Lo spazio è più vicino di quanto crediamo. I primi “turisti del cosmo” partiranno a primavera, dal New Mexico. Ma nel giro di 2 o 3 anni decolleranno anche dallo spazioporto di Grottaglie, in provincia di Taranto, per compiere voli suborbitali. Unico limite: il prezzo, fissato a 250.000 dollari (circa 200.000 euro). Al momento in Italia si prevedono 40 decolli all’anno con 5 passeggeri l’uno.

Dopo un training di 5 giorni per familiarizzare con accelerazione e gravità, i fortunati potranno salire su una navicella agganciata a un aereo. Arrivati a 15.000 metri di altezza, l’aereo sgancerà la navicella che inizierà il suo tour stellare, una parabola fino a raggiungere i 100 km dalla Terra, dove finisce l’atmosfera e inizia lo spazio. I passeggeri sperimenteranno la microgravità per 4-6 minuti e, soprattutto, affacciandosi dai finestrini del loro abitacolo, potranno vedere il nostro Pianeta nella sua sfericità (con buona pace dei terrapiattisti). La navicella, poi, li riporterà a casa, comportandosi come fosse un aliante.

Grottaglie ospita il primo spazioporto italiano

Ma come è possibile che la piccola cittadina delle ceramiche pugliesi sia stata scelta come base di lancio per realizzare uno dei sogni più longevi dai libri di Verne a oggi? Pochi lo sanno ma Grottaglie ospita il primo spazioporto del nostro Paese, scelto proprio per questi voli così speciali. «Oggi si è capito che può esserci un utilizzo alternativo dello spazio. Per questo abbiamo stretto un accordo con Virgin Galactic (la società per il turismo spaziale del miliardario inglese Richard Branson, ndr) per effettuare voli suborbitali non solo dal New Mexico ma anche dalla struttura pugliese che è stata selezionata come la migliore in base a parametri come le correnti, la vicinanza al mare, il traffico aereo, la lunghezza della pista» ci racconta Vincenzo Giorgio, ceo di Altec, centro di eccellenza che fornisce servizi ingegneristici e logistici per l’uso della Stazione Spaziale Internazionale. E che nella sua sede di Torino ha addestrato gli astronauti più famosi, da Nespoli a Parmitano, alla Cristoforetti.

Da Virgin Galactic a Elon Musk

Per i suoi voli Virgin Galactic ha già fatto il pieno di prenotazioni. A oggi sono 8.000 le persone che si sono candidate a salire sulla SpaceShipTwo, la navicella per viaggi privati: 700 hanno già versato i 250.000 dollari richiesti e tra loro ci sono Leonardo DiCaprio, Lady Gaga e Justin Bieber. Un’avventura che non affascina solo il mondo delle celeb.

Alcune aziende stanno pensando a un volo orbitale come forma di reward per i loro clienti migliori. Intanto la corsa alla “democratizzazione” del cielo è entrata nel vivo. Oltre a Branson, tanti miliardari offrono pacchetti. Elon Musk, ceo di Tesla e SpaceX, ha stretto accordi per costruire un albergo spaziale progettato da Philippe Starck e vende un viaggio a/r per la stazione spaziale al costo di 50 milioni di dollari (ma non aspettatevi privacy perché nella navicella non ci sono pareti). Intanto anche Jeff Bezos propone voli suborbitali con la sua Blue Origin ma il prezzo è ancora top secret.

Il sogno di diventare astronauti non è riservato solo ai ricchi

Sbagliato però pensare che il sogno di diventare astronauti sia riservato solo ai ricchi. Soprattutto in un mondo dove le piattaforme di crowdfunding possono avverare i sogni, coraggio e forza di volontà diventano aspetti determinanti. Ne è la dimostrazione Marco Berry, 57 anni, volto noto della tv, che ha lanciato una sfida a se stesso: 365 giorni per superare le prove che gli permetteranno di andare nello spazio. «Mi sono messo a dieta, studio il cinese, imparerò a guidare un aereo e a fare lanci con il paracadute, sperimenterò l’accelerazione centrifuga. L’idea è nata parlando con un bambino di 13 anni bullizzato. Mentre gli spiegavo che non bisogna smettere di credere nei sogni ho capito che anch’io avevo rinunciato al mio e gli ho fatto una promessa: diventerò astronauta. Alla fine del training cercherò di convincere Branson o Musk a mandarmi in orbita. Il mio sogno è vedere la curvatura della Terra da lassù e portare con me degli esperimenti che sto mettendo a punto con il Politecnico di Torino». Potrebbe essere proprio lui uno dei primi a partire da Grottaglie, insieme ai tanti altri turisti spaziali che, ne siamo certi, preferiranno le masserie, il mare e le ricette della Puglia al deserto del New Mexico.