Come spesso capita, la campagna social che diventa virale nasce da un episodio di bullismo. A creare l’hashtag #LaRopaNoTieneGenero (letteralmente “i vestiti non hanno genere”) è stato infatti un insegnante di matematica spagnolo, Jose Piñas, che ha postato su Twitter la sua foto in classe mentre indossava una gonna in segno di protesta contro la decisione della sua scuola di espellere un alunno perché si era presentato con la gonna. «Molti insegnanti hanno guardato dall’altra parte», ha scritto Piñas, «Voglio unirmi alla causa dello studente, Mikel, che è stato espulso e mandato dallo psicologo per essere andato a lezione con una gonna».
La gonna per promuovere l’accettazione e la diversità
Una presa di posizione decisa e positiva, che si è subito diffusa in Spagna: non troppo tempo dopo, infatti, due insegnanti della scuola elementare Virgen de Sacedon a Valladolid, Manuel Ortega e Borja Velaquez, hanno scelto di indossare la gonna in classe per tutto il mese di maggio per esprimere la loro condanna di un altro brutto episodio: un loro alunno aveva infatti ricevuto insulti omofobi solo per aver indossato una maglietta con alcuni personaggi anime, i cartoni animati giapponesi.
Gli insegnanti hanno duramente condannato l’accaduto: indossare la gonna e ribadire che i vestiti non hanno genere è un modo, secondo Ortega e Velaquez, per promuovere una cultura del rispetto delle diversità e delle forme di espressione: «Per una scuola che educa al rispetto, alla diversità, alla coeducazione e alla tolleranza, Vestiti come vuoi! Ci uniamo alla campagna #LaRopaNoTieneGenero», ha scritto Velaquez su Twitter.
Dalla moda ai social, gli uomini in gonna non sono affatto una novità
Quella che ha paura di una gonna, di una maglietta o di determinati colori è «una mascolinità molto fragile», ha scritto ancora Velaquez, centrando alla perfezione il punto di una questione. Senza voler andare troppo a ritroso nella storia della moda, i capi o i colori che hanno definito l’abbigliamento per uomini e donne sono ciclicamente cambiati in base alle convenzioni sociali e sono moltissime le culture in cui gli uomini hanno scoperto le gambe o indossato gonne senza temere per la loro virilità: dagli antichi Romani ai samurai giapponesi fino ai kilt scozzesi, la gonna non è sempre stato un indumento prettamente femminile.
Guardando alle sfilate e alle collezioni più recenti, la gonna da uomo è tornata prepotentemente di moda ormai da molte stagioni, come dimostrano le tante celebrity che ne hanno indossata una: lo scorso dicembre si era parlato moltissimo di Harry Styles sulla copertina di Vogue America con indosso un abito di pizzo di Gucci, ma hanno indossato gonne anche Billy Joe Porter Kanye West e il designer Marc Jacobs tra gli altri. Hanno messo la gonna ai loro modelli i designer Rick Owens, Riccardo Tisci da Burberry – «Voglio celebrare la libertà di espressione», ha detto lo stilista italiano al Guardian – Virgil Abloh da Louis Vuitton, Thom Browne, Stefano Pilati e Ludovic de Saint Sernin, giovane designer francese che di una nuova mascolinità ha fatto il suo marchio di fabbrica.
Ma la gonna spopola anche sui social, in particolare su TikTok, dove qualche mese fa era diventato virale l’hashtag #boysinmaidoutfit ha raccolto quasi 8 milioni di visualizzazioni e una miriade di video in cui giovanissimi ragazzi indossano il look da cameriera che è particolarmente popolare tra gli amanti degli anime, e che è diventato un modo per promuovere nuovi modelli di mascolinità e abbattere i pregiudizi legati a determinati tipo di abbigliamento. Chi lo ha detto che non è sexy un ragazzo in minigonna?