Potremmo iniziare con “C’era una volta…”, proprio come succede nelle favole, perché la storia di questo dettaglio ha a che fare con palazzi reali, teste coronate e nobildonne. Ma potremmo continuare con il classico “… e c’è ancora”, perché c’entrano pure spiriti ribelli, all’avanguardia, che anche oggi, per fortuna, non mancano. Proprio a loro (a noi!) la moda dedica uno dei pezzi forti della nuova stagione, il fiocco Lavallière, che arricchisce uno degli acquisti fondamentali di ogni guardaroba che si rispetti: la camicia.
La storia della camicia con il fiocco
Sensuale e romantica, femminile e sovversiva, la camicia con il fiocco da annodare (oppure no) celebra il suo grande ritorno. Attenzione: non si tratta solo di un’amplificazione della cravatta (anche lei di nuovo sul podio degli accessori più cool). La storia del fiocco racconta di un pensiero e di un’estetica che poco hanno a che fare con i vezzi e molto con le rivoluzioni. E, come sempre accade quando si parla di dettagli maschili trasmigrati nel guardaroba femminile (diventando la quintessenza dello charme), c’è di mezzo una donna anticonvenzionale. La camicia col fiocco Lavallière deve il suo nome alla duchessa Louise-Françoise de La Vallière, che non solo fu la prima favorita di Luigi XIV, il Re Sole, ma che nella seconda metà del ’600 fu la prima donna a indossare un fiocco al collo, esclusivo patrimonio dell’abbigliamento maschile. A dirla tutta, a madame de La Vallière non venne riservato un destino felice: dopo un incidente che la sfregiò, Louise si chiuse prima nella sua casetta di Versailles poi in un convento, derisa perfino dal suo amato. Ironia della sorte, nel XIX secolo la camicia Lavallière viene indossata da anarchici e repubblicani, artisti e poeti. Le donne, invece, la usano per dare un tocco in più alle vesti, dato che l’etichetta impone di coprire collo e décolleté almeno fino all’ora di cena.
Il fiocco Lavallière: simbolo di libertà…
Con il nuovo secolo il fiocco si lega definitivamente alla moda femminile: basti pensare a Faye Dunaway in Quinto Potere o alle Charlie’s Angels. Ma anche a Margareth Thatcher, la Lady di Ferro degli anni ’80, ricordata per la sua politica intransigente e per le morbide bluse con il fiocco al collo. Che, forse, avevano lo scopo di addolcire il suo rigore e ribadire il concetto: «Sono primo ministro e donna». Non l’ha mai detto ma avrebbe potuto, se qualcuno avesse osato chiederglielo. In più casi, infatti, l’innocuo fiocco Lavallière è diventato messaggio politico e simbolo di libertà. Cinque anni fa, in Svezia, le donne misero in atto una rivolta in seguito al licenziamento di Sara Danius, presidente dell’Accademia Reale. La Danius aveva indossato proprio una camicia bianca con fiocco Lavallière per annunciare le sue dimissioni forzate, lo stesso portato dalle manifestanti scese in piazza per sostenerla.
… e messaggio politico
E chi si è dimenticato della blusa ciclamino firmata Gucci e indossata da Melania Trump nel 2016, quando il marito, candidato alla Casa Bianca, era impegnato in un confronto televisivo con Hillary Clinton? All’indomani delle dichiarazioni a dir poco sessiste di Donald Trump, Melania sfoggiò una camicia con fiocco che, in inglese, prende il nome di pussy-bow, dal nome dei collari con fiocchetto usati per le gattine stile Aristogatti. Ma pussy in gergo americano ha anche un significato meno tenero e, sebbene lo staff della signora Trump abbia parlato di una scelta puramente causale, nessuno ci ha mai creduto. Tant’è vero che quel fiocco si è stampato nella nostra memoria come un atto di opposizione silenziosa e di sfida piena di stile. Non sarà un caso neppure che la camicia con fiocco sia molto amata, ancora oggi, da quelle teste coronate che hanno un piglio delicato e rock, borghese e un po’ rivoluzionario. Lady Diana ne era una grande estimatrice e lo stesso vale per Kate Middleton, restando nei pressi della corona inglese.
Il fiocco fa tendenza nelle collezioni invernali
Ma, nel nostro quotidiano, come possiamo interpretare la Lavallière, noi che non abbiamo corone né diademi? Ce lo dicono le proposte più intriganti delle collezioni invernali. A partire da Saint Laurent, che per primo portò il fiocco al collo in passerella sotto Le Smoking indossato da Catherine Deneuve nel 1967. Da allora la maison parigina non ha mai smesso di amare le camicie Lavallière, tanto che anche per la stagione fredda in arrivo fa sbucare il maxi fiocco di chiffon o di satin da grandi blouson di pelle abbinati a pencil skirt gessate. Confermano la tendenza anche le tuniche fluide di Balenciaga, con lembi stretti attorno al collo e legati da un nodo austero; i fiocchi maxi, divertenti e a tinte shock di Andreas Kronthaler per Vivienne Westwood, abbinati a tailleur scultorei dalle gonne corte; quelli candidi e ricamati di rose rosse di Gucci, da portare sotto tailleur infuocati.
E ancora, ecco i fiocchi di satin di Etro, accompagnati sempre da pantaloni ampi e maschili; quelli di Balmain, da lasciare slacciati con i lembi che quasi toccano terra, con aria snob e non curante. Bellissimi (oltre che più democratici) quelli di H&M Studio, che ricordano Lady Oscar. E come dimenticare la versione maschile proposta in passerella da Anthony Vaccarello per Saint Laurent (sempre lui, del resto…)? Dark e romantico, fluido e bellissimo, quest’uomo ha sfilato con dolcevita per il giorno e camicie con fiocco o cache-col per la sera, accompagnato dalle note di un pianoforte a coda suonato da Charlotte Gainsbourg (vestita in smoking e papillon). Perché i fiocchi sono così: fluidi, imprevedibili, pieni di ricordi e all’avanguardia, sempre legati a un romantico, avventuroso e sciccosissimo destino.