«Ci sono lo Street e il Bowl». A dirmelo è Asia Lanzi, 17 anni, campionessa di skateboard mentre mi spiega i misteri di questa disciplina. «Il Bowl è quello che fai dentro alle piscine vuote, quelle a forma di ciotola. Lo Street sono invece salti su scalinate, muretti, ringhiere». Due specialità diverse per una stessa tavola. «Io faccio Street» spiega Asia. E grazie alla sua abilità nei trick, le acrobazie, ha iniziato il viaggio verso Tokyo 2020. Se riuscirà a qualificarsi, dopo una serie di gare che si concludono a maggio del prossimo anno, disputerà la sua prima Olimpiade. E sarà anche la prima volta che lo skateboard entrerà ai Giochi.

La prossima tappa per Asia è la Street League di Los Angeles: «Lì è il centro dello skate» dice sorridendo. E lì si confronterà con un centinaio di ragazze provenienti da tutto il mondo. Atlete toste, che non hanno paura di cadere. E che comunque sanno rialzarsi sempre, come insegna anche il film Skate Kitchen: un tuffo nel mondo variegato dello skateboard femminile, che aiuta a capire cosa spinge queste ragazze a cimentarsi in ollie, grab e flip. A “volare”.

Un modo per mettersi alla prova

«Dello skate mi piace l’adrenalina, ma anche il senso di sfida. Ti mette alla prova. Ti aiuta a crescere perché impari a conoscere i tuoi limiti e ad affrontarli» continua Asia. Poi c’è il senso di aggregazione quando si sfreccia in gruppo, la crew, lungo le strade. «Ero in treno e le stavo ascoltando mentre chiacchieravano. Avevano gli skateboard con loro e mi hanno “catturato”. Ho chiesto se fossero interessate a girare un video o qualcosa del genere» racconta la regista newyorkese Crystal Moselle a proposito del primo incontro con le protagoniste del suo film. Skate Kitchen è il nome della crew di Rachelle Vinberg, Dede Lovelace, Nina Moran, Jules Lorenzo, Brenne Lorenzo, Kabrina Adams e Ajani Russell, vere skater che puoi incontrare per le strade e nei parchi della Grande Mela. Moselle le segue nelle loro acrobazie, le rappresenta nel loro quotidiano, nel modo di fare amicizia e di innamorarsi. Adolescenti solidali, che fanno gruppo e si supportano a vicenda. Si confrontano con ragazzi più bravi, «ma solo perché lo skate maschile si pratica da oltre 20 anni, mentre quello femminile è agli inizi» spiega Asia. Ragazze, anche molto diverse fra loro, che hanno voglia di di dimostrare che possono cimentarsi nelle cose “pericolose” che fanno i maschi, senza per forza essere maschiacce.

Un’opportunità per tutte

«In Italia le ragazze che skateano sono ancora poche, ma stanno crescendo» dice Alessandro Pistocchi, 26 anni, istruttore federale presso la SkateSchool di Cesena, dove Asia si allena 2 volte alla settimana. È l’unica associazione sportiva italiana, oltre alla Nazionale, ad avere un team femminile di 6, 7 ragazze dagli 8 ai 16 anni, «con una che ne ha 30». E che sta organizzando il primo Campionato nazionale femminile per fine settembre. La scuola attira sempre più bambine dai 6 anni che scelgono di stare in equilibrio sulla tavola. «Di 300 iscritti che abbiamo ogni anno, uno su 7 è femmina». Le mamme, mi spiega, sono tranquille «perché se impari a cadere accompagnato da un istruttore tutto diventa più semplice e sicuro». I prezzi sono accessibili: «Per un primo approccio basta una tavola che va dai 60 ai 150 euro» conclude Alessandro. E l’abbigliamento è easy. «Io per esempio mi sono sempre vestita con jeans e maglietta» racconta Asia. «Porto il cappellino perché è comodo per evitare che i capelli vadano in faccia quando salto e giro». Le scarpe però devono essere quelle realizzate per lo skateboard.

Un’occasione per stare insieme

Sulle scia delle Skate Kitchen, anche l’Italia ha la sua prima crew tutta al femminile, le Bastarde Senza Gloria, di cui fa parte Asia: ragazze di città diverse, da Nord a Sud. «All’inizio eravamo poche, adesso siamo un bel po’ e altre continuano ad aggiungersi». Le BSG postano le loro imprese su Instagram, proprio come fanno le protagoniste del film, e comunicano tramite una chat su WhatsApp in cui si danno appuntamento per trovarsi e skateare insieme, anche per 3 o 4 giorni di fila. «Siamo nate per supportare la scena femminile e spingerla a crescere» spiega Asia. «Un po’ come i gruppi dei maschi, tipo quello Candy Coast che sta nelle Marche». Un passo verso l’emancipazione, ma senza guerra: nello skate, dice Asia, prevale lo scambio, la voglia di insegnare e di imitare. Anche fra ragazzi e ragazze. E se competizione c’è, lo vedremo a Tokyo.


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Asia Lanzi (foto di Anna Catalano)


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Una ragazza al Girls Open Day della SkateSchool di Cesena


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Alcune scene del film Skate Kitchen di Crystal Moselle, con Rachelle Vinberg, Dede Lovelace, Nina Moran, Kabrina Adams, Ajani Russell, Jules Lorenzo e Brenn Lorenzo


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– Una scena di Slate Kitchen di Crystal Moselle


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