Miuccia Prada e il low cost

Quando WWD ha chiesto a Miuccia Prada se pensa di collaborare con le catene del fast fashion come fanno già (con successo di vendite) molti colleghi illustri, la stilista milanese è apparsa categorica nel sostenere il perché non pensa di farlo, mai.

"Non l'ho mai considerato, non mi piace l'idea di una brutta copia". – Ed aggiunge – "Se avessi un'idea ingegnosa per realizzare moda che costi meno, senza che sia la brutta copia di qualcos'altro, con differenti criteri e modo di fare le cose, lo farei. Per ora, quello che vedo, sono solo brutte copie. Anche con vestiti che costano meno, occorre chiedersi perché costino tanto meno. Perché nessuno se lo chiede, invece".

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Quindi, Prada dice no alle collaborazioni lowcost e la sua scelta non ci meraviglia. Del resto, Miuccia Prada è forse quello che rimane di più vicino al concetto di moda svincolato, per quanto possibile, dalle strategie di marketing.

 

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Non è questione di snobbismo

Spesso tacciata di snobismo, la stessa stilista ammette di conoscere le dicerie sul suo conto e spiega: "Alcuni intellettuali di sinistra dicono che sono costosa e orribile" – e aggiunge – "Ma come puoi vendere vestiti a quel prezzo? Io dico che è semplicemente il loro costo.  Se paghi le persone per fare tutto nel modo giusto, le cose diventano costose. Allo stesso tempo, coloro che criticano per l'inquinamento ambientale, quando arrivano ai prezzi credono che quello inferiore sia più democratico. Questo è un esempio di ipocrisia".