Uno zaino uguale per tutti, fornito dalla scuola insieme ad astuccio, diario, quaderni e ogni tipo di materiale di cancelleria che può servire durante l’anno scolastico: ad adottarlo è stata una scuola primaria di Novara, dove i genitori degli alunni pagano una somma a inizio anno con la quale l’istituto provvede a ogni necessità, fornendo materiale e strumenti per l’attività didattica.
L’iniziativa continua ad alimentare la discussione dopo essere diventata virale grazie a un post su Facebook. A pubblicarlo Monia Sangermano, con tanto di foto della nipote che porta sulle spalle lo zainetto “incriminato”. “Non mi aspettavo tutto questo clamore. Ho voluto condividere sulla mia bacheca una notizia che mi sembrava positiva, ma mi sono ritrovata tantissimi commenti: alcuni positivi, altri invece negativi” dice a Donna Moderna Sangermano, giornalista di StrettoWeb e MeteoWeb, che ha studiato e vissuto a lungo a Novara. “E’ come per la divisa o grembiule: ogni volta si ripropongono motivazioni identiche a favore o contro” spiega Giorgio Rembado, a lungo presidente dell’Associazione Nazionale Presidi.
Zaino uguale per tutti?
“Questa è la mia nipotina di 7 anni. Oggi sono andata a prenderla a scuola e mi ha spiegato che questo zainetto che utilizza non lo ha comprato. La scuola lo ha fornito, uguale, a tutti i bambini. Tutti con lo stesso zainetto, senza differenze tra chi ha “le principesse originali” e chi invece le “principesse dei cinesi”; senza differenze tra chi ha lo zainetto più bello e chi quello meno bello. E soprattutto, non so bene quanto costi uno zaino per bambini delle elementari, ma suppongo che bisogna mettere in conto almeno 50 euro, se non di più. E questo, pratico, leggero e spazioso, lo fornisce la scuola ad un prezzo simbolico che include anche diario, astuccio, quaderni e tutto il materiale che serve per la scuola per tutto l’anno.” Così ha scritto Sangermano sul proprio profilo Facebook, aggiungendo: “A me sembra una cosa meravigliosa. Un grande segno di civiltà e di attenzione sociale. Niente. L’ho voluto condividere su Fb perché so di avere tanti amministratori, insegnanti e dirigenti di più parti d’Italia tra i miei contatti, e magari potrebbe essere d’ispirazione. Le cose belle e utili è meglio condividerle”.
Le reazioni: favorevoli e contrari
Monia Sangermano si è però ritrovata la bacheca social invasa da reazioni e commenti, che hanno mostrato una vera spaccatura tra favorevoli e contrari: “La maggior parte ha commentato in maniera positiva, chiedendo anche informazioni per capire se l’iniziativa possa essere adottata negli istituti frequentati dai propri figli. Altri, invece, hanno bocciato l’idea, sostenendo che in questo modo si vogliono uniformare i gusti dei bambini” spiega la giornalista.
“Io credo che sia come per il grembiule. La maestra che ha proposto il progetto, avallato dalla Preside, in realtà voleva creare gruppo, rendere unita la classe. I gusti dei bambini rimangono tali, a prescindere dal fatto che abbiano lo zaino o l’astuccio uguali. Io mi chiedo: ma allora i giocatori di calcio cosa dovrebbero fare?”.
Non sono mancati neppure coloro che hanno dato una lettura “ideologica” dell’iniziativa: “Qualcuno ha assimilato i bambini con lo zaino uguale ai Balilla di epoca fascista, altri invece hanno evocato il comunismo” aggiunge Sangermano.
I genitori
Alle famiglie dell’Istituto Bottacchi di Novara è stato chiesto un contributo una tantum a inizio anno (pari a circa 100 euro), per coprire le spese di tutte le attività didattiche, quindi zaino, astuccio, diario e materiale di cancelleria, compresi due quaderni, “perché l’insegnante utilizza un metodo innovativo usando solo due quaderni e facendoli portare a casa una sola volta alla settimana. I libri rimangono a scuola, quindi lo zainetto risulta estremamente leggero”. Niente zaino trolley, dunque, né pesi eccessivi sulle spalle. I genitori sono molto contenti e hanno appoggiato l’iniziativa.
“L’unico modo per far passare questo tipo di progetti, infatti, è quello di coinvolgere preventivamente i genitori: se questi sono d’accordo si possono ipotizzare iniziative analoghe, altrimenti non è possibile, perché non si può obbligare nessuno, in una scuola pubblica, ad adottare strumenti uguali per tutti – spiega Rembado – Non a caso per trovare iniziative del genere bisogna cercare in alcuni istituti paritari non statali”.
Fare gruppo o dare spazio alla personalità?
Il dilemma riguarda soprattutto questo aspetto: “Avere lo stesso zaino non risponde solo all’esigenza di adottarlo uguale per tutti, ma può essere visto anche un elemento identitario, per costruire un’identità di gruppo all’interno della stessa classe o scuola. Al contrario, coloro che non apprezzano questa idea sostengono che possa incidere sulla capacità di scelta o sulle decisioni normalmente prese dalle famiglie in modo autonomo. Nel caso di studenti più grandi, poi, si ritiene che limiti la manifestazione della loro personalità”.
A qualche ora dal primo post su Facebook, Sangermano è tornata sull’argomento, postando questa volta la foto di alcuni degli astucci, forniti bianchi dalla scuola e poi colorati dai bambini, spiegando: “Le foto a corredo di questo post sono la dimostrazione che, lungi dall’omologare i gusti dei bambini, le dotazioni di cui dispongono stimolano la loro fantasia e vengono personalizzate molto più di quanto si potrebbe fare con degli zainetti griffati, già colorati e, quelli sì, omologati a ciò che ‘richiede la massa’”.
Il diario uguale per tutti
Se la primaria Bottacchi di Novara ha adottato tutto il materiale uguale per tutti, sono molte le scuole che da qualche anno hanno iniziato a introdurre il diario di istituto, identico per tutti gli alunni delle primarie e secondarie di primo grado (le medie). Ad esempio, anche all’Istituto comprensivo di Vezzano Ligure (La Spezia) da cinque anni il diario è fornito dalla scuola, al costo di 6,50 euro: è l’unico ammesso e i genitori versano il contributo a inizio anno, insieme all’assicurazione (obbligatoria) e al contributo volontario a sostegno dei progetti portati avanti dalla scuola. “Il diario scolastico è in vigore da 5 anni e rappresenta l’unico strumento ufficiale di comunicazione scritta tra la scuola e i genitori: oltre ad avere le foto dei bambini, illustra i lavori svolti nel corso dell’anno scolastico precedente, ha un apposito spazio per orario e compiti e vi sono inseriti anche i moduli che altrimenti andrebbero di volta in volta richiesti in segreteria: i permessi di entrata o uscita anticipata, le giustificazioni d’assenza, le autorizzazioni per le uscite didattiche, ecc.” spiega a Donna Moderna Veronica Settimini, rappresentante dei Genitori in Consiglio di Istituto.
“Il Consiglio di Istituto lo ha adottato all’unanimità e ad oggi è uno strumento che piace sia ai genitori che ai bambini: ognuno, infatti, se lo personalizza come preferisce, con adesivi, disegni o scritte”.