È la piattaforma di intrattenimento che piace ai più giovani, che lì registrano video brevissimi (da 15 a 60 secondi) cantando in playback, improvvisando balletti, sperimentando filtri e rispondendo alle “challenge” (le sfide) virali con un solo obiettivo: far ridere e divertirsi. La popolarissima app, che nel 2014 si chiamava Musical.ly e solo nel 2017 è diventata TikTok, conta più di 1,5 miliardi di download nel mondo, è oggi presente in 150 Paesi ed è disponibile in 75 lingue diverse.
Solo nel 2019, sono stati registrati all’incirca 236 video al minuto e la sua diffusione non fa che aumentare, anche in Italia, dove oltre ai creator che sulla piattaforma hanno trovano un successo inaspettato, sono arrivati anche molti personaggi famosi, come Michelle Hunziker, Chiara Ferragni e lo chef Bruno Barbieri, che sono stati particolarmente bravi a interpretarne lo spirito giocoso di fondo.
Sempre più ragazzi coinvolgono gli adulti nei loro contenuti
Magari ci hai già provato con i tuoi figli se, annoiati dalla quarantena, hanno deciso di coinvolgerti in uno dei loro video su TikTok. In questi giorni succede sempre più spesso, complice la convivenza forzata cui ci ha costretto il coronavirus, tra papà che si improvvisano ballerini e mamme che si prestano alla challenge del giorno. TikTok ha anche istituito dei contenuti di informazione per combattere le fake news sul virus e inaugurato una collaborazione con l’Oms, che è sbarcata sull’app con un suo account.
La pandemia, com’era prevedibile, è uno degli argomenti più “discussi” sulla piattaforma, dove gli hashtag che la raccontano sono tra i più partecipati: #iorestoacasa ha più di 1 miliardo di visualizzazioni e 1 milione di video dove grandi e piccoli condividono le loro nuove routine, tra interrogazioni su Skype e tentativi culinari più o meno riusciti. L’hashtag #smartworking, dove spopolano i remix del premier Giuseppe Conte, ha 7,2 milioni di video mentre la #plankchallenge, la sfida a cimentarsi nella posizione “plank” lavorando solo di addominali, ha accumulato 4,2 milioni di video, di cui moltissimi sono tentativi allegramente falliti.
È una curiosa forma di reverse mentoring, quella speciale pratica che oggi viene praticata nelle aziende più avanzate e che consiste in una relazione di scambio reciproco in cui i giovani con meno esperienza in azienda e skill digitali e aggiornate si affiancano ai senior con una lunga esperienza lavorativa. Qui, invece, succede in famiglia: sono i più piccoli di casa a guidare i genitori su una piattaforma che per loro è nuova, ma che sta iniziando a piacere sempre più agli adulti.
I genitori hanno a disposizione degli strumenti di “parental control”
TikTok, anche in virtù di alcuni problemi di privacy di cui si è discusso negli ultimi mesi in alcuni Paesi come l’America, ha recentemente provveduto a introdurre alcuni strumenti che possano aiutare i genitori a monitorare l’attività social dei propri figli. TikTok è destinato agli utenti di età pari o superiore a 13 anni e negli app store è categorizzato tra le app destinate ad utenti 12+ (di oltre 12 anni). Questo vuol dire che un genitore ha la possibilità di attivare il parental control fornito per gestire l’utilizzo dell’app dal telefono del proprio figlio. Per ulteriori informazioni, puoi consultare le istruzioni per iOS o Android sui parental control (o “restrizioni”) e su come abilitarli.
Si può innanzitutto rendere l’account privato andando a selezionare l’opzione tra le impostazioni di privacy e sicurezza. Si può inoltre gestire chi è ammesso a seguire quell’account, rimuovendo follower o bloccando gli utenti e in qualsiasi momento, per qualsiasi motivo. La rimozione di un follower impedirà a un utente di inviare un messaggio diretto a quell’account, mentre il blocco di un utente gli impedirà anche di interagire o visualizzare i contenuti di quel profilo. Tra le altre funzioni, i genitori possono controllare i commenti e limitare la messaggistica privata, i duetti e il tempo passato sull’app attraverso lo strumento “Gestione del tempo”.