C’è una tecnica davvero speciale che si sta diffondendo a macchia d’olio tra chi ama la creatività e la natura. È la stampa botanica, o ecoprint, che riproduce la bellezza delle piante senza usare inchiostri: si disegna e si colora con le foglie e i fiori che, grazie ai pigmenti, lasciano la loro impronta sulla stoffa. La parte creativa comincia con la ricerca della materia prima nei boschi e nei parchi.

«Mi piace sperimentare sempre nuove specie. Prima ne studio le caratteristiche botaniche e poi le metto alla prova sulla tela» dice Liliana Perini (@lipetali.it), argentina trapiantata sulle colline senesi, dove lavora a stretto contatto con la natura, catturandone la magia. «È un’arte che non inquina» aggiunge Alessandra Mei (@alemei.14), che l’ha scoperta all’orto botanico della sua città, Viterbo. «Sono affascinata da ogni fase del processo: scegliere gli esemplari, disporli sul tessuto… Il momento più bello, però, è quando si srotola la stoffa e appare il disegno».

Le piante e i fiori più adatti

«L’autunno è il momento migliore per la stampa botanica. In questo periodo dell’anno le foglie sono particolarmente ricche di tannini ed è proprio questa sostanza a garantire i risultati migliori» spiega Liliana Perini. «Per fortuna ne sono ricche molte delle specie più comuni in Italia: noce, quercia, nocciolo, rovo, rosa e sorbo domestico hanno forme interessanti. Ma se hai sottomano un eucalipto non lasciarti sfuggire le sue foglie, che garantiscono ottimi risultati».

In Italia è molto diffuso il rostrato che ha foglie allungate, mentre l’eucalipto cinerea regala una bellissima sagoma rossa. «Puoi usare anche alcuni fiori» continua Liliana. «I miei preferiti sono i capolini dell’elicriso, ma in questo periodo cogli le margherite gialle dei topinambur e sono ancora belle la calendula, i cosmos e le gerbere».

Scegli solo stoffe naturali

Nella stampa botanica si usano solo tessuti naturali, quelli sintetici non sono in grado di assorbire i colori. «I migliori sono quelli di origine animale come la seta e soprattutto la lana» consiglia Alessandra Mei. «Le proteine presenti nelle fibre si legano molto bene ai tannini. I filati di origine vegetale, come il cotone o il lino, sono invece meno ricettivi. Per ottenere un’immagine più chiara devi usare un mordente, così il colore si fissa e puoi lavare i capi anche in lavatrice a 30° con detersivo per i delicati».


Nella stampa botanica si usano solo i tessuti naturali, i sintetici non riescono ad assorbire il colore. Per avere il risultato migliore punta su seta o lana


Il più usato è l’allume di potassio, che compri nei negozi di belle arti. «Non è una sostanza inquinante o nociva, però quando lavori usa i guanti per non macchiare la pelle» consiglia Liliana. «L’allume di potassio permette di creare fantasie sui toni del rosso, del giallo e del marrone. In alternativa, puoi scegliere il solfato di ferro, che trovi nei negozi di giardinaggio, così l’immagine resta più nitida, ma sulle sfumature del grigio». Allume e solfato si trovano anche online, per esempio su restauro-online.com, facebook.com/gigi.mosca.1, antichitabelsito.it.

Il tuo primo esperimento con la stampa botanica

Inizia con un indumento pulito: una sciarpa di pura lana bianca è l’ideale. «Per prima cosa devi lasciarla a bagno nell’acqua per un giorno. Così escono tutte le impurità, dalla polvere ai residui di detersivo» spiega Liliana. «Il giorno dopo strizzala senza torcere, mettila a bagno nell’aceto mezz’ora e ristrizzala ancora delicatamente. A questo punto, goditi il momento creativo, mentre sistemi foglie e fiori sull’indumento».

Al racconto di Liliana fanno eco le raccomandazioni di Alessandra. «A contatto con la stoffa devi mettere la pagina inferiore delle foglie, perché è quella che cede il colore. Una volta creato il disegno, ricoprilo con la carta forno, poi arrotolalo molto stretto attorno a un bastone e legalo con una corda. Il rotolo va cotto nell’acqua per un paio d’ore, se vuoi effetto acquerellato, oppure al vapore per ottenere contorni più precisi. Poi spegni il fuoco e lascia raffreddare».

La magia è compiuta, non resta che scoprire il risultato. Se ti è piaciuto e vuoi approfondire la tecnica della stampa botanica, sfoglia Vestirsi di natura (Corrado Tedeschi Editore) di Doriana Incitti (brigateonwear.com).

Se cerchi ispirazione

● Su Instagram trovi India Flint (@prophet_of_bloom). È lei, che vive in Australia, ad aver inventato, quasi per caso, la stampa botanica. Se hai un animo fashion, non perderti le creazioni di Irit Dulman (@iritdulman), che ha portato il glamour nelle fantasie botaniche e ha saputo usarlo negli abiti con altrettanta eleganza.

● Il nuovo Spazio Arti Floreali (artifloreali.it/spazio) a Roma ospita una mostra sull’acquarello botanico con artisti di fama mondiale. A Milano invece, nella basilica di San Celso, puoi vedere le stampe botaniche dell’artista Anna Roberti (fino al 23 ottobre, remorachini.it/impronte).