La pillola per la fine degli amori. La pasticca per dimenticare i ricordi dolorosi. Sembra incredibile ma è stata inventata davvero. Premessa doverosa: si tratta di un metodo nato a beneficio di chi ha subito traumi severi, come i veterani di guerra o i sopravvissuti ad attentati. Come funziona? Immaginando la memoria come un librone scritto a matita, esistono dei frammenti che possono essere sovrascritti.
Lo scienziato dei miracoli si chiama Alain Brunet, professore di psichiatria e ricercatore al McGill’s Douglas Research Center di Montreal. Un’ora prima delle sedute (una a settimana per 6 settimane) il paziente assumerà una dose di propranololo, che interferirà con i ricordi mentre li racconta. Insomma guarisci prima. Sembra un sogno.
Sulla pillola per dimenticare il mal d’amore il mondo si divide in 2. Quelli favorevoli: stare male non serve a niente. Il dolore non fa esperienza e si perdono anni, a rimettersi. Ne risente la carriera enormemente. Inutile far finta di no. Quelli contrari. È vero che il dolore non fa esperienza, ma stare male è tra i processi di crescita: il mal d’amore ti insegna a un certo punto a scegliere meglio tra i simili e ad abbandonare quelli che non ti vogliono. Se dimentichi di essere stato male per amore, non diventerai mai capace di quella piccola rivoluzione privata: saper riconoscere l’amore felice per riflessione.
Secondo me il partito del no ha in generale più ragione, ma il partito del sì è più convincente. In un film di Truffaut c’era questo scambio di battute: «L’idea che le storie d’amore che finiscono male possano essere curate in farmacia è divertente». «No, non lo è affatto». La verità, almeno per me, è che la pasticca per dimenticare in certi momenti sarebbe servita eccome, l’avrei buttata giù pure senza bicchiere d’acqua. E, dite la verità, pure voi.