I giorni scanditi da colazione, pranzo e cena potrebbero essere agli sgoccioli. Dopo lo smartworking e l’ecommerce, la pandemia ha fatto esplodere una nuova tendenza: la snackification. A differenza di quanto si potrebbe pensare, non si parla di caramelle e fast food, ma del moltiplicarsi, nella nostra vita quotidiana, degli spuntini al posto dei pasti tradizionali.

Lo dice Euromonitor, una delle principali società di ricerche di mercato al mondo, che a questo fenomeno ha dedicato l’ultimo report del 2020. «Sparita la routine casa-lavoro e sospeso il momento del pranzo con i colleghi e della cena con gli amici, è venuta meno la ritualità consolidata di questa scansione tripartita. E in molti hanno cominciato a sperimentare nuove abitudini alimentari, dal “Grande pasto unico” agli spuntini a ripetizione» spiega Lucio Meglio, docente di sociologia all’Università di Cassino.

I pasti si moltiplicano

Insomma, gli orari si spostano, le abitudini cambiano e i pasti si moltiplicano. La storia insegna: «I Romani consumavano un solo pasto verso mezzogiorno; gli antichi Greci pasteggiavano appena svegli con il pane intinto nel vino» racconta il sociologo. «L’abitudine dei 3 pasti quotidiani è arrivata solo a metà ’800, quando la necessità di un orario di lavoro fisso nelle fabbriche ha portato alla necessità di organizzare i pasti in momenti prestabiliti della giornata».

Gli indizi di questa rivoluzione c’erano già ben prima della pandemia. Secondo uno studio del marchio alimentare Mondalez, nel 2019 il 59% degli adulti e addirittura il 70% dei Millennials, rimpiazzava almeno un pasto al giorno con uno o più spuntini. «Lo spuntino che consumi quando ti va e in autonomia mira a soddisfare i tuoi bisogni, che si tratti della ricerca di una “coccola” gustosa, di un boost di energia o di un surplus nutrizionale» spiega la nutrizionista Elisa Hopes. «Il fatto di mettersi a tavola in orari prestabiliti, invece, spesso viene percepito come la risposta a regole ed esigenze esterne, sociali e alimentari».

Gli ultimi food trend

Gli ultimi food trend lo confermano, con il boom dei nuovi snack salutari, dalle barrette bio alle creme spalmabili super-proteiche, e con la passione per le poke bowl, le ciotole che mixano ingredienti salutari, freschi e appetitosi: perfette per un piccolo pasto veloce.

Piatti su misuraPoke House è il brand milanese che ha conquistato l’Europa con le sue infinite co
Piatti su misura
Poke House è il brand milanese che ha conquistato l’Europa con le sue infinite combinazioni di gusti. L’ultimo punto vendita è stato appena aperto in Porta Venezia (www.poke-house.com).
Gli snack di ultima generazioneFoodspring mette di tutto in barattolo, dal porridge al muesli protei
Gli snack di ultima generazione
Foodspring mette di tutto in barattolo, dal porridge al muesli proteico (www.foodspring.it).
È boom anche per le poke bowl: personalizzabili, veloci da preparare (e da mangiare) e piene di ing
È boom anche per le poke bowl: personalizzabili, veloci da preparare (e da mangiare) e piene di ingredienti sani e nutrienti.

Il parere della nutrizionista

Che i 3 pasti quotidiani non siano una condizione indispensabile per un’alimentazione salutare lo dice anche l’esperta. «Liberarsi dal dover mangiare a orari precisi può aiutare a ripristinare una gestione fisiologica dell’alimentazione, più salutare perché più rispettosa delle esigenze del corpo e delle autentiche sensazioni di fame, appagamento e sazietà, tanto da essere alla base di approcci alimentari oggi sempre più gettonati come l’intuitive eating» spiega la nutrizionista.

Demi Moore 2016
Mangia quando hai fame
È la filosofia dell’intuitive eating che rigetta diete e restrizioni e privilegia la consapevolezza e la fiducia nei segnali del corpo. Tra le fan ci sono Demi Lovato (nella foto sopra) e Lena Dunham che va pazza per i pancakes.

C’è il rischio che si mangi di tutto e in continuazione

Il pericolo che questo si traduca nel mangiare di tutto, in continuazione, ogni volta che si vuole, però esiste. «Imparare ad ascoltarsi è fondamentale» avverte l’esperta. «Cambiare l’approccio significa prestare attenzione al gusto e alla sensazione che il pasto dà dopo averlo consumato. Vuol dire chiedersi: “Ti è piaciuto?”, “Sei soddisfatta?”, “Come ti senti?”. Perché il cibo ci faccia sentire bene, non deve solo riempire, ma essere un’esperienza profonda e appagante. Per questo è importante soffermarsi sui sapori. La rivoluzione alimentare parte anche da qui, dal riconoscere il senso di sazietà e dallo scoprire un nuovo piacere slow».

Pranzo anni Cinquanta
Il rito della colazione
Lo sapevi che la consacrazione della colazione è arrivata negli anni ’50, con l’introduzione dei cereali e l’invenzione del tostapane negli Usa? In tempi di smartworking è gettonatissima in versione extralarge, con pancake, avocado toast e uova strapazzate.