quattro sotto casa si mettono a giocare» racconta l’esperto. «Non serve una forma fisica perfetta perché la palla viaggia a un terzo della velocità, quindi è più facile da prendere. E visto che il campo è più piccolo si corre meno».
Poche regole e tanto divertimento
A questo si aggiunge il fatto che le regole da imparare sono pochissime: chi batte manda la palla in diagonale dall’altra parte e chi risponde deve prima farla rimbalzare: se sbaglia, il punto va all’avversario, altrimenti c’è il cambio battuta, come nella vecchia pallavolo. Questo però non vuol dire che sia poco impegnativo. Gli scatti continui richiedono un bel dispendio energetico. In più, stare piegati sulle gambe fa lavorare tanto i muscoli. Una cosa è certa: le partite possono essere così divertenti e adrenaliniche da creare dipendenza. Ellen De Generes ha dichiarato di essere ormai ossessionata dal pickleball, a tal punto da non riuscire a fermarsi neanche quando è stanca e sente che il mal di schiena è dietro l’angolo!
Il successo del padel
A far ben sperare per il futuro di questo nuovo sport in Italia è la felice evoluzione di un’altra disciplina, il padel, partito in sordina ed esploso negli ultimi 2 anni: qui la pallina da tennis non va solo rilanciata all’avversario, si continua a giocare anche quando viene respinta dalle pareti di vetro che circondano il campo. Il risultato sono evoluzioni e sfide all’ultimo respiro che hanno conquistato vip come Fiorello, Claudia Gerini e Francesco Totti, che si è fatto il campo nel giardino di casa.
Adesso è persino nata una start up, per organizzare in pochi clic partite in tutta Italia e diffondere ovunque club dedicati con campi, spazi per il benessere e angoli per lo smartworking dove nascono amicizie e relazioni professionali sul terreno della comune passione sportiva. Per presentare Z Padel, così si chiama la start up, in piazza Gae Aulenti, a Milano, sono arrivati 2 campi temporary che ogni giorno vengono letteralmente presi d’assalto (si può giocare fino al 23 agosto, prenotando su zpadelclub.com). Ed è ormai padel mania anche in tantissime altre città: a Roma basta una passeggiata lungo il Tevere per vedere tantissimi campi azzurri chiusi da vetri. In tutta Italia ce ne sono adesso oltre 3.000: erano appena 70 solo 4 anni fa.
Gli “sport minori” derivati dal tennis
Ma come si spiega il successo repentino di questi “sport minori” derivati dal nobile e antico tennis? «Sono intuitivi e coinvolgenti» spiega Elisabetta Bianchi, giocatrice di pickleball, che sta studiando il progetto per portarlo anche nelle scuole. «Quando cominci a giocare a tennis per la prima volta, prendi una palla su 100 e servono mesi di allenamento per disputare una partita. Nel pickleball, invece, su 10 palle al massimo ne perdi una e appena prendi le misure, tempo qualche giorno, puoi già sfidarti nelle partite e divertirti». Non è poco in un’epoca di feedback immediati e interazioni veloci.
«A padel possono giocare tutti» aggiunge Gaia Brunelli, giornalista sportiva di Sky (che ha acquistato i diritti del World Padel Tour) e coautrice di Quel fenomeno del Padel (Gribaudo). «Attira i ragazzi che oggi hanno più difficoltà di concentrazione ma anche le donne che, dopo i 40, a meno che non vengano da una storia sportiva, sentono di non avere molte alternative ai soliti yoga e Pilates. Tante mie amiche si sono rimesse in gioco provando di nuovo il brivido dell’agonismo. Per me è un’incredibile valvola di sfogo, una fonte di autostima costante. Il suono della pallina sui vetri è come una musica straniante che mi fa entrare in un’altra dimensione. Concentrandomi sulla coordinazione e i riflessi, svuoto la mente da tutto il resto e penso solo a divertirmi».