Per la maggioranza delle persone, 4.000 metri sono una distanza, poco più di un numero. Agli appassionati di montagna come me, invece, fanno venire in mente le montagne più alte e desiderate da chi ama l’avventura in alta quota. Solo nelle nostre Alpi ce ne sono 37!

Il Quattromila per molte donne è una sfida

Il Quattromila era un sogno, una sfida a cui cercavo di prepararmi ogni estate con trekking sempre più impegnativi perché, pensavo, prima o poi ce l’avrei fatta. Un’uscita su un ghiacciaio va pianificata nei minimi dettagli: ci vuole la guida, il meteo perfetto, l’attrezzatura giusta tra ramponi, corda, imbragatura e scarponi rigidi. Non ero la sola, però, a coltivare questo sogno. Mi sono ritrovata con altre 80 donne più giovani di me a salire verso la cima del Breithorn, in Svizzera, una vetta di 4.164 metri. Donne da India, Sud Corea, Sud Africa, California, Giappone, tutte insieme nella 100% Women, la cordata femminile più lunga del mondo.

Una sfida di 80 donne e 20 guide donne

A guidarci, divise in gruppi da quattro, 20 guide donne, che in Italia sono solo il 2% rispetto al totale delle guide alpine. Ma i tempi, mi dice Anna Torretta, stanno cambiando. Anna è una celebrità nell’ambiente. Pluricampionessa italiana e vicecampionessa del mondo di arrampicata su ghiaccio, è l’unica donna ad essere stata ammessa nella Società delle Guide alpine di Courmayeur, dopo aver fondato la scuola di alpinismo al femminile Avventura donna. Insomma, un’ispiratrice per quel movimento della montagna al femminile che sta crescendo a vista d’occhio tra offerte turistiche in alta quota e corsi di arrampicata. E mentre Anna mi infila i ramponi (sbaglio due volte il verso e non capisco come si allunghino questi strani pattini a 12 punte) penso che, con la salita verso il Breithorn, contribuiremo anche noi a spingere altre donne a uscire dalla comfort zone e a vivere un’avventura come questa.

Nicole Schafer
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– Training alla base del Längfluh con a capo della cordata la guida Anna Torretta.
Nicole Schafer
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– Anna Torretta, di spalle, spiega alle donne della “sua” cordata (Barbara ha la giacca rossa) come affrontare la salita.
Nicole Schafer
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– I ramponi si indossano come una sorta di pattini e occorre fare attenzione che i lacci siano ben fermi.
Nicole Schafer
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– La cordata a cui ha partecipato Barbara (la terza donna nella foto), guidata da Anna Torretta.

Il training per la sicurezza

Il giorno prima della salita proviamo a fare qualche passo sul Längfluh, uno spettacolare sperone di roccia e ghiaccio che domina il villaggio di Saas Fee, piccolo centro senz’auto nella Svizzera del Cantone Vallese. Il nostro training alla base del ghiacciaio è fondamentale per imparare a capire come muoverci senza pestare la corda che ci lega le une alle altre e cosa fare se una compagna di cordata si trovasse in difficoltà. Anna finge di cadere e noi le andiamo incontro. Avemmo dovuto invece buttarci a terra per contrastare la caduta, anche se l’istinto spinge a fare il contrario.

Il cambio di programma e la scelta del Breithorn

Quanto poi sia importante il meteo lo capiamo dal fatto che le nostre guide decidono di cambiare programma. Il giorno dopo andremo al Breithorn, nella valle di Zermatt, perché sull’Allalinhorn la neve è troppo morbida e troppo fragili i “ponti” tra un crepaccio e l’altro.

La salita al Breithorn

E così arriviamo all’alba alla funivia di Zermatt e raggiungiamo il Matterhorn Glacier Paradise, la stazione più alta d’Europa (3.883 m). Da lì, il Cervino vigile sulla destra, iniziamo a salire. L’altitudine si sente appena attacchiamo la vetta: il cuore batte di più e cerchiamo di fare respiri profondi inspirando con la bocca chiusa. Le salite fatte sulle Orobie nelle ultime settimane sono servite e copro in tre ore i 300 metri di dislivello su un sentiero tracciato nella neve. Stiamo in silenzio: ora parlare è difficile. Poi, arrivando sulla cresta, è tutto un grido, braccia in alto e abbracci: siamo in fila indiana su questa magnifica linea bianca, baciate dal sole e sferzate dal vento. Intorno la bellezza di altri Quattromila delle Alpi che ci vegliano solenni mentre iniziamo a scendere. La neve, con il caldo, cambia consistenza e bisogna stare attente a fare bene presa sui ramponi.

Tutte le donne possono fare un Quattromila

Arriviamo a gruppetti alla stazione della funivia, io tento una rincorsa per scendere a valle e riuscire a prendere il treno, ma mi ricredo subito. Non puoi correre a 3.800 metri. E con la mente comincio a rivivere ogni momento di questa giornata straordinaria. Che, oggi lo posso dire, molte di noi possono affrontare

Il progetto 100% Women

L’obiettivo di 100% Women è incoraggiare la presenza femminile negli sport di montagna e outdoor e ispirarle a vivere nuove esperienze, con offerte e promozioni fatte da donne per le donne. Un primo importante traguardo di 100% Women è stata, nel 2021, la scalata di tutti i 48 Quattromila della Svizzera in cordate interamente femminili: oltre 700 donne hanno contribuito al successo della 100% Women Peak Challenge.Per informazioni: Svizzera.it/women e sui social: #peakchallenge

Il campo base

Saas Fee offre un ottimo campo base per prendere confidenza col ghiacciaio del Längfluh e salire all’Allalinhorn con una guida, se il meteo lo consente. Chi non sale sul ghiacciaio può visitarlo con una funicolare sotterranea che porta alla stazione sciistica di Mittelallalin (3500 metri), con il ristorante girevole più alto del mondo e il padiglione di ghiaccio.

Dove dormire

Walliserhof Grand-Hotel & Spa (walliserhof-saasfee.ch), The Larix (the-larix.ch), Hotel Bristol (hotel-bristol-saas-fee.ch), Park Hotel (parkhotel-saas-fee.ch). WellnessHostel4000 (youthhostel.ch)