Dopo l’oro di Arianna Fontana nei 500 metri short track il bronzo di lisa Vittozzi nella staffetta mista di biathlon, un’altra preziosa medaglia – la più ambita – per le nostre atlete alle Olimpiadi invernali 2018.
Quella di Sofia Goggia è la prima vittoria dell’Italia rosa nella discesa libera, la specialità regina dello sci alpino. Un’impresa storic: è il secondo oro per i colori azzurri – il primo femminile in questa specialità – dai tempi di Zeno Colò (primo a Oslo nel 1952). Un altro storico oro fu quello di Daniela Ceccarelli a Salt Lake nel 2002, quando s’impose nel superG. Sempre all’Olimpiade negli Usa risale anche il precedente miglior piazzamento di una nostra discesista: Isolde Kostner fu seconda alle spalle della francese Montillet.
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Sofia ha festeggiato con le prime frasi, a caldo e nel cuore dell’emozione: «Dedico la medaglia a me stessa, a chi vuole bene a Sofia a prescindere che vinca alle Olimpiadi, al mio bel Paese. Grazie anche a chi ha creduto in una bambina che a sei anni sognava di vincere i Giochi sulle nevi di Foppolo. Sono una pasticciona, ma oggi sono stata una samurai».
Qui l’abbiamo incontrata poco prima della sua partenza. Una ragazza determinata, lucida, consapevole di aver dato tutta se stessa allo sci. La sua storica impresa ha coronato un sogno che comincia da bambina.
È l’ultimo giorno dell’ultimo anno di materna. In classe, a Bergamo, i piccoli sono sdraiati in cerchio e la maestra chiede a tutti il loro sogno. I maschietti non hanno dubbi: calciatore, astronauta, poliziotto… La sua migliore amica desidera sposare un principe, che la porti all’altare in carrozza. Lei, Sofia Goggia, storce il naso: vuole sventolare il tricolore sul podio delle Olimpiadi invernali. Bandiera in una mano, sci nell’altra e un urlo di gioia che sale al cielo. Principesse e corone non le interessano molto, ha chiesto persino a mamma Giulia di tagliarle i capelli per poter correre meglio. Di solito sfida il fratello maggiore Tommaso. Se lui fa una cosa, lei deve imitarlo. Anzi, deve farla meglio.
È stato così anche per gli sci: a 3 anni Sofia ha indossato gli scarponi e una tuta più grande di lei e ha iniziato a gareggiare contro di lui. Ma poi quelle domeniche sulle neve diventano qualcosa di più che un gioco. Sono il suo appuntamento con la felicità, con l’emozioni pura. Sono passione e amore. Tanto che, a 5 anni, si vede già alle Olimpiadi.
«Ho la consapevolezza di aver dato tutto: mi sento onorata di rappresentare l’Italia».
Oggi, che di anni ne ha 25, Sofia Goggia è qui. Il conto alla rovescia per l’appuntamento con la A maiuscola è scattato, la Corea del Sud è vicinissima. «Di notte mi sogno le gare: per ora vanno bene» confessa con una risata. «È la mia prima Olimpiade e voglio viverla al meglio perché ho la consapevolezza di aver dato tutto. Mi sento anche onorata: rappresento il mio Paese e i valori che hanno fatto nascere questa competizione, come la lealtà e il rispetto».
Parlando con Sofia ti colpiscono la curiosità per l’attualità, la voglia di capire il mondo e i libri di Scienze politiche sempre in valigia. «I venti di guerra sembrano placati: la Corea del Nord ha riaperto il dialogo con la Corea del Sud, e pensare che sia un po’ merito di questo appuntamento riempie gli atleti di orgoglio. Insomma, non possiamo sbagliare. Noi italiani siamo in forma, tamti hanno la possibilità di portare a casa una medaglia. Le donne delle sci alpino, per esempio, hanno tanti colpi in canna, possono centrare l’obiettivo».
«Mi sono dedicata alla meditazione per cancellare dubbi e tensioni»
L’obiettivo può centrarlo lei per prima, unica azzurra a competere in 4 specialità diverse, dalla discesa libera allo slalom. Non si è mai posta limiti e già da piccina gareggiare era la cosa più importante. I podi in Coppa del mondo delle ultime settimane, su tutti quello a Cortina, fanno ben sperare. «Il mio avversario più forte? Sono io. Dire l’americana Lindsey Vonn è quasi banale, ma non posso controllare le altre, quindi devo pensare a me, a pregi e difetti. Sono testarda e grintosa, la fatica non mi spaventa. A volte sbaglio perché esagero. È un retaggio del passato, della voglia di arrivare. E non ho mai paura». Una frase non scontata, se detta da una sciatrice tormentata dagli infortuni, che ha anche pensato di lasciare. «Ma poi ho capito che non si può abbandonare ciò che ti rende felice. Quando mi posiziono al cancelletto di partenza sono adrenalina pura, è una questione di sensazioni vitali: la neve sotto lo sci mi dà equilibrio e pace, la velocità della discesa mi rende al mio meglio. Quindi spero che questa sia la prima di molte Olimpiadi. Ci sono arrivata tardi, per colpa di ginocchia stregate e legamenti rotti, ma ci sono. L’anno scorso mi sono dedicata alla meditazione per cancellare dubbi e delusioni, per tenere fuori le preoccupazioni inutili. Avevo anche un rito pre-gara: pugno sul cuore, poi mano sulla testa e sui bastoncini. Ora mi interessano meno questi dettagli, è il momento della grinta, del pathos».
VIDEO: La giornata di Sofia Goggia
«Sono autentica, dico sempre quello che penso, rido di pancia»
Mentre parla, la erre francese si fa ancora più tagliente. Tra gli addetti ai lavori, alcuni la etichettano come “snob”. «È un modo per dire che non sprizzo simpatia? Sono autentica, dico sempre ciò che penso. Rido di pancia, stono a squarciagola l’inno di Mameli e magari non sono glamour, ma non mi interessa. Fuori dalle piste, quando racconto che sono una ragazza come tante, non è la solita frase fatta». Basta conoscerla un po’ per capire che è vero: la famiglia come punto fermo, le passeggiate con il cagnolone Belle, le serate in pizzeria con le amiche di scuola. E l’amore? «Vivo con la valigia in giro per il mondo, non posso coltivare una relazione seria. E poi, parliamo degli uomini di oggi? Immaturi, poco intraprendenti, devi spiegare cosa fare per conquistarti: come posso innamorarmi? Certo, in futuro mi vedo con una famiglia, realizzata al di fuori dello sci…». Ma il presente è troppo importante: questa 25enne dall’energia infinita pensa alla cerimonia d’apertura in mondovisione, al calendario delle gare. «Ci sarebbe da tremare, invece sono felice. Devo pensare ai miei punti fermi: la competitività e la voglia di superarmi. Sempre».
Mini guida ai Giochi
LE GARE IN TV
La rete ufficiale dell’evento è Eurosport (it. eurosport.com, canale 372 del digitale terreste, 210 di Sky), che trasmette integralmente diretta e approfondimenti. Anche su Rai2 e RaiSport andranno in onda molte competizioni.
GLI AZZURRI IN PISTA
L’Italia partecipa ai Giochi con 121 atleti: la maggior parte arriva dalla Provincia autonoma di Bolzano, 17 dalla Lombardia, mentre Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Marche mandano 1 atleta a testa.
LE NOTIZIE ONLINE
Per sapere tutto sui nostri atleti, c’è il sito del Coni: www. pyeongchang 2018.coni.it/it.
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