Un po’ come negli anni ’60, ma forse anche fino agli anni ’80, ecco che nella vita post-pandemia torna anche la “villeggiatura”: la voglia di andare in vacanza non più per pochi giorni o anche solo un week end lungo, nelle capitali estere o in località famose, quanto piuttosto in luoghi poco affollati, ma magari più verdi e dove trascorrere periodi più lunghi, possibilmente con la famiglia. Le vacanze 2020, dunque, risentono dell’emergenza sanitaria e di un cambio di abitudini, imposto anche dal distanziamento sociale e personale.

Il ritorno della villeggiatura

L’82% degli italiani quest’anno trascorrerà le vacanze in Italia, contro il 55% dello scorso anno. A dirlo sono i dati di una ricerca condotta da Airbnb, secondo cui la scelta del tipo di vacanza risente anche delle misure anti-contagio, a partire dalla voglia (e necessità) di distanziamento con il 62% dei vacanzieri più interessato a case indipendenti come villette e bungalow. In calo la ricerca di appartamenti (7% contro il 17% dell’estate 2019). «Si tratta di una tendenza che confermiamo: aumentano le ricerche di case e anche rustici non tanto al mare o nelle località montane più note, quanto piuttosto in collina, al lago e persino in campagna» spiega Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa Italia Confcommercio, che rappresenta gli agenti immobiliari.

Dove si cerca tranquillità

Se la parola d’ordine è diventata “distanziamento”, la conseguenza è di cercare luoghi che offrano maggiori spazi e tranquillità. Secondo Airbnb tra le zone più gettonate per i mesi estivi ci sono le colline toscane del Chianti, quelle tra Lombardia ed Emilia (com la provincia di Piacenza), ma anche alcune zone meno affollate di Puglia e Sicilia o i colli laziali. «La sensazione è che questo trend in realtà riguardi un po’ tutto il Paese, visto che la maggior parte dei turisti rimarrà presumibilmente in Italia, complice l’emergenza sanitaria, ma anche difficoltà economiche. Dal nostro osservatorio non c’è un’area privilegiata, perché non sono escluse neppure Valle d’Aosta, Alto Adige, Veneto e Liguria. L’importante è poter trascorrere un periodo di ferie e di riposo lontani dalla calca» spiega Taverna.

Vacanze più lunghe (complici smart working e bambini a casa)

La diffusione dello smart working, con la possibilità di lavorare da casa (magari anche in una casa in affitto fuori città) e la difficoltà nel gestire i figli tra scuole chiuse e centri estivi che stentano a decollare, fa sì che in molti hanno scelto di affittare un immobile per un periodo più lungo, anche per i 2 o 3 mesi estivi, in zone magari meno “in”, ma rilassanti. Il 66% delle ricerche su portali come Airbnb riguarda soggiorni di durata superiore a una settimana (il doppio rispetto al 32% dello scorso anno), mentre diminuiscono quelle per il solo fine settimana (-70%). «Noi osserviamo una maggior attenzione nei confronti di immobili che possano ospitare un classico nucleo familiare, da 3 o 4 persone con due camere, cucina e bagno» spiega Taverna.

Voglia di campagna e ristrutturazioni

Se secondo Airbnb cresce la voglia di spazi verdi dei quali prendersi cura anche tra le giovani coppie, come case indipendenti che abbiano anche un po’ di terreno, gli agenti immobiliari confermano che gli italiani si stanno orientando verso soluzioni con maggiori possibilità di vita all’aperto: «La casa non è più vista come un posto dove limitarsi a dormire e mangiare. Si chiedono maggiormente immobili con terrazzi, balconi, giardini e persino di rustici da ristrutturare (in caso di investimenti su una seconda casa), anche grazie agli incentivi e agli ecobonus del Governo» spiega il presidente della Fimaa.

Ricerca di prezzi accessibili

La crisi economica legata al lockdown si fa sentire nella scelta del genere di vacanza. Se la voglia di spazi verdi e tranquilla è evidente, lo è anche l’esigenza di ridurre le spese, specie per chi si è trovato in cassa integrazione o disoccupazione. Da qui anche una maggiore attenzione alle spese: «I prezzi non hanno subito grossi scostamenti rispetto allo scorso anno e sono sicuramente più contenuti rispetto ai viaggi all’estero, verso mete lontane. Si può andare dai 4/500 euro alla settimana fino a importi più elevati, a seconda della località scelta, della metratura, ma soprattutto dei servizi offerti dal territorio e all’interno dell’immobile. Ovviamente i costi di sanificazione e igienizzazione previsti tra una locazione e un’altra ci sono, ma non incidono profondamente» rassicura Taverna. Per chi vuole di più naturalmente le possibilità non mancano e i siti di booking registrano maggiori richieste per immobili dotati di piscina e wi-fi, anche se non vicinissimi alla spiaggia. Per chi ha un animale, il fatto di poterlo portare con sé è diventato un must, con ricerche di alloggi pet-friendly quadruplicate rispetto allo scorso anno e scelte a una famiglia su 3.

Rimborsi causa COVID

Una certa attenzione da parte dei locatori, infine, è riservata a una maggiore flessibilità nelle prenotazioni: in molti hanno deciso di rinunciare alla caparra, se non a ridosso della data d’arrivo, e con la possibilità di rimborso anche in questo caso fino a pochi giorni prima della prevista partenza, in caso di imprevisti legati al COVID-19: «Puntiamo soprattutto sulla promozione delle oltre 120.000 soluzioni indipendenti presenti sulla piattaforma e sulla possibilità di rimborso completo fino a pochi giorni dalla partenza, disponibile già oggi in oltre il 70% degli annunci».