Trasformare il running in un trail running è come passare dalla camminata alla corsa. A un certo punto senti una spinta dentro che ti porta a cercare qualcosa di diverso, a camblare ritmo, sforzo, scenari. A uscire dal solito allenamento nel solito parco o intorno a casa. Insomma, a fare un allenamento nella natura, una piccola avventura tutta tua, in un tracciato nuovo. Che sia il corpo o la mente a stimolare questa voglia di cambiamento, una cosa è certa: accelerare il passo, aggiungere qualche salita, fare un pezzettino in più, insomma alzare l’asticella, ti danno la percezione mentale che stai migliorando, e fanno fare un salto di qualità alla tua forma.
E così, capita che chi corre scopra sempre di più il trail running: il running nella natura, su sentieri del trekking, a volte con forti dislivelli, sfruttando gli itinerari degli escursionisti. In montagna ma anche al mare. Il trail running sta diventando una tendenza anche perché il running è diventato così popolare che, a un certo punto, viene spontaneo cercare una variante a tutto questo correre.
Una passione estrema?
Fino a pochi anni fa il trail running era riservato ai “professionisti” della corsa, quegli atleti capaci di macinare anche 150 chilometri di running in montagna o nei deserti (gli ultramaratoneti, per intenderci). Ora, invece, sta diventando un modo diverso per allenarsi e mettersi alla prova, aperto a tutti, in base alle proprie capacità.
Un po’ in tutta Italia, infatti, stanno fiorendo gare di corsa che propongono, oltre a distanze estreme (fino a 330 chilometri, come la Tor de Geants in Valle d’Aosta, con 24mila metri di dislivello), anche percorsi abbordabili da chiunque: per esempio di 8 chilometri. In pratica, accompagnando il runner appassionato che fa la sua gara lunga, i meno addicted possono provare quella più corta. O, semplicemente, camminare lungo sentieri appositamente mappati, scegliendo l’itinerario in base alla distanza che si vuole coprire. Il bello è che, su questi sentieri, si fa sempre un anello, in modo da portarsi a casa la soddisfazione di un percorso compiuto fino in fondo.
I nuovi “running hotels”
Proprio per incontrare questa nuova passione della corsa nella natura, sono appena nati i running hotels, un network che offre agli amanti del trail running e alle loro famiglie dei servizi in più: la lavanderia notturna per lavare i capi usati nella gara e poterli indossare il giorno dopo, magari per un giro più soft; la colazione molto presto, per potersi allenare nelle ore migliori; il check out ritardato, per potersi lavare dopo la gara o l’uscita; e lo spuntino da portarsi in gara (o anche solo nella camminata), rigorosamente a base di prodotti locali. Ecco, questo nuovo modo di fare turismo in Italia vuole promuovere le economie locali, quindi tutto ciò che il territorio può offrire: dai prodotti a chilometro zero ai piccoli negozietti dove fare acquisti.
Una nuova economia virtuosa
Non a caso, intorno alle gare fioriscono eventi per far conoscere le eccellenze locali. Per esempio, la gastrorun: passeggiata non competitiva a tappe in cui si degustano prodotti del posto. Un’idea bellissima per dare una mano all’economia della nostra provincia, oltre a un modo diverso per fare una vacanza attiva e divertente.
I percorsi e le gare
Intanto, si possono già trovare guide sui sentieri più belli da fare di corsa, legati ai running hotel e alle gare. Per mettermi alla prova anch’io con il trail running, ho provato uno di questi percorsi: ho fatto il mio primo trail sul Gargano senza gareggiare ma solo per il piacere di godermi un allenamento diverso, oltre a una mini vacanza in un luogo ricchissimo dal punto di vista naturale e culturale. Se volete provare, iniziate da Mattinata (Foggia), per poter scegliere anelli diversi tra mare e monti, dal più corto di 8 chilometri fino a quello di 77, un vero mini tour del Gargano.
Io mi sono limitata a un itinerario di 12 chilometri con poche centinaia di metri di dislivello (ed già è stata dura!), accessibile a chi ha nelle gambe una preparazione da persona “normale” (tre uscite alla settimana di 6-8 chilometri).
Insomma, ognuno può trovare l’uscita cucita sulle proprie capacità e desideri. L’importante è non guardarsi troppo i piedi ma tenere la testa anche un po’ su, per poter vedere il bello della natura intorno. Perché il senso di tutto questo correre outdoor, in fondo, non è altro che fermarsi, ogni tanto, a respirare e contemplare.