Pur trovandosi nell’entroterra, Treviso vive in simbiosi con l’acqua, proprio come la vicina Venezia. Si tratta di acqua dolce, quella del Sile soprattutto, che nasce da diverse risorgive e fluisce sinuoso, da ovest a est, protetto dal parco naturale regionale che porta il suo nome. Entra in città regolato da chiuse e canali e la disegna, riflettendo tutte le sue bellezze. In centro, poi, scorre anche il Botteniga che si disperde in cagnani, piccoli canali che domano le acque e che servivano ai mulini, alle concerie, agli artigiani. Certo, il cuore storico e artistico della città è da sempre piazza dei Signori, con il palazzo dei Trecento, la Torre Civica, il palazzo del Podestà e il collegamento che porta al Duomo grazie ai portici della Calmaggiore. Ma la vita, pulsante, qui si trova soprattutto sull’acqua.
Dall’isola della pescheria al tour delle fontane
Per una visita della città si può partire dal Cagnan Grando che dal Ponte di Pria arriva all’isola della Pescheria, un isolotto artificiale che ospita, dal 1856, il mercato del pesce. È un luogo decisamente fuori dal tempo, pieno di armonia e di eleganza, abbracciato dall’ex convento delle camandolesi e dalle medioevali Ca’ dei Carraresi e Ca’ Brittoni, oggi area espositiva. Si tratta di una sorta di moderna agorà, dove si incontra chi viene a far la spesa e chi va a vedere le mostre, turisti con il naso all’insù e trevigiani che si godono l’aperitivo in totale relax.
E non è finita: c’è anche l’acqua delle fontane. Ci sono 127 colonnine da cui bere e una trentina di fonti monumentali. Quella dei tre visi, davanti al municipio, racconta da dove nasce il nome Treviso: tre visi che guardano in direzioni diverse, verso le tre alture della città. La “fontana delle tette” è famosa, invece, perché gettava vino dopo la nomina di ogni nuovo podestà. Quella originale del Cinquecento è protetta sotto la Loggia dei Trecento, mentre una copia recente e molto fedele, con l’acqua che sgorga, si trova in via Calmaggiore, nella Galleria della Strada Romana. Se si è in zona, a meno di 10 minuti a piedi da qui, merita una visita la mostra dedicata a Renato Casaro, considerato l’ultimo dei grandi cartellonisti del cinema. È allestita al Museo Nazionale Collezione Salce che per l’occasione apre nella Chiesa di Santa Margherita, ma ci sono altre due sedi anche al Complesso di San Gaetano e ai Musei Civici di Santa Caterina (fino al 31 dicembre, collezionesalcebeniculturali.it).
Il tiramisù è nato qui
Anche per godersi una serata vivace conviene rimanere vicino all’acqua: sul Cagnan Grando, spesso affollato, ma soprattutto sotto l’elegante portico dei Buranelli, lungo l’omonimo canale, uno dei tre bracci del fiume Botteniga. A due passi da piazza dei Signori, ospita eventi, concerti e spettacoli. È la meta romantica per eccellenza in città, anche grazie all’attenta illuminazione, che con il buio esalta i riflessi dell’acqua e le architetture. Ed è il posto giusto per fermarsi a degustare un tiramisù, magari nello storico ristorante Alle Beccherie, che ne tramanda la tradizione e che ha depositato la ricetta con atto notarile (per scoprire tutto su come è nato il dolce basta cliccare su lebeccherie.it).
Il canale dei Buranelli è anche l’ideale per regalarsi una pausa tipicamente trevigiana, quella dell’aperitivo con i cicchetti, stuzzichini per spezzare la fame simili alle tapas ma in salsa veneta. Possono essere preparati con uova sode e acciughe, sarde in saor, baccalà, salsa di radicchio rosso, polpettine fritte di riso e formaggio o di carne. Da servire, in questa stagione, rigorosamente calde e sempre accompagnate da un’ombra, un buon bicchiere di vino. Made in Veneto, ovviamente.
Fuori dal centro c’è la pista ciclabile che arriva a Jesolo
Chi vuole fare una gita fuoriporta, può seguire l’azzurro tenue delle acque. Lungo il canale Brentella, tra Cornuda e Crocetta del Montello, ci si imbatte nella Tipoteca, il museo della stampa e del design tipografico che, sfruttando i meravigliosi spazi dell’ex chiesa di Santa Teresa e della foresteria del Canapificio, si sviluppa in 13 sale che raccontano la storia dei caratteri, delle lettere e della loro forma. Caratteri incisi, nel piombo o nel legno, che sono stati salvati dall’oblio, disegnati anche da grandi designer per libri, giornali, manifesti e spartiti di musica. Il museo è nato da un’idea di Silvio Antiga, apprendista compositore tipografico nel 1960 e oggi proprietario delle Grafiche Antiga di Cornuda (tipoteca.it).
Da qui, si può ritornare verso la città, che dista una trentina di chilometri, per raggiungere il fiume Sile con l’alzaia e la sua splendida pista ciclabile. Si parte proprio da via Alzaia, per pedalare in direzione sud, verso Casier, nel primo tratto di una greenway che arriva sino a Jesolo, dopo 52 chilometri. Ci si immerge tra fascinosi edifici di archeologia industriale, si supera la torre di Everardo, di epoca longobarda, magari arrivando fino a Portegrandi. Sono 25 chilometri pianeggianti, con tante zone, segnalate, dove fermarsi per una pausa e divertirsi a fare birdwatching.
Come organizzare un viaggio a Treviso
Dove dormire
● Il b&b Barberia, tra Cagnan Grando e piazza dei Signori, dà proprio sull’acqua, ha tre camere e una terrazza sui tetti (da 94 euro la doppia, barberia treviso.com).
● Al Terzo Piano è un b&b di charme, con tre camere doppie di design dal bel parquet antico di legno, abbracciato da pareti colorate
(69 euro la doppia, bbtreviso.com).
● La residenza d’epoca Isola di Mezzo si trova all’ultimo piano di un palazzetto del Cinquecento proprio nel centro storico (da 75 euro per una mini suite, isoladimezzo.com).
Dove mangiare
● Ai Buranelli c’è la storica trattoria dei Bana dove si gusta l’oca con la verza al radicchio trevigiano, protagonista in tutto il menu (tel. 0422590242).
● La taverna Al Canevon è l’ideale per chi ama gli abbinamenti perfetti tra cibo e vino (tel. 0422579746).
Come organizzarsi
Sui siti veneto.eu e visittreviso.it trovi consigli per tour tra sport e natura, informazioni su luoghi dell’arte e della cultura, itinerari originali a piedi, in bici e a cavallo.