Gli adolescenti hanno abbandonato Facebook (che nella fascia tra i 12 e i 17 anni nel 2017 ha perso il 9,9% degli utenti, sempre meno interessati al chiacchiericcio) per aderire a nuovi social network. Per i giovanissimi ciò che conta è non farsi leggere dai genitori (che nel frattempo cercano di diventare sempre più digitali con corsi ad hoc) e stare in un “luogo” virtuale frequentato principalmente dai coetanei.

Ecco quali sono le nuove frontiere social dei nostri figli.

Musical.ly

Come funziona: È l’applicazione che permette di registrare dei video in cui si canta, si balla, si muovono le labbra su una base musicale e poi si mette tutto online. C’è anche la possibilità di trasmettere live la propria performance. Gli strumenti a disposizione per ritoccare la clip da 15 secondi sono moltissimi, dagli immancabili filtri alla modifica della velocità del girato fino alle maschere per il viso. Passando, ovviamente, per la possibilità di salvare la performance nel telefono e condividerla sui social.

Per chi è indicato: fondata da Alex Zhu e dall’amico Luyu Yang, sta allargando il campo d’azione in molte direzioni. Potrebbe essere uno strumento interessante per gli artisti.

Chi lo usa: è un fenomeno che coinvolge quattro milioni di adolescenti italiani.

Come viene usato: bambini e ragazzi, ci cantano sopra un brano scelto dalla library a disposizione in una sorta di karaoke muto, dunque puntando al  virtuosismo massimo nel “lip sync”, la sincronizzazione delle labbra.

Pro: i ragazzi più giovani hanno uno spazio nel quale dare sfogo alla loro creatività.

Contro: sono i più giovani a essersene quasi totalmente impossessati. Non sempre con le migliori conseguenze. Secondo molti genitori l’app alimenterebbe infatti un’ossessione smodata per la popolarità.

Snow

Come funziona: L’applicazione Snow possiede funzionalità quali la realtà aumentata, i filtri e gli stickers da applicare sia alle foto sia ai video ed anche un sistema che consente di creare le GIF che sono tanto amate quanto utilizzate dagli utenti possessori di smartphone. E’ l’alternativa a Snapchat. Il plus di Snow rispetto alle altre app di questo tipo è il fatto che il design e l’interfaccia sono molte pulite permettendo una migliore fruizione per gli utenti rispetto alle altre app simili. 

Per chi è indicato: per i ragazzi, per gli adolescenti che amano farsi foto e video.

Chi lo usa: l’app ha fatto impazzire gli adolescenti asiatici. In italia è presente dal 2013 ma non ha ancora “sfondato”. A dicembre 2016 ha registrato complessivamente più di 100 milioni di download in Asia e ha una media di 50 milioni di utenti al mese. I maggiori utilizzatori di Snow sono i ragazzi cinesi, anche perché il sito di Snapchat è bloccato in Cina (così come quelli di altri social), seguiti dai giapponesi e dai coreani.

Come viene usato: i ragazzi registrano dei brevi video, aggiungono effetti e sticker e li inviano ai loro amici sfruttando il sistema di messaggistica integrato.

Pro: è una sorta di gioco che non crea particolare dipendenza.

Contro: fa “indossare” agli utenti una maschera di realtà aumentata, facendoli sembrare qualcosa di diverso.

GruopMe

Come funziona: GroupMe aiuta a tenerti i contatti con familiari, amici o colleghi di lavoro nella stessa app. Puoi creare gruppi, inviare messaggi, condividere foto o la tua posizione con tutti i membri della chat. Con GroupMe inoltre è possibile avere sino a 200 persone in un singolo gruppo. Offre praticamente le stesse funzionalità di WhatsApp ma aggiunge una caratteristica sociale che consente di utilizzare il flusso di informazioni dedicato ai gruppi come un piccolo social network, non limitandosi al semplice scambio di messaggi ma anche alla possibilità di indicare eventuali like (mi piace) e condividere, verso l’esterno, parte delle informazioni che pubblicate.

Per chi è indicato: non ha un target specifico.

Chi lo usa: l’app lanciata nel 2010 e di proprietà della Microsoft è riuscita a diventare di moda soprattutto tra gli studenti.

Come viene usato: è uno strumento per mettere “mi piace” ai messaggi di altri. I ragazzi fanno cose banali come cambiare il nome tra le diverse chat di gruppo. E’ considerata un’applicazione sia utile che divertente.  

Pro: può essere usata come strumento di lavoro per un gruppo di colleghi o per un gruppo classe.

Contro: dal momento che il messaggio è multiplo può favorire il cyberbullismo

ThisCrush

Come funziona: Alla base di ThisCrush che significa “cotta amorosa” c’è la possibilità di poter pubblicare in modo anonimo sulla bacheca dell’altra persona. Ogni profilo ha una bacheca pubblica e qualsiasi persona (che conosce ovviamente il link al tuo profilo) può pubblicare qualcosa in totale anonimato. 

Per chi è indicato: per nessuno o perlomeno per adulti che non intendono usare i social in maniera impropria.

Chi lo usa: è il social dei teenagers perché sono proprio gli adolescenti e i ragazzini che sono attratti da questa nuova moda che spinge a interagire con gli altri in modo sempre meno diretto e sempre più virtuale. Anche i più piccoli possono subito riuscire a capirne il funzionamento ed esprimere le loro manifestazioni di affetto o di mancanza di stima.

Come viene usato: Lo scopo di questo nuovo social è, dunque, quello di sapere se piaci o meno alle altre persone ed esprimere lo stesso sentimento verso chi vuoi.

Pro: un “luogo” dove esprimere le emozioni.

Contro: relazionarsi senza nemmeno far conoscere il proprio nome, mantenendo un anonimato in certi casi può anche essere rischioso e pericoloso.

Sarahah

Come funziona: Si tratta di un’app, creata dal 29enne saudita Zain al-Abidin Tawfiq, che permette di mandare messaggi anonimi agli iscritti. Un qualsiasi utente registrato può creare un link pubblico da condividere con chiunque per ricevere commenti anonimi riguardanti la propria persona. Non è possibile rispondere ai commenti ma solamente salvarli tra i preferiti o tenere traccia degli inviati in caso lo si faccia da un account registrato.

Per chi è indicato: inizialmente l’app è stata pensata come strumento per valutare i propri colleghi di lavoro in forma anonima.

Chi lo usa: persone di qualsiasi età tendenzialmente aggressivi.

Come viene usato: gli utenti lasciano feedback anonimi anche non richiesti. Questa idea fa gola a molti. Da quando il sito si è trasformato in applicazione, il successo di Sarahah è stato velocissimo. 

Pro: in Arabia Saudita, si trattava di un sito sul quale i dipendenti potevano segnalare, in forma anonima appunto, qualsiasi tensione o disservizio che si verificasse sul posto di lavoro.

Contro: Sarahah, se non usata in modo appropriato, può causare problemi come il cyberbullismo. I rischi legati a questo fenomeno sono evidenti e il suo inventore ne è ben consapevole, tanto che ha affermato di volersi impegnare a fare di tutto per mantenere Sarahah “pulita”. “Qualche ostacolo ai bulli esiste già, come la possibilità di bloccare utenti ed attivare filtri per le parole offensive”, ha commentato Zain al-Abidin Tawfiq. 

Snapchat

Come funziona: È un social network accessibile però solamente da smartphone, come Instagram. E’ simile, se vogliamo, a Facebook Messenger e a Whatsapp, se non per una particolarità di base: i contenuti si autodistruggono, e dopo un po’ di tempo che sono stati creati scompaiono per sempre. Per rendere il tutto un po’ più social, su Snapchat è possibile usare le Storie. Anche qui si possono inviare le foto con la differenza che si cancellano dopo 24 oree non dopo secondi. Se vogliamo possiamo fare amicizia (o, meglio, seguire) degli utenti. Ultima funzione a disposizione è la chat che funziona esattamente come quella di Whatsapp ma si autocancella.

Per chi è indicato: è un’applicazione o meglio un fenomeno che non può essere ignorato, soprattutto per i professionisti della comunicazione e del marketing. Nasce dall’intuizione di due ventenni, Evan Spiegel e Bobby Murphy, incuriositi dall’abitudine dei loro amici di cancellare o togliere i tag dalle foto su Facebook prima di sostenere un colloquio di lavoro.

Chi lo usa: quando ha fa il suo debutto, i suoi creatori si accorgono di una cosa che non avevano previsto: i picchi di maggiore utilizzo si riscontrano durante le ore di scuola, quando i ragazzi la usano come surrogato dei fogliettini di carta, da far circolare per scambiare le soluzioni dei compiti o prendere in giro gli insegnanti. Oggi ha conquistato circa 100 milioni di persone, che lo usano ogni giorno, scambiandosi in media 700 milioni di foto/video, in gergo “Snaps”. In Italia il 17% di un campione di 1.200 studenti tra scuole medie, superiori e università, ha risposto di essere iscritto.

Come viene usato: tra i ragazzi è nata una moda a competere sul numero di conversazioni più lunghe che si riescono a intrattenere. Il social network, infatti, tiene traccia del numero di messaggi Snapchat inviati e della durata in termini di giorni dello scambio. Questo fa sì che non avere accesso al cellulare per qualche tempo possa essere davvero un dramma dato che così si rischia di perdere il primato accumulato. Esiste anche una pagina di news su Snapchat, Discover, che è una delle principali fonti di informazione per i ragazzi.

Pro: I contenuti professionali rappresentano un’opportunità di visibilità per le aziende interessate ad un pubblico molto giovane. Possono essere “Storie sponsorizzate” dei brand o “notizie di editori” raccolti sotto la voce “Discover” (tra i primi CNN, Buzzfeed, National Geographic, MTV, Vice, Daily Mail, People, Cosmopolitan).

Contro: il fatto che i messaggi si autodistruggono permette ai ragazzi di usarlo anche per fare cyberbullismo o per sexting.

Instagram

Come funziona: Instagram un’applicazione mobile gratuita e un social network fotografico. Permette di scattare fotografie e di condividerle istantaneamente anche su altri social media. Come in altri social media, anche su Instagram è necessario presentarsi nei 150 caratteri a disposizione e parlare un po’ di sé. Una volta aver dato sfogo al proprio estro creativo con i filtri, la fotografia si può condividere su altri social network (Facebook, Twitter, Tumblr, Flickr) e aumentare così la sua visibilità e generare interazione. Sfruttando gli hashtag è possibile categorizzare la propria foto per argomento e renderla ritrovabile ad esempio all’interno di una community di appassionati che raccoglie le proprie foto basandosi su una parola chiave dedicata. 

Per chi è indicato: Instagram ha catalizzato attorno a sé appassionati di fotografia e social media che hanno creato delle vere e proprie community di addicted dell’applicazione.

Chi lo usa: tutti. In Italia ha raggiunto 14 milioni di iscritti, oltre la metà tra i 18 e i 29 anni.

Come viene usato: Recentemente Instagram ha introdotto i tag nelle foto, prendendo esempio da Facebook e consentendo così agli utenti di “taggare” i propri amici nelle foto, ossia “etichettare” la foto con i nomi degli amici fotografati.

Pro: offre la possibilità di usare lo smartphone come strumento di condivisione di fotografie facendo spesso conoscere luoghi ed esperienze di ogni parte del mondo anche a chi non può permettersi di viaggiare.

Contro: i primi ad utilizzarlo sono i consumatori, ma molti brand hanno colto presto l’occasione per usarlo come efficaci strumenti di marketing. Così, le aziende che realizzano prodotti con un forte impatto visivo hanno da subito compreso le enormi potenzialità del photosharing di Instagram. I ragazzi rimangono vittime del consumismo senza saperlo.