Di sicuro conosci anche tu una cat lady. Da noi si chiamano gattare, amano i mici a dismisura e se ne occupano in mille modi. Ora immagina qualcuno che nutre un sentimento simile nei confronti delle piante. È il fenomeno delle plant ladies, che sui social si ritrovano negli hashtag #crazyplantlady e #plantparenthood. «Non siamo così matte da pensare che possano sostituire un figlio o un marito, ma crediamo che si possa essere legate emotivamente a una pianta e sia davvero bello vivere in mezzo a tante di loro» dice Isabel Serna (blacklambstudio.com), la designer di Miami che ha dato il nome a questo trend, raccontandolo in un libro (vedi sotto). E che è diventata un’icona per tutte le trentenni (età media delle plant lady) capaci di considerare il verde di casa come “uno di famiglia”.
I principi a cui ispirarsi per diventare una plant lady
Due sono i presupposti da cui parto queste super appassionate. Primo, con tante piante la casa diventa più accogliente e viva. Secondo, prendersi cura di loro, che sono a tutti gli effetti esseri viventi, crea una profonda connessione con la Madre Terra. «Nella mia famiglia si viveva in mezzo a piante e fiori e, quando ho deciso di trasferirmi e stare per conto mio, mi è venuto naturale circondarmi di verde» spiega Serna. «Pian piano mi sono resa conto che per me sono molto più di un oggetto decorativo e che tante donne della mia generazione la pensano così. D’altronde, le nostre sorelle maggiori sono cresciute con il mito del consumismo, mentre io mi sento più vicina ai Fridays for Future. È stato un attimo passare da I love shopping (adoro fare shopping) di Sophie Kinsella al mio slogan Every day is a good day to go plant shopping (ogni giorno è buono per comprare una pianta)».
Curare le piante regala benessere
Appartiene alla stessa generazione anche la plant lady Chelsea Williams (@thatschelsea), naturopata a Los Angeles. «La pandemia ha solo accentuato un trend che già esisteva» dice. «Certo, quando sei costretta a stare tanto in casa, come sta succedendo da mesi, senti ancora di più la necessità di avere la compagnia di qualcosa di vivo e che ti faccia sentire tale. Il mio appartamento è letteralmente disseminato di vasi e ho persino allestito un piccolo orto in cucina, con cui mi diletto e che mi aiuta a curare meglio l’alimentazione. Avendo tantissime piante, devo dedicare a loro gran parte del mio tempo libero, ma il benessere che ne ricavo è impagabile».
Il piacere di veder crescere le piante
Tra le plant ladies c’è chi va oltre, parlando apertamente di plant parenthood, cioè genitorialità nell’allevare le piante. Sono le plant mom (mamma delle piante) e danno anche un nome alle loro creature vegetali. Come la francese Flora Laurioux (@traqueuse.green), che ha contribuito a diffondere questo fenomeno in Europa. Lei lo spiega così: «Coccolando le mie piante entro in relazione con un’altra forma di vita e ne traggo un piacere immenso. Le mie piante mi hanno insegnato a essere paziente e ad aspettare con gioia l’apertura di una nuova fogliolina. Hanno bisogno di attenzioni continue per crescere e diventare forti. Per questo curarle può appagare, almeno in parte, l’istinto materno». Senza arrivare a tanto una cosa è certa: le case delle plant ladies, spesso assomigliano a piccole, curatissime giungle. E sono così belle che tutti vorremmo vivere in un ambiente così.
Plant lady: per saperne di più
«Sai di essere una plant lady quando ti basta guardare la tua monstera per sorridere» scrive Isabel Serna nel suo Crazy plant lady (Workman publishing), la bibbia illustrata che ogni amante delle piante dovrebbe tenere sul comodino. La puoi trovare, ma solo in inglese, negli estore internazionali come Amazon o Ibs, assieme al calendario di Serna, che ha immagini bellissime.
Su etsy, eBay e Wish, invece, impazzano tazze, t-shirt e attrezzi a tema, ma anche slogan motivazionali. Il più famoso è Home is where my plants are (Casa è dove sono le mie piante). Se ti riconosci in queste parole, hai trovato la tua tribù.