Come dimenticare Brad Pitt in “Vento di Passioni”? O Johnny Depp ne “I pirati dei caraibi”? Virili, rudi e anche un po’ wild, a colpi di chiome selvagge e barbe incolte, hanno scolpito il nostro immaginario erotico. Almeno fino a oggi. Il dubbio viene spontaneo guardando l’accoglienza riservata a Nicolas Lefebvre, fascinoso neo-fidanzato di Monica Bellucci: il popolo dei social l’ha salutato al grido di «parruccone» e «tagliamogli i capelli». Le critiche non hanno risparmiato neanche Jason Momoa, appena nominato uomo più bello del mondo: più di una fan ha messo in dubbio il suo appeal commentando: «Prima si dà una potata, poi ne riparliamo». Al netto dell’endemica quota di haters dei social, la domanda resta: capelloni e barbudos ci piacciono ancora?
«Impomatato o spettinato, il 2019 è all’insegna del corto» spiega l’hair stylist Luca Balada. «Addio anche alla barba incolta “da apostolo”. Per chi non sa rinunciarci la regola imprescindibile è una cura estrema, con rasoio, forbici, balsami e cere idratanti». Sì perché se fino agli anni ’90 look trasandato e capello lungo erano il marchio di fabbrica delle rockstar più hot, da Jim Morrison a Kurt Cobain, oggi il rischio, e Lefebvre insegna, è di essere etichettati come clochard.
«I capelli lunghi sono sempre stati un simbolo della cultura underground, una scelta mirata a scardinare stereotipi e diktat estetici» spiega Tiziano Bonini, sociologo dei processi culturali e comunicativi e autore di “Hipster” (Doppiozero). «Non stupisce che Monica Bellucci e Lisa Bonet, figlie della cultura “indi” degli anni ’90, li trovino irresistibili. Oggi, però, in un mercato sempre più globalizzato, spopolano il mainstream e il conformismo. Anche nel look». La conferma arriva da uno studio del Quanta System Observatory: almeno 6 donne su 10 preferiscono gli uomini dal viso curato. Basta quello per considerarli più ordinati. O, addirittura, più affidabili.