La scuola si prepara a rimanere aperta anche dopo la consegna delle pagelle o la conclusione degli esami di terza media e della maturità (e la tendenza parte già dagli asili nido). Sport, musica, teatro, ma anche lingue straniere, informatica, educazione alla legalità, cittadinanza italiana ed europea, e cura dei beni comuni sono alcune delle materie alle quali sono dedicate lezioni di approfondimento e laboratori per l’estate 2018.
Il progetto “La scuola al centro” torna anche quest’anno e vede coinvolte 4.633 scuole in tutta Italia, che hanno presentato la propria candidatura per ottenere i fondi per realizzare le attività.
Con un totale di oltre 187 milioni di milioni di euro di stanziamento, l’obiettivo del Ministero dell’Istruzione (MIUR) è quello di potenziare l’offerta formativa e diminuire la dispersione scolastica con aperture pomeridiane, ma anche offrire la possibilità di sviluppare progetti pure d’estate, andando incontro alle esigenze delle famiglie con padri e soprattutto madri che lavorano a luglio.
Ma come funziona e quali sono gli istituti attivi anche in orari extrascolastici?
I progetti “La scuola al centro”: le eccellenze aperte d’estate
L’Istituto comprensivo di Santa Teresa di Riva (ME), che comprende scuola dell’infanzia, elementari e medie, ha puntato sull’educazione motoria, lo sport e il gioco didattico, con un progetto chiamato “La parola fa uguali – A scuola di Fair Play”. Partendo dal “Codice europeo di etica sportiva” del Consiglio europeo (1992), si ricorda il principio del gioco leale, il fair play, molto più esteso del semplice rispetto delle regole: “Incorpora i concetti di amicizia, di rispetto degli altri e di spirito sportivo. È un modo di pensare, non solo di comportarsi. Esso comprende la lotta contro l’imbroglio, le astuzie al limite della regola, la lotta al doping, alla violenza (sia fisica che verbale), alla disuguaglianza delle opportunità, alla commercializzazione eccessiva e alla corruzione” si legge nella descrizione.
All’Istituto C. Colamonico – N. Chiarulli di Acquaviva delle Fonti (BA), il potenziamento delle competenze di base viene affrontato con attività digitali. “In un contesto scolastico in continua evoluzione, l’utilizzo della tecnologia nella didattica è di estrema importanza – spiega l’istituto- perché offre agli alunni, anche ai più demotivati, sia nuove opportunità di partecipare attivamente al processo educativo all’interno di comunità virtuali, sia di potenziale le competenze di base”. Ecco, allora, la realizzazione di un “diario di bordo della scuola, un giornale online, una bacheca, un blog per permettere la comunicazione interattiva”.
Tra gli istituti superiori che hanno avviato da tempo l’estensione dell’orario scolastico, con corsi pomeridiani ed estivi c’è anche il Liceo Classico Statale – Linguistico e delle Scienze Umane L. Crespi di Busto Arsizio (VA). “Abbiamo laboratori di peer education, dunque che coinvolgono studenti tra pari. A questi si affiancano corsi di lingue come Russo e Giapponese, e corsi base di matematica, oltre a un gruppo teatrale. Quest’anno abbiamo attivato anche un laboratorio pomeridiano su Debate, che serve a implementare le competenze argomentative ed espressive. Si svolge anche questo al pomeriggio, a cura di un professore dell’istituto e fornisce crediti formativi agli iscritti” spiega Cristina Boracchi, dirigente del Crespi.
Per i bambini delle elementari: l’esempio di Bolzano
Un altro esempio virtuoso è quello del Comune di Bolzano, che ha organizzato anche per quest’anno attività estive per i più piccoli, con lo scopo di facilitare i genitori lavoratori. I progetti Estate Ragazzi ed Estate Bambini, nati rispettivamente nel 1981 e 1987, sono rivolti a giovani e giovanissimi dai 3 ai 14 anni. Comprendono percorsi ludico-educativi, attività sportive, laboratori e progetti che stimolino la socializzazione e lo sviluppo dell’autonomia. Prevedono l’uso delle scuole dell’Infanzia, Elementari e Medie della città, aperte fino a fine luglio dalle 7.45 alle 17, dove lavorano animatrici e animatori, e dove sono ammessi sono gli alunni e gli studenti che già frequentano durante l’anno scolastico.
Un corso anche per i genitori
Al San G. Bosco di Massafra (TA), invece, è stato realizzato un corso chiamato “La scuola che includi…amo”. Si tratta di un modulo formativo per i genitori, con particolare attenzione a internet e alle nuove tecnologie. “È sempre più frequente recepire – in forma esplicita o no – richieste di aiuto da parte di genitori che, preoccupati nel vedere figli che crescono troppo velocemente e con strumenti a loro sconosciuti, si chiedono come possono intervenire sul web almeno in termini di sicurezza, spetto che non bisogna trascurare quando di parla di bambini e rete”. Da qui l’idea di promuovere un corso che informi e formi i genitori sull’uso dei social da parte dei ragazzi e degli adulti stessi.
Le novità di quest’anno
Tra le novità inserite nel bando di quest’anno, con scadenza il 09 maggio 2018, ci sono moduli che prevedono laboratori di contrasto alla violenza nei contesti scolastici, attività di promozione della parità di genere e lotta alla discriminazione e al bullismo, ma anche laboratori di scrittura creativa, che affiancano quelli di arte e teatro. Particolare attenzione è stata riservata anche alle attività di valorizzazione delle vocazioni territoriali, all’educazione interculturale e ai diritti umani, insieme all’educazione finanziaria e al risparmio, e a quella alimentare. Tutti i nuovi moduli, compreso uno dedicato alla formazione per i genitori, si riferiscono agli anni scolastici 2018/2019 e 2019/2020.
Scuole sempre più aperte?
La realizzazione dei nuovi progetti è iniziata a luglio 2017 e proseguirà fino al 31 agosto 2018, con la possibilità di utilizzare i finanziamenti del Miur anche durante l’anno scolastico 2018/2019. La maggior parte dei progetti presentati dagli istituti per ottenere gli appositi fondi riguarda il potenziamento delle competenze di base, insieme a educazione motoria e sport, con un totale di 277.980 ore di attività per 55,5 milioni di euro. Oltre 700mila le studentesse e gli studenti coinvolti e circa 33mila i genitori, che hanno aderito alla possibilità di partecipazione familiare. Se le lezioni di approfondimento pomeridiano sono piuttosto diffuse, anche le aperture estive stanno aumentando: lo scorso anno rappresentavano il 10% dei finanziamenti.
Chi ha aderito
Ad aderire al bando per prevedere aperture pomeridiane ed estive lo scorso anno sono state più della metà delle scuole superiori pubbliche d’Italia. La Campania è risultata la Regione con il maggior numero di istituti ammessi ai finanziamenti del MIUR, con oltre 860 per un totale di più di 35 milioni di euro assegnati. A seguire la Sicilia (692 scuole, circa 28 milioni), Puglia (569 scuole, oltre 23 milioni di euro) e la Lombardia (380 scuole per oltre 15 milioni). Si trova comunque nel centro sud il maggio numero di città metropolitane con istituti ammessi ai fondi: Napoli (451), Roma (227), Bari (172), Palermo (163) e Catania (150). Le attività sono state rese possibili grazie al Fondo sociale europeo previsto dal PON (Programma Operativo Nazionale) 2014-2020.
Le “resistenze”
La maggior parte dei progetti attivati dalle scuole prevede comunque aperture e attività soprattutto pomeridiane (90%), mentre sono meno gli istituti che restano aperti con la fine dell’anno scolastico. Una prima spiegazione riguarda il fatto che molte amministrazioni regionali offrono, per il periodo estivo, campi scuola, centri estivi e corsi ad hoc, che entrano in “concorrenza” con quelli statali. Esiste poi un problema di ferie del personale docente, oltre a resistenze da parte dei sindacati. Nonostante siano associazioni e cooperative a ricevere in appalto la gestione delle attività estive, liberando di fatto professori e maestri, viene sottolineata la difficoltà nell’organizzazione di attività didattiche o ludiche strutturate e continuative rispetto all’anno scolastico. Alcuni istituti, poi, non sarebbero adeguati da un punto di vista strutturale, perché privi di impianti di condizionamento e dunque meno adatte a ospitare ragazzi e bambini in mesi estivi e caldi. Il problema maggiore, però, è rappresentato dalla mancanza di un servizio mensa, anche se molte scuole hanno ovviato al problema permettendo agli studenti di consumare il pranzo, portato da casa, nei locali delle scuole stesse, prima dell’inizio delle attività pomeridiane.